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    “ABBANDONARE KIEV SAREBBE UN AUTOGOL DI PROPORZIONI STORICHE” – IL CAPO DELLA CIA, WILLIAM BURNS, AVVERTE: “LA CHIAVE DEL SUCCESSO STA NEL PRESERVARE GLI AIUTI OCCIDENTALI ALL’UCRAINA. RAPPRESENTANDO MENO DEL 5% DEL BILANCIO DELLA DIFESA USA, È UN INVESTIMENTO RELATIVAMENTE MODESTO CON SIGNIFICATIVI RITORNI GEOPOLITICI E NOTEVOLI RITORNI PER L'INDUSTRIA AMERICANA” (È UN AVVISO AI REPUBBLICANI: CE GUADAGNAMO PURE)


     
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    WILLIAM BURNS WILLIAM BURNS

    CAPO CIA, ABBANDONARE KIEV SAREBBE AUTOGOL STORICO PER USA

    (ANSA) - "Per gli Usa abbandonare il conflitto in Ucraina in questo momento cruciale e tagliare il sostegno a Kiev sarebbe un autogol di proporzioni storiche": lo afferma il capo della Cia William Burns in un saggio per Foreign Affairs.

     

    "La chiave del successo - scrive - sta nel preservare gli aiuti occidentali a Kiev. Rappresentando meno del 5% del bilancio della difesa Usa, è un investimento relativamente modesto con significativi ritorni geopolitici per gli Stati Uniti e notevoli ritorni per l'industria americana. Mantenere il flusso di armi metterà l'Ucraina in una posizione più forte se emergesse un'opportunità per negoziati seri".

     

    CAPO CIA, 'PUTIN POTREBBE BRANDIRE ANCORA LA MINACCIA NUCLEARE'

    PUTIN ZELENSKY PUTIN ZELENSKY

    (ANSA) - "Putin potrebbe brandire nuovamente la minaccia nucleare e sarebbe sciocco ignorare del tutto i rischi di un'escalation. Ma sarebbe altrettanto insensato lasciarsi intimidire inutilmente da essi": lo afferma il capo della Cia William Burns in un saggio per Foreign Affairs. Burns ritiene che la guerra di Putin a Kiev sia "già stata un fallimento per la Russia su molti livelli".

     

    "Il suo obiettivo originale di conquistare Kiev e sottomettere l'Ucraina - sottolinea - si è rivelato sciocco e illusorio. Il suo esercito ha subito danni immensi. Almeno 315.000 soldati russi sono stati uccisi o feriti, due terzi dei carri armati russi sono stati distrutti e il decantato programma decennale di modernizzazione militare di Putin è stato vanificato.

     

    L ATTACCO RUSSO SULL UCRAINA DEL 29 DICEMBRE 2023 L ATTACCO RUSSO SULL UCRAINA DEL 29 DICEMBRE 2023

    Tutto ciò è il risultato diretto del valore e dell'abilità dei soldati ucraini, sostenuti dal supporto occidentale. Nel frattempo, l'economia russa sta subendo battute d'arresto a lungo termine e il Paese sta suggellando il suo destino di vassallo economico della Cina. Le esagerate ambizioni di Putin si sono ritorte contro anche in un altro modo: hanno spinto la Nato a crescere e rafforzarsi".

     

    "Questa tragica e brutale fissazione" di "controllare l'Ucraina e le sue scelte", osserva Burns, "ha già portato vergogna alla Russia e messo in luce le sue debolezze, dalla sua economia unidimensionale alla sua esagerata abilità militare e al suo sistema politico corrotto. L'invasione di Putin ha anche stimolato una determinazione e una risolutezza mozzafiato da parte del popolo ucraino".

     

    GUERRA IN UCRAINA - ZELENSKY VS PUTIN - MEME BY GIAN BOY GUERRA IN UCRAINA - ZELENSKY VS PUTIN - MEME BY GIAN BOY

    BURNS, IN MEDIO ORIENTE LA SITUAZIONE PIU' ESPLOSIVA IN 40 ANNI

    (ANSA) - "La chiave per la sicurezza di Israele e della regione è nei rapporti con l'Iran. Il regime iraniano è stato incoraggiato dalla crisi e sembra pronto a combattere fino all'ultimo, espandendo il suo programma nucleare e favorendo l'aggressione russa.

     

    Nei mesi successivi al 7 ottobre, gli Houthi, il gruppo ribelle yemenita alleato dell'Iran, ha iniziato ad attaccare le navi commerciali nel Mar Rosso, e persistono i rischi di un'escalation su altri fronti": lo afferma il capo della Cia William Burns in un saggio per Foreign Affairs, ricordando di "aver trascorso gran parte degli ultimi quattro decenni lavorando nel e sul Medio Oriente" e di averlo visto "raramente più intricato o esplosivo".

     

    putin zelensky putin zelensky

    "Gli Stati Uniti non sono gli unici responsabili della risoluzione di tutti i preoccupanti problemi del Medio Oriente. Ma nessuno di questi può essere gestito, e tanto meno risolto, senza una leadership attiva da parte degli Stati Uniti", aggiunge.

     

    L’AMERICA FA ANCORA PAURA?

    Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “il Messaggero”

     

    È cominciato il tiro al bersaglio sugli Stati Uniti? L'America ha perso il primato di superpotenza intoccabile? Pesa […] il ricordo del ritiro caotico e precipitoso delle forze americane dall'Afghanistan, nell'estate del 2021. Da allora, la guerra in Ucraina e la ferma posizione di Joe Biden al fianco di Zelensky, con flussi di armi e supporto, soprattutto di intelligence, che sono riusciti a bloccare l'avanzata russa e costringere Putin a una lunga e penosa guerra d'attrito, al ritiro disordinato dei carrarmati impantanati sulla strada per Kiev e alla fuga da parte del Donbass, avevano riportato alte le quotazioni degli Stati Uniti.

     

    william burns capo della cia william burns capo della cia

    Poi, però, Putin ha ripreso ad avanzare, la controffensiva ucraina si è arenata e Biden deve faticare per far passare i nuovi pacchetti di aiuti militari per Kiev. Soprattutto, è esploso il Medio Oriente proprio nel momento in cui il Presidente dem pensava di aver chiuso l'accordo per avviare le relazioni tra Arabia Saudita e Israele.

     

    […] Biden si trova già impegnato in un'altra e forse più complicata guerra, quella domestica per le presidenziali, con il fiato sul collo di Trump che tutti danno per vincitore. E non a caso, dopo l'attacco dei droni alla postazione "Tower 22", secondo alcuni addirittura in Giordania, secondo altri nella terra di nessuno al confine siriano, anzi dentro la Siria vicino a una base aerea che gli americani conservano per controllare le linee di comunicazione tra Baghdad e Amman, i repubblicani incitano il presidente democratico a dare una sonora lezione agli Ayatollah.

     

    Sarebbe quell'attacco diretto che Biden si è sempre rifiutato di ordinare, sapendo che sarebbe sbagliato innescare un conflitto aperto con Teheran (una guerra che neanche l'Iran, in fondo, vuole, preferendo muovere le leve delle milizie alleate, senza "sporcarsi le mani"). […]

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