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    IL TRAFFICONE DEL TRAFFICO - A TORINO, UN UOMO FINGE UN MALORE PER SALTARE IL TRAFFICO CONGESTIONATO IN CENTRO CITTÀ A CAUSA DI UNA MANIFESTAZIONE – UNA VOLTA ARRIVATI, GLI OPERATORI DEL 118 NON HANNO TROVATO NESSUNO: L’UOMO AVEVA RIPRESO LA MARCIA DOPO CHE LA SITUAZIONE ERA MIGLIORATA - QUANDO I POLIZIOTTI HANNO SPIEGATO ALL'AUTOMOBILISTA CHE QUELLA SIMULAZIONE COSTITUISCE UN REATO, L’UOMO HA RISPOSTO: "PROCEDETE, MA FATE IN FRETTA…"


     
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    TRAFFICO TRAFFICO

    Claudio Martinelli per www.torinotoday.it

     

    Sabato sera, 2 ottobre 2021, ore 19. Se si vive a Torino è normale, a quell'ora, rimanere intrappolato nel traffico del centro cittadino, più precisamente in zona piazza Gran Madre.

     

    E se il traffico è ulteriormente congestionato a causa di una manifestazione, può anche capitare che l'automobilista medio perda la pazienza. Ma quanto successo sabato ha davvero dell'incredibile, visto che un uomo ha deciso di chiamare il numero unico di emergenza e fingere un malore cosi da velocizzare il transito dei veicoli.

    TRAFFICO TORINO TRAFFICO TORINO

     

    La centrale operativa del "112" ha detto all'uomo di accostare e attendere l'arrivo dei soccorsi. "Sono fermo in via Bava", ha detto l'automobilista all'operatore. 

     

    Ma in via Bava, gli agenti del commissariato Borgo Po e il personale 118 non trovano nessuno. Ricontattato, l'uomo dice di aver ripreso la marcia ed essere in via Porta Palatina, dove viene raggiunto dai mezzi di soccorso. 

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    "E' stato un disguido. Andate via, non ho tempo da perdere", ha detto agli agenti che, non contenti gli chiedono come mai avesse chiamato il "numero unico di emergenza". Ed è a questo punto che, seraficamente, spiega come avesse utilizzato questo escamotage per velocizzare il traffico e raggiungere prima la sua destinazione finale. 

     

    Non pago, l’uomo addossa la colpa del traffico agli agenti che, a suo dire, permetterebbero alle persone di manifestare. Finita qui? No. Perchè quando i poliziotti spiegano all'automobilista che quella simulazione costituisce un reato, l’uomo ha risposto di "procedere, ma fate solamente in fretta".

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