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    QUANDO L’ORCO È IL FIGLIO – ''MI HA STUPRATO PER ORE'',  A TORINO UNA DONNA DI 50 ANNI HA DENUNCIATO IL FIGLIO 30ENNE, TOSSICODIPENDENTE, PER AVERLA AGGREDITA E VIOLENTATA – “ERA IN PREDA ALLE ALLUCINAZIONI. NON ERA LUI, CONTINUAVA A FARSI DI CRACK E MI HA STUPRATA DIVERSE VOLTE” – QUANDO È RIUSCITA A CHIAMARE LA POLIZIA, L’HANNO TROVATA…


     
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    Da "www.ilfattoquotidiano.it"

     

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    Aggredita e abusata dal figlio caduto in preda ad allucinazioni provocate dal crack. È la denuncia di una donna torinese 50enne: “Mio figlio mi ha violentata per ore”, ha detto alla polizia che lei stessa ha chiamato non appena il suo presunto aggressore si è placato.

     

    Secondo il racconto della madre, il ragazzo è “tossicodipendente da anni”, “si fa di crack tutto il giorno” e “vive di allucinazioni”. “Adesso sta dormendo nella sua stanza – ha spiegato la donna – Solo adesso sono riuscita a liberarmi e a chiedere aiuto“.

     

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    All’arrivo dei poliziotti, la donna era nell’androne delle scale, accovacciata con ancora i vestiti strappati addosso. La denuncia – anticipata sulle pagine de La Stampa – ha portato all’arresto del 30enne, accusato di violenza sessuale. La vittima, invece, si trova in un centro antiviolenza negli ambulatori del Sant’Anna di Torino.

     

    Le tre ore di violenza, secondo gli investigatori, sono stati ricostruiti in maniera dettagliata nella testimonianza della donna. “Stavo per uscire di casa, per andare a lavorare – ha detto la vittima, come riporta il quotidiano torinese – quando lui mi ha aggredito in cucina.

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    Ho cercato di fermarlo”, invano. “Mi ha minacciata. Sembrava un altro, non era mio figlio. Era fuori di sé”, ha aggiunto. “Mi ha immobilizzata e abusata. Più di una volta si è fatto di crack mentre ero sua prigioniera – ha concluso – Solo quando si è addormentato sono riuscita a fuggire. Ho preso il telefonino dalla borsa ed ho chiamato la polizia”.

     

    Poi il soccorso, il ricovero, il prelievo dei campioni biologici. E proprio l’analisi del Dna, del materiale ritrovato sui suoi vestiti e su quelli del figlio, servirà a fissare le prove. Nel corso dell’udienza preliminare il 30enne si è detto innocente. 

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    Seguito dal suo avvocato Roberto Franco, ha respinto ogni accusa. Le indagini, coordinate dal pm Roberto Sparagna, sono in attesa degli esiti della polizia scientifica.

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