Laura Todesco per www.corriere.it
violenza su bambina 1
«Sapete, mamma e papà, prima è successo che...». Così una bimba di otto anni ha avuto la lucidità di capire e la prontezza di raccontare quella sera stessa ai suoi genitori che ciò che le era accaduto qualche ora «prima», nel pomeriggio al termine del doposcuola, non era «una bella cosa, non andava bene».
«Cose brutte»
Alla madre e al padre, senza dubbi né contraddizioni, la figlioletta ha rivelato che, mentre aspettava l’arrivo del papà che era in ritardo nell’andare a prenderla dal doposcuola, uno degli «insegnanti di sostegno» (come scritto nell’ordinanza), che nel pomeriggio in accordo con la scuola seguono gli studenti aiutandoli nei compiti e a migliorare le loro competenze linguistiche, avrebbe fatto con lei e su di lei «cose brutte»: baciandola sulla guancia, abbracciandola dopo averla fatta sedere sulle proprie gambe, toccandola alle parti intime dopo averle infilato le mani dentro le mutandine.
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Quelle stesse «cose brutte» che in precedenza, una settimana prima, secondo la piccola le sarebbero già state fatte da quello stesso insegnante di sostegno che si trova ora agli arresti domiciliari per aver «costretto la minore a subire atti sessuali». Si tratta di un veronese di 63 anni, pensionato, che presta servizio come volontario per un’associazione di solidarietà in ambito di immigrazione. Infatti la bambina è di origini nordafricane e necessita del doposcuola perché, pur frequentando la classe terza elementare, non è ancora allo stesso livello dei compagni dato che ha iniziato a frequentare l’istituto primario a partire dal secondo anno.
bambina stuprata 3
Due diversi episodi
Teatro della vicenda è un comune della provincia veronese: il doppio episodio di molestie ai danni dell’alunna, stando alle accuse, è accaduto nei pomeriggi del 24 novembre e dell’1 dicembre scorsi. In entrambi i casi il padre della piccola sarebbe giunto a riprenderla dal doposcuola con circa mezzora di ritardo e in ambedue le occasioni a fare compagnia alla figlioletta sarebbe rimasto soltanto quell’insegnante di sostegno che mercoledì mattina, pur avendo la possibilità di difendersi e raccontare la propria verità al gip Luciano Gorra, di fronte a quest’ultimo ha invece scelto di trincerarsi nel silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere.
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A parere del magistrato, che ha disposto la misura degli arresti dopo aver visionato la denuncia del padre ai carabinieri e il referto dell’Unità pediatrica dell’ospedale di San Bonifacio dove è stata portata a visitare la bimba, «le condotte realizzate dall’indagato integrano il reato continuato di violenza sessuale aggravata — scrive il gip nell’ordinanza — in quanto i toccamenti sono stati compiuti su una minore indifesa, nelle immediate vicinanze dell’istituto scolastico, ovvero nella stanza dell’edificio adiacente adibita al doposcuola, da parte di un soggetto che ha abusato della sua autorità di insegnante di sostegno, dopo averne guadagnato la fiducia con lusinghe e complimenti».
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Tutto ciò, conclude il gip, «rende assai elevato il rischio di ripetizione di gravi delitti della stessa specie», inoltre «il fatto che l’indagato svolga attività di volontariato a contatto con minori in età scolare rende ancora più grave il pericolo di reiterazione».