IN ONDA STASERA 21.10, RAI 3
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GIULIO SAPELLI- ECONOMISTA
Adesso il governo fa la Golden Power, ci pensa su, dopo che questi hanno mentito davanti alla Consob. Fior fiore di avvocati italiani sostengono uno che nomina il top management e non ha il controllo di un’azienda? Ma ragazzi, se io se dovessi dire questo ai miei studenti mi pigliano a pomodorate no?
SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO
romano prodi
Chi controlla Telecom ha la possibilità di controllare dati e tabulati di 40 milioni di utenze tra fisse e mobili. Poi controlla anche la società Telsy che distribuisce telefonini e apparati criptati per le istituzioni nazionali e internazionali. Poi controlla anche Telecom San Marino, il gruppo Tim Brasil che ha oltre 60 mln di utenze. Poi path.net che è la piattaforma dove viaggiano i dati della digitali della pubblica amministrazione. Poi Persidera che è l’operatore di rete indipendente dotato di cinque multiplex digitali nazionali.
Controlla anche Tivùsat, che è la piattaforma satellitare che veicola il digitale terrestre. Inwit che è il primo gestore di torri per la telefonia mobile, il secondo in tutta Europa. Controlla soprattutto Sparkle, che è praticamente la rete di cavi sottomarini che collega l’occidente, l’Italia, dove passa il traffico internet verso la Turchia, l’Iran e Israele.
BOLLORE BERLUSCONI
Insomma su quella rete, sulla rete Telecom passano le informazioni piu’ sensibili dei nostri ministeri, forze dell’ordine, degli apparati di sicurezza, degli ospedali, delle imprese, delle ambasciate, delle industrie. Ed è per questo che è considerato un asset strategico, e il governo può applicare il golden power, cioè il potere di controllo, ma fino a dove arriva questo controllo?
Grazie ad un complesso schema di finanziarie controlla un gruppo che, viene stimato, dovrebbe valere oltre 7 miliardi di dollari. È presente, oltre che in Europa, in Asia e Africa, ha interessi oltre che nelle banche, nelle assicurazioni, nelle telecomunicazioni, nella produzione cinematografica e in quella dell’ intrattenimento. Anche nei trasporti, logistica, ferrovie, porti, componenti per auto elettriche. Ecco ha interessi anche nell’agroalimentare dove, tra i prodotti che spinge di più sono i vini francesi di eccellenza.
Ma Bollorè pare avere il vizietto delle scalate nell’ombra. Per aver tentato di scalare, dando informazioni fuorvianti e false al mercato, è stato sanzionato dalla Consob per 3 milioni di euro e interdetto all’occupare cariche per 18 mesi in società quotate. Questo perché aveva tentato di scalare la PREMAFIN dei LIGRESTI Poi all’inizio di quest’anno, in seguito ad una denuncia di Berlusconi, è stato posto sotto indagine dalla procura di Milano, con l’accusa di aggiotaggio per aver tentato di acquisire la Mediaset.
SIGFRIDO RANUCCI
Ecco, insomma, volendo prenderla un po’ a ridere, sulla rete che controlla Bollorè passano le telefonate della Consob che l’ha sanzionato, anche quelle nostre e della Rai che stiamo facendo un’inchiesta sul suo gruppo. Riuscirà il nostro governo a rimettere le mani sulla rete così strategica? L’ex premier Matteo Renzi aveva creato una società, Open Fiber, con pezzi di stato dentro, Enel e Cassa Depositi e Prestiti. Ed ora la partita si gioca sull’ultimo miglio.
GIOVANNA BOURSIER
Vivendi ha la maggioranza in Cda da maggio 2017, ma è solo a fine luglio, quando l’amministratore delegato Flavio Cattaneo esce con 25 milioni di liquidazione e il Cda vota direzione e coordinamento, che il governo si accorge che dovevano notificargli il controllo. I francesi negano di averlo, ma il 13 settembre la Consob li smentisce: Vivendi ha il controllo di fatto di Tim. Il governo può applicare il Golden Power, cioè il potere speciale che gli consente di blindare le società strategiche per l’interesse nazionale.
JONELLA LIGRESTI
MINISTRO CARLO CALENDA
Io l’ho esercitato, secondo me, diciamo, quando c’erano gli estremi per esercitarlo.
GIOVANNA BOURSIER
Però loro controllano da prima perché quando è che salgono? Com’è che nessuno si accorge che a un certo punto Vivendi sta salendo nella maggioranza Telecom e governa tutto il Cda?
MINISTRO CARLO CALENDA
No, se ne sono accorti tutti del fatto che Vivendi stava salendo. Io come ho detto, come mi è capitato di dire al presidente allora che venne qui, gli ho detto questa è una operazione dove pensate di trattare noi come la Guiana francese.
GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO
Adesso Depuyfontaine è diventato presidente di Telecom, mentre il nuovo Amministratore Delegato è Amos Genish, entrambi Vivendi. A ottobre Calenda applica il Golden Power per la prima volta in Italia, sulla rete, compresa Sparkle, che è quella sottomarina, per interesse nazionale.
MINISTRO CARLO CALENDA
ligresti
Le prescrizioni del Golden Power prevedono una persona nel consiglio di amministrazione. Il fatto che loro non possono muovere asset dall’Italia che riguardano la sicurezza della rete, gli investimenti sulla rete, e tutta un’altra serie di prescrizioni molto dettagliate. Quello è interesse nazionale. Il fatto di disquisire sulla nazionalità degli azionisti non lo è, anche perché, faccio osservare, che non è che Telecom dagli azionisti italiani sia stata gestita così bene, no?
GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO
Ancora adesso Telecom ha debiti per 25 miliardi netti, su un fatturato di 19 miliardi.
GIOVANNA BOURSIER
A garantire quei debiti è la rete?
MAURIZIO MATTEO DECINA - ECONOMISTA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Sì, la rete potrebbe valere intorno ai 15 miliardi, ovviamente sarà il mercato a decidere
GIOVANNA BOURSIER
Ma è un peccato se ce la giochiamo, perché sarebbe un’azienda che invece potrebbe…
GIULIO SAPELLI- ECONOMISTA
GIOVANNA BOURSIER
Senta, senta, noi quando è cominciata la telefonia mobile potevamo essere un’azienda leader, poi abbiamo cominciato a perdere i pezzi.
GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO
Intanto è diventata a maggioranza francese, e il problema del governo è diventato tenersi la rete. Già nel 2013, l’allora Presidente, Franco Bernabè, voleva scorporarla dalla telefonia, quando a scalare Telecom era la spagnola Telefonica, ma il governo Letta dice no. Adesso trattiamo per riprendercela. Perché ci passano i cavi, le informazioni, i dati.
GIOVANNA BOURSIER
Lei è per lo scorporo della rete?
MINISTRO CARLO CALENDA
Sì, io l’ho detto tante volte.
GIOVANNA BOURSIER
E se si scorpora la rete dobbiamo pagarla?
MINISTRO CARLO CALENDA
Io quello che non voglio fare è una cosa in cui lo stato italiano si mette a negoziare con un privato su una cosa di cui non sappiamo il valore, e finisce, nella storia dell’Italia, per pagarlo molto di più di quello che vale. Non ci credo a questo. Penso che la scelta giusta debba essere una scissione societaria che viene quotata sul mercato, come è stato fatto in Inghilterra, che ci siano due società, una che si occupa della rete e una dei servizi.
GIULIO SAPELLI
STEFANO PILERI – AMMINISTRATORE DELEGATO ITALTEL
A questa rete è connesso, e sarà sempre più connesso, tutta la struttura industriale del Paese, la pubblica amministrazione.
GIOVANNA BOURSIER
Che cosa passa sulla rete?
STEFANO PILERI – AMMINISTRATORE DELEGATO ITALTEL
Le telefonate. E c’è un altro servizio importante che viaggia sulle reti di telecomunicazioni e che è diventato la… è diventato quello più utilizzato, è il servizio di accesso e navigazione ad internet. Se non evolve, sarà più difficile fare iniziative industriali.
GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO
Per questo bisogna fare la fibra, che vuol dire sicurezza, velocità e sviluppo del Paese, che altrimenti resta indietro. Ma Tim, indebitata, la banda larga la promette da anni e manca sempre l’ultimo miglio, cioè il tratto fino a casa, che è ancora in rame. Per fare la banda larga nelle zone svantaggiate, due anni fa Renzi ha fatto Open Fiber, 50% Enel e 50% Cassa Depositi e Presiti. Presidente Franco Bassanini, ex Cassa Depositi e Prestiti. Anziché tenerci la rete e migliorarla, ne abbiamo fatta un’altra.
GIOVANNA BOURSIER
Quindi Renzi dice: Cassa Depositi e Prestiti è Enel, fatelo voi l’ultimo miglio perché Telecom non ha una lira.
MAURIZIO MATTEO DECINA - ECONOMISTA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Sì.
GIUSEPPE BONO
GIOVANNA BOURSIER
Cioè uno dice: ci troviamo con due società della rete che adesso, tra l’altro, litigano?
MAURIZIO MATTEO DECINA - ECONOMISTA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Sì, questo è vero. Da una parte ci sono degli effetti positivi, in quanto Telecom in questi ultimi anni sta correndo, perché ha già cablato il 70% degli armadi, e sta correndo perché è entrata Open Fiber. Quindi si è creata una concorrenza che prima non c’era. Però, al tempo stesso, c’è il pericolo della duplicazione dei costi, cioè due operatori che costruiscono due reti parallele.
GIULIO SAPELLI- ECONOMISTA
Ma che bisogno c’era di fare..? Avevamo già una rete fissa. non c’era nessun motivo che, per avvantaggiare l’Enel che è un’azienda pubblica?
GIOVANNA BOURSIER
Il governo le risponderebbe che Telecom non l’avrebbe fatta la banda larga?
GIULIO SAPELLI- ECONOMISTA
In ogni caso io non mi metto a fare come azienda pubblica qualcosa che c’è già. Perché devo darla a un’altra impresa, all’Enel? Ma perché? Ma l’Enel poi fa energia elettrica, no? Non lo so. È un mondo fuori squadra e non si spiega se non per potentissime lobbies nascoste, italiane e non italiane, che lavorano e premono su i decisori politici.
GIOVANNA BOURSIER
Verrebbe da dire che forse Renzi era l’unico che si era accorto che il controllo di Telecom lo stavano prendendo i francesi, e quindi gli ha fatto una società italiana per fare concorrenza alla Francia…
MAURIZIO MATTEO DECINA - ECONOMISTA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Esattamente, esattamente, esattamente. Sembra una partita a scacchi tra i due governi.
GIOVANNA BOURSIER
mustier
Però l’ha fatta male, perché alla fine invece il grosso della rete ce l’ha Bollorè, ce l’ha Vivendi, e l’Italia si ritrova con una società che deve fare ‘sto ultimo miglio.
MAURIZIO MATTEO DECINA - ECONOMISTA DELLE TELECOMUNICAZIONI
C’è una situazione sicuramente di attrito conflittuale, sicuramente questo c’è. Il governo è stato molto aggressivo nei confronti di Telecom Italia. Però con la fusione delle due reti si possono dare tantissimi vantaggi agli italiani.
GIOVANNA BOURSIER
Bisogna vedere se i francesi adesso accettano di farla.
MAURIZIO MATTEO DECINA - ECONOMISTA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Sì, secondo me si farà.
MINISTRO CARLO CALENDA
Dall’altro lato noi stiamo incominciando a ragionare su un’integrazione tra Naval Group, che è il gruppo francese che fa militare, e Fincantieri che fa militare e civile. Nascerebbe un grandissimo player, il più grande del mondo.
GIOVANNA BOURSIER
Adesso i francesi vogliono ampliare l’accordo al militare: per fare le navi da guerra Fincantieri si allea con Naval Group, che è il triplo di noi, e il problema diventa Leonardo, l’ex Finmeccanica, che fornisce i sistemi di difesa, dai radar alle mitragliatrici, come la francese Thales con Naval Group. Se adesso le commesse in maggioranza vanno a loro, rischiamo di restare a bocca asciutta. L’amministratore delegato, Alessandro Profumo, è preoccupato. Si parla di centinaia di milioni di fatturato e circa 40mila lavoratori. L’amministratore delegato Fincantieri il 21 novembre, viene audito in Senato.
GIOVANNA BOURSIER
Però alla fine controllano i francesi questo accordo, perché l’1% è in prestito.
GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
BNP PARIBAS
Controlla chi? Scusi eh: controlla chi è capace.
GIOVANNA BOURSIER
No, scusi , l’1% lo danno in prestito sotto verifica?
GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Sono tutte fesserie. Noi non facciamo “Coppi e Bartali”, noi facciamo industria. Nell’industria vince chi sa fa le cose meglio, non chi comanda.
GIOVANNA BOURSIER
Però dott. Bono lei cercava di fare un accordo in cui l’Italia emergesse, no? Prendersi i cantieri coreani e riuscire a fare la nostra produzione con dei bacini lunghi un chilometro. È vero o no che i francesi l’han fermata?
GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Non è vero per niente, non è vero per niente. Noi in Italia certamente abbiamo i bacini, lo spiegavo anche alla Commissione, abbiamo i cantieri che c’hanno più di 100 anni.
GIOVANNA BOURSIER
Cioè perché volevamo i cantieri coreani?
GIUSEPPE BONO- AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Noi partecipiamo al consolidamento dell’industria europea.
GIOVANNA BOURSIER
Il dubbio è che le condizioni le dettino i francesi.
GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Ma no…
GIOVANNA BOURSIER
E allora perché Profumo è preoccupato? Dice tutte le attrezzature.
GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Non lo so, non ne voglio parlare.
GIOVANNA BOURSIER
Non vuole parlare di Profumo?
alessandro profumo
GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Io parlo delle cose che facciamo noi e le navi militari le facciamo noi.
GIOVANNA BOURSIER
E Profumo però vuole continuare a fare, perché se no è un altro patrimonio italiano che ci giochiamo?
GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Ma perché ce lo dobbiamo giocare? Se andiamo all’estero e il signor Pincopalla dice voglio i sistemi di Thales noi abbiamo stabilito che tanto i sistemi di Thales non ci possiamo fare niente perché se il cliente vuole quello, ci saranno le compensazioni tra di noi a favore di Finmeccanica.
GIOVANNA BOURSIER
E lì c’è Profumo preoccupato?
MINISTRO CARLO CALENDA
E c’ha ragione. Bisogna essere molto preoccupati. Ma noi non dobbiamo rinunciare a ingaggiarci, o a fare un grande progetto internazionale perché abbiamo paura di costruire una cosa e pensiamo di soccombere con i francesi. Dobbiamo porre delle condizioni che non ci facciano soccombere.
SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO
Ce la stiamo mettendo tutta per non soccombere: non è facile. Intanto Macron ha mostrato i muscoli, ha fatto saltare un accordo già raggiunto e c’ha infilato una società francese che turba i sogni di profumo. Poi, per accontentarci, ci hanno affittato l’un per cento per controllare, e’ una golden share al contrario. Gli riesce facile a casa loro.
philippe donnet
Pero’ uno si chiede ma perche’ tanti pezzi d’italia in mano ai francesi. Consentiteci un ragionamento. In questi anni gli abbiamo consegnato il controllo di alcune banche : Bnl e’ della francese Bnp Paribas, Cariparma di Credit Agricole, hanno messo le mani pure sul credito valtellinese. Unicredit ha come ad il francese Mustier, multato anche lui dalla Consob francese, per insider trading, Mustier, con Bollorè ha il 16% di un patto di sindacato che possiede a sua volta il 28% di Mediobanca e quindi ne controlla la Governance.
E Mediobanca a sua volta col 13% controlla il nostro piu’ grande gruppo assicurativo, e il cui top manager è il francese Donnet. Uomo sempre di Bollore’. Ne discende che 3 francesi, Mustier, Bollorè e Bonnet, hanno in mano parti strategiche del sistema finanziario italiano. Possono conoscere la solidita’ e le criticita’ delle nostre aziende, e se c’è qualcuna da scalare .
Chi appoggiano? Gli viene meglio se parla la stessa lingua. Tornando alla nostra politica industriale, le banche creditrici hanno avuto un ruolo anche in Sardegna. Un ospedale costruito dal san Raffaele, sta per marcire, chiedono aiuto gli arabi. Che non vengono per beneficienza. Ma in cambio di pezzi di Costa Smeralda. Un piatto ghiotto anche per altri costruttori. Sempre che non si metta di traverso un pastore sardo, cocciuto, che per non rinunciare alla casa , e all’emozione di affacciarsi sul suo mare e’ disposto a rinunciare a 700 milioni di euro.
philippe donnet gabriele galateri di genola alberto minali