Benedetta Centin per il “Corriere della sera”
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Seguiva come maestra di sostegno un bambino di dieci anni, la stessa età di sua figlia. Ma secondo la Procura la quarantenne, in servizio in una primaria di Vicenza, sarebbe andata oltre il suo ruolo di insegnante con quello studente di quinta elementare. In un paio di occasioni l'avrebbe baciato.
«Una volta sulla bocca, a stampo» ha raccontato il piccolo. Ma, soprattutto, gli avrebbe inviato degli sms bollenti. Questo, almeno, emerge dalla chat trovate dai genitori nel suo telefonino. Messaggi in cui la docente chiamava l' alunno «amore mio». Gli scriveva «ti amo», «mi sono innamorata, sapessi quanto ti spupazzerei su tutto il mio corpo».
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Il bambino a volte abbozzava, altre rispondeva sforzandosi di interpretare la parte dell'adulto. Frasi sentite chissà dove: «Voglio toccarti». E lei: «Anch'io». Gli investigatori dovranno capire se, e fino a che punto, il bimbo fosse plagiato dalla donna. Ora quelle chat sono nelle mani della Procura di Vicenza, che ha iscritto la maestra - insegnante precaria - nel registro degli indagati per il reato di violenza sessuale su minorenne nella forma lieve delle molestie.
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Certo, accuse ancora da dimostrare che però pesano come un macigno sulla donna, sposata, e che sta ancora lavorando nella scuola elementare, visto che a oggi non risulta avere ricevuto alcun provvedimento disciplinare, visto che il provveditorato non era stato informato della denuncia.
Una maestra descritta nell' ambiente come «molto professionale» ma su cui ora sono puntati gli occhi di tutti per le presunte avance, che riportano alla memoria il caso dell' insegnante di Prato rimasta incinta dell' allievo quattordicenne.
Nel giugno scorso, mamma e papà dello scolaro hanno passato al setaccio il cellulare del figlio, imbattendosi in quelle conversazioni con la maestra, i passaggi sul bacio sulle labbra, avvenuto a quanto pare fuori dall' ambiente scolastico. I genitori, angosciati, si sono rivolti ai carabinieri denunciando l' insegnante su cui avevano riposto la loro stima e fiducia.
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Nei prossimi giorni il pm Barbara De Munari nominerà un esperto per estrapolare il contenuto dello smartphone del minorenne, che ha già confermato la sua versione di fronte a uno psicologo ma che a fine giugno verrà sentito nuovamente in un incidente probatorio. La docente nega le accuse. «Un rapporto insegnante-alunno assolutamente corretto, al più un po' affettuoso, ma senza contenuti e risvolti di natura sessuale» assicura l' avvocato Michele Grigenti che assiste la donna.