Estratto dell’articolo di Ludovica Lopetti per www.lastampa.it
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Avrebbe chiamato una escort russa per coinvolgerla in un rapporto a tre con il proprio fidanzato, un imprenditore 57enne già titolare di un locale notturno a Torino, ma al chiuso della camera da letto avrebbe iniziato a umiliarla con pratiche a lei sgradite perché troppo spinte o rischiose, tanto che alla fine la donna era corsa in ospedale per farsi medicare diverse contusioni.
Un gioco erotico spietato che, secondo il racconto della squillo, era stato architettato per “vendicare” le sofferenze che il popolo ucraino stava vivendo a causa della guerra. Per quell’episodio, accaduto a febbraio 2023, Alona Ruff, 32enne di origine ucraina, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di rapina e lesioni: quando la escort si era opposta e si era rivestita per andarsene, infatti, la padrona di casa l’avrebbe malmenata per poi svuotarle la borsetta con dentro 440 euro.
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Inizialmente la donna è stata arrestata dai carabinieri dopo la denuncia della russa, misura presto trasformata in divieto di avvicinamento alla persona arresa e di recente revocata. Sia davanti al pm Gianfranco Colace, sia davanti al gup però l’imputata ha negato categoricamente gli addebiti, optando per dimostrare la sua innocenza nel dibattimento.
[…] Una volta arrivati nell’alloggio, però, aveva proposto una prestazione davanti alla quale la russa aveva storto il naso. Al suo rifiuto, l’ucraina avrebbe iniziato a «schiaffeggiarla, strattonarla, gettarla a terra tenendola bloccata», fino a impossessarsi della sua borsetta, in cui custodiva il denaro già incassato. Davanti al giudice del dibattimento sfileranno i testimoni di quella serata, su cui la difesa (rappresentata dall’avvocato Gianluca Visca) punta per mettere in discussione l’attendibilità del racconto reso dalla squillo.
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