Irene Famà per lastampa.it - Estratti
A trent’anni non vuole lasciare la casa dei genitori, il padre lo cita in tribunale e vince
TANGUY
Educare un figlio non è cosa semplice. Nemmeno se è grande, ormai adulto a tutti gli effetti. Lo sa bene un padre di Torino che ha intentato una causa civile nei confronti del suo “ragazzo”, ormai trentenne, per convincerlo a trovarsi un lavoro. A diventare indipendente e ad allontanarsi dall’abitazione di mamma e papà. Il giudice gli ha dato ragione. «L’uomo - ha stabilito - occupa senza titolo la casa paterna» e dovrà allontanarsi entro tre mesi.
«Un messaggio educativo sofferto», spiega l’avvocata Federica Viotto, che ha assistito il padre insieme alla collega Chiara Messana. E la sintesi di questa storia è proprio tutta lì. Compiuti diciannove anni e conseguito il diploma in un istituto tecnico, il ragazzo decide di lasciare gli studi. L’università? Un master? Un corso di avviamento professionale? Non era la sua strada. Accetta lavoretti saltuari.
«Pochi, molto pochi», dice chi lo conosce bene. E resta a casa dei genitori. Loro si adoperano per trovargli un’occupazione stabile. «Siamo anziani, non potremo prenderci cura di lui per sempre», confida il papà all’avvocata, con cui si è confrontato a lungo. Le preoccupazioni, in fondo, sono quelle di ogni madre e di ogni padre. «Deve inserirsi nel mondo del lavoro, ottenere un contratto solido. Quando avrà 40 anni sarà troppo tardi. Che futuro potrà avere?».
30ENNE non vuole lasciare la casa dei genitori
(...) Nel frattempo, il trentenne così ha spiegato al giudice, a settembre ha firmato un contratto di tirocinio in una fabbrica. E dopo il rinnovo di ottobre, continua a lavorare nell'azienda a tempo pieno. Vive ancora con i genitori. Ma un primo passo verso l’autonomia l’ha compiuto.