Estratto dell’articolo di Elena Tebano per il “Corriere della Sera”
UN COPPIA DI GENITORI GAY CON LA FIGLIA
Una procedura accelerata — ma con tutti i passaggi previsti da quella “ordinaria” — per riconoscere il secondo papà nei tempi più brevi possibili dopo che il primo, l'unico registrato come racconto in Italia, si è ammalato rischiando di morire. È quella portata avanti dal Tribunale dei minori di Trento per un bambino di 3 anni e mezzo figlio di una coppia gay, nato all'estero con la maternità surrogata. Che così ha potuto ottenere la cosiddetta Stepchild Adotion in soli quattro mesi. […]
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Il bimbo in questione è nato in Canada, dove entrambi i papà, una coppia gay di Trento, sono stati registrati sull'atto di nascita come i suoi genitori. I due hanno poi chiesto la trascrizione del documento in Italia, che sarebbe stata immediata, ma il Comune di Trento l'ha negata.
Stavano iniziando una battaglia di ricorsi al Tribunale ordinario quando il padre biologico del bimbo si è ammalato (nel frattempo la Corte costituzionale ha anche sancito che i nati con la surrogata possono vedersi riconosciuto il secondo genitore solo con l'adozione in casi particolari).
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[…] il Tribunale dei minori di Trento e il suo presidente, Giuseppe Spadaro, hanno fatto in modo di velocizzare la procedura, fissando nel minor tempo possibile tutti quei passaggi obbligati. Se il papà biologico — l'unico registrato all'anagrafe italiana — fosse morto, infatti, il bimbo sarebbe diventato un orfano, perché l'altro papà per la legge italiana non esisteva. […]