Estratto dell'articolo di Angiola Petronio per https://corrieredelveneto.corriere.it/
verona - gang qbr - quartiere borgo roma
Sono tutti maggiorenni, con età che vanno dai 19 ai 30 anni. Quattro, due dei quali membri effettivi di quella «baby gang» Qbr - quartiere Borgo Roma- che del «baby» non ha nulla, ma ha molto del malavitoso.
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Li hanno arrestati gli agenti della squadra mobile, quei quattro aguzzini - due italiani, di cui uno di origine tunisina e due brasiliani - alcuni con precedenti per reati contro la persona, spaccio e furti. E i reati che vengono loro contestati dal giudice per le indagini preliminari sono lo specchio non solo del loro modus operandi, ma anche del loro modus vivendi: sequestro di persona, tortura e rapina.
verona - gang qbr - quartiere borgo roma
«Sembra di guardare un episodio di Gomorra». Non usa giri di parole, il questore Roberto Massucci. «Colpisce il fatto che una volta divenuti maggiorenni, questi ragazzi alzino l’asticella della violenza, commettendo questo tipo di reati. La cosa positiva è che li abbiamo arrestati tutti», sottolinea il questore
I fatti risalgono alla notte tra il 29 e in 30 agosto scorsi quando alla centrale operativa della questura è arrivata una chiamata per un ragazzo trovato nudo e ferito vicino a un campo, alla periferia della città, che raccontava di un presunto rapimento da parte di un gruppo di coetanei. Sul posto sono arrivate le volanti. Gli agenti si sono trovati davanti un ventenne di origine indiana che nella zona dove ha il proprio quartier generale la Qbr, quella a ridosso delle case di via Capodistria, ci abita.
verona - gang qbr - quartiere borgo roma
E che, in quella notte di fine agosto, ha pagato lo «sgarro» di aver, a giugno, denunciato uno dei suoi torturatori per estorsione e per averne denunciato un altro - poi arrestato sempre dalla Mobile con altri componenti della banda - per sequestro di persona lo scorso anno.
Lo hanno caricato su una Mercedes, quei quattro aguzzini e lo hanno portato nel nulla di un campo di campagna. Gli hanno strappato di mano il cellulare, dopo che lui ha tentato di chiamare la madre per chiedere aiuto. Lo hanno trascinato fuori dall’auto, lo hanno costretto a spogliarsi e a mettersi in ginocchio, legandogli le mani e usando con lui un metodo caro ai torturatori cinesi.
carabinieri 2
Gli hanno infilato degli aghi sotto le unghie e lo hanno preso a calci e pugni. Ma, evidentemente, non era sufficiente. E allora per quel ventenne l’orrore è continuato a furia di colpi di frusta e bastonate che uno degli aguzzini gli infliggeva mentre lo insultava e lo minacciava, urlando. È stato quel sentore di «impunità» che il clan si sente addosso a fargli lasciare andare il ventenne.
Una volta soccorso è stato portato in ospedale dove gli sono stati diagnosticati traumi e ferite guaribili in una quindicina di giorni. […]
baby gang