1. CASO VERZENI: FERMATO PRESUNTO AUTORE OMICIDIO, È UOMO IN BICI
sharon verzeni
(LaPresse) - La notte del 29 agosto personale dell’Arma dei Carabinieri, coordinati dalla Procura delle Repubblica di Bergamo, ha individuato, al termine di complesse e laboriose indagini, un 31enne italiano, disoccupato, identificandolo nel soggetto ripreso dai sistemi di video sorveglianza del comune di Terno d’Isola mentre si trovava a bordo di una bicicletta e si allontanava velocemente dalla scena del crimine dell’omicidio di Sharon Verzeni.
È quanto si legge in una nota dei carabinieri di Bergamo che spiegano come a carico dell'uomo ci siano "gravi indizi di colpevolezza, elementi probatori del pericolo di reiterazione del reato, di occultamento delle prove, nonché del pericolo di fuga", che hanno determinato "la decisione del Pubblico Ministero di disporre un decreto di fermo di indiziato di delitto".I dettagli dell’indagine saranno riferiti nel corso di una conferenza stampa che sarà tenuta presso la Procura della Repubblica di Bergamo alle ore 12:00 del 30 agosto.
2. UOMO FERMATO AVREBBE UCCISO SHARON SENZA APPARENTE MOTIVO
(ANSA) - Il 31enne fermato con l'accusa di aver ucciso Sharon Verzeni è stato rintracciato dai carabinieri e fermato in un'abitazione nel Bergamasco. Secondo gli investigatori l'uomo avrebbe ucciso Sharon senza un apparente motivo: l'omicidio non sarebbe infatti legato né a un tentativo di aggressione sessuale, né a presunti versamenti della vittima a Scientology, né a una rapina o questioni di droga. Il 31enne ha altri precedenti per aggressione, non legati a questioni di criminalità o spaccio.
OMICIDIO DI SHARON VERZENI - LE TELECAMERE IN STRADA
3. L’ULTIMA PISTA SU SHARON «ACCOLTELLATA AL PETTO HA VISTO IL KILLER IN FACCIA»
Estratto dell’articolo di Claudia Guasco per “il Messaggero”
Non un pedinamento, ma l'aggressore che le si è parato davanti o l'ha aspettata tendendole un agguato. Se la relazione autoptica formalizzerà che la prima delle tre coltellate che hanno ucciso Sharon Verzeni è stata sferrata al petto, potrebbe significare che il killer stava percorrendo via Castegnate verso piazza VII Martiri, in direzione opposta rispetto a quella da cui proveniva la barista trentatreenne. Che dieci minuti prima dell'una di notte del 30 luglio si è trovata di fronte il suo assassino.
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[…] Il punto in cui è stata uccisa non è illuminato dalle telecamere, capire da dove è arrivato il killer è determinante quanto tracciare la sua via di fuga. Il delitto non ha testimoni oculari, per ora solo personaggi che si muovono sullo sfondo: la persona in bicicletta contromano in via Castegnate, ancora da rintracciare, un uomo che fumava alla finestra ma asserisce di non avere visto né sentito nulla (e denunciato per falsa testimonianza), un gruppetto di persone del sottobosco di Terno che nottetempo anima la piazza con attività illegali. Tutti potenziali super testimoni che […] preferiscono restare nell'ombra.
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Un mese è trascorso, il fascicolo per omicidio sul tavolo della Procura di Bergamo resta senza indagati, la vita della barista, le sue amicizie, la convivenza con il compagno Sergio Ruocco vengono scandagliate dagli investigatori. La sera del delitto è uscita di casa in jeans e maglietta, durante il percorso il traffico dati del suo cellulare non registra messaggi inviati o ricevuti, non avrebbe fatto soste benché abbia camminato molto piano.
Dai verbali di colleghi o familiari non risultato molestie nei suoi confronti o un ammiratore sgradito respinto. Manca l'arma del delitto e, in apparenza, anche il movente. «Nessuno poteva avercela con lei», ripete il padre Bruno. Che insieme alla moglie e ai figli invia un messaggio al killer tramite il legale di famiglia, l'avvocato Luigi Scudieri: «Il vile assassino di Sharon deve sapere che nessun ostacolo fermerà mai la sua individuazione».
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[…] Gli investigatori procedono per cerchi concentrici, dalle conoscenze più strette di Sharon ai suoi contatti con estranei: vero che lavorava in un bar, ma come raccontano le amiche «non era una ragazza che dava confidenza, era riservata, parlava sempre a voce bassa».
Forse quella notte è passata nel posto sbagliato, piazza VII Martiri dove di giorno i pensionati trovano refrigerio all'ombra delle piante, mentre di sera bivaccano nullafacenti e fanno affari gli spacciatori. Girano sotto i portici e attorno il cimitero, dalla morte di Sharon l'attività si è rarefatta.
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«Dalla notte in cui è stata uccisa Sharon non si vedono più in piazza. In giro però ogni tanto li incontro, tranne uno di loro, sparito da un mese. È un marocchino che viveva a Terno d'Isola, poi si è spostato altrove, forse a Medolago, ma continuava a frequentare il paese. Faceva casini e spariva», racconta Mohammed, trentenne egiziano che a Terno, dove vive da dieci anni, lavora in una pizzeria aperta fino alle due di notte. È andato dai carabinieri a segnalare l'assenza sospetta, rendendosi disponibile a esaminare le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza. «Sono in grado di riconoscerlo», afferma. È stato minacciato, ma dice di non avere paura: «Non mi interessa di loro».
Claudia Guasco
3. IL FIDANZATO: «ADESSO È TARDI PER TROVARE L’ARMA DEL DELITTO» E IL PAESE TEME L’ASSASSINO
SERGIO RUOCCO IN CASERMA
Estratto dell’articolo di Claudia Guasco per “il Messaggero”
Un mese dalla morte di Sharon. Alle sette il compagno Sergio Ruocco rientra nella villetta dei Verzeni a Bottanuco. Dice di avere il cuore pesante. «Come sto vivendo tutto questo? Male purtroppo. Stasera andrò a portare un fiore a Sharon. Al cimitero andiamo quasi tutti i giorni, anche domani sicuramente torneremo».
La vita della famiglia scorre parallela alle indagini, che lasciano un po' perplesso Ruocco. C'è una pista che esplora il mondo dello spaccio nella piazza di Terno, «fin dall'inizio ho detto che ad averla uccisa può essere stato uno sconosciuto. È giusto controllare queste persone, come controllano tutti».
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Potrebbe essere la strada giusta? «Bisogna batterle un po' tutte ormai, a distanza di un mese». E poi c'è l'arma del delitto che ancora non si trova. «Mi sembra un po' tardi cercarla adesso, secondo me andava fatto prima. Ma si vede che in precedenza avevano cose più urgenti da controllare. Comunque non è il mio lavoro, non posso giudicare».
[…] Da martedì Sergio è tornato al suo lavoro di idraulico, «certo in questo momento non è il massimo, ma i colleghi sono solidali, mi stanno vicino e sento il loro affetto». Nessun'altra convocazione da parte dei carabinieri. Del resto, dice, altri dettagli utili all'inchiesta non gli sono venuti in mente. «Nel caso li avrei già chiamati». […]
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omicidio sharon verzeni la scena del crimine e le possibili vie di fuga del killer