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    DIAMO I NUMERI! - POLETTI SI CORREGGE: I DATI CHE HA DATO IERI SONO SBAGLIATI, E NON DI POCO. I POSTI FISSI IN PIÙ SONO LA METÀ (LA METÀ!) DI QUANTO ANNUNCIATO - E SBANDA ANCHE IL JOBS ACT: ANCORA NON APPROVATI GLI ULTIMI QUATTRO DECRETI


     
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    1. MINISTERO CAMBIA DATI, POSTI FISSI IN PIÙ SONO METÀ

    Maria Gabriella Giannice per l'ANSA

     

    poletti 1 poletti 1

    Il Ministero del lavoro corregge i dati diffusi ieri sul numero dei contratti mentre slittano ancora gli ultimi decreti attuativi del Jobs Act attesi nel Consiglio dei Ministri di domani. Dal Meeting di Rimini il ministro Giuliano Poletti, dopo una telefonata con il premier Matteo Renzi, annuncia un altro rinvio all'approvazione dei 4 provvedimenti (fra questi quello sul controlli a distanza dei dipendenti) che dovrebbero arrivare il Cdm "la prossima settimana". "Ho parlato con il premier, non c'è alcun problema di merito, c'erano troppi provvedimenti all'ordine del giorno ed altri temi con scadenze più stringenti", ha spiegato.

     

    Nel frattempo dal suo dicastero è arrivata la correzione dei dati diffusi ieri sui contratti di lavoro in tutti i settori economici, esclusi quello domestico e nella Pubblica Amministrazione. "Purtroppo, un errore nei calcoli relativi alle diverse componenti ha prodotto valori non esatti" si giustificano da Via Veneto diffondendo la nuova tabella sui primi sette mesi del 2015.

     

    RENZI POLETTI RENZI POLETTI

    Con la variazione si dimezza il numero dei contratti registrati in più a tempo indeterminato, comprese le stabilizzazioni, favorite dai nuovi sgravi contributivi per il datore di lavoro che trasforma un contratto a tempo determinato in un contratto a tempo indeterminato. Il numero scende da 630.585 a 327.758. Pur dimezzato, resta comunque una cifra significativa tanto più se lo si confronta con il dato del 2014 quando i contratti a tempo indeterminato registrati in più nei primi 7 mesi, cioè al netto delle cessazioni di contratto, furono solo 12.875.

     

    Inoltre, sottolinea il Ministero, "nella tabella corretta l'incremento delle attivazioni dei contratti a tempo indeterminato" sullo stesso periodo del 2014 "è del 39,3% anziché del 30,5%" diffuso di ieri. Infatti nei primi sette mesi del 2014 furono attivati 771.486 contratti a tempo indeterminato mentre nello stesso periodo del 2015 hanno superato il milione (esattamente 1.074.740). I dati del ministero, anche corretti, evidenziano ormai in modo tangibile l'effetto positivo degli sgravi per le assunzioni stabili.

     

    sacconi poletti jobs act in senato sacconi poletti jobs act in senato

    "Quello che abbiamo sempre detto e che ribadiamo è che strutturalmente il costo del lavoro stabile deve essere più basso delle altre tipologie contrattuali" ha detto Poletti sottolineando che "il tema degli sgravi per le assunzioni è un tema posto" per la Legge di Stabilità. Commentando i dati il ministro ha poi evidenziato come "stanno aumentando in maniera importante i contratti a tempo indeterminato e crollano le collaborazioni".

     

    Infatti, secondo i dati del ministero, nei primi 7 mesi del 2015 le collaborazioni attivate sono calate del 22% passando da 363.932 del 2014 ai 281.547 del 2015. Sempre secondo la nuova tabella migliorano anche i dati di tutti i contratti attivati (a tempo determinato, apprendistato, contratti di collaborazione, altri contratti) che sono stati 5.150.539 e non 4.954.024 come comunicato precedentemente. Mentre il saldo fra i nuovi contratti registrati e quelli cessati nei primi sette mesi del 2015 registra 1.136.172 contratti attivati in più.

     

     

    2. SBANDA IL JOBS ACT CONTROLLI, CONGEDI E CIG ULTIMI SCOGLI

    Valentina Conte per “la Repubblica

     

    SUSANNA CAMUSSO GIULIANO POLETTI SUSANNA CAMUSSO GIULIANO POLETTI

    Annunciati per oggi in Consiglio dei ministri, rinviati alla prossima settimana. Il destino degli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs Act sembra appeso a un calendario troppo fitto per il primo Cdm dopo la pausa estiva. «Ho parlato con il premier, non c' è alcun problema di merito, ma c' erano troppi provvedimenti all' ordine del giorno ed altri temi con scadenze più stringenti», rivela il ministro Giuliano Poletti.

     

    Con una palese retromarcia, solo poche ore dopo aver assicurato, dal palco del meeting di Rimini, il varo per oggi dei provvedimenti. Cos' è successo nel frattempo? I tecnici chiamano il ministro da Roma, mentre è in corso il preconsiglio, la riunione chiave che precede il Cdm. Dopodiché tutto salta. Nel mezzo una telefonata Poletti-Renzi.

     

    A scorrere l' ordine del giorno del Consiglio dei ministri, i punti non sembrano però né numerosi né incompatibili con i decreti sul lavoro. La ratifica degli accordi bilaterali fiscali con Svizzera, Monaco, Vaticano, Liechtenstein. E un decreto del presidente della Repubblica sul regolamento per individuare gli aeroporti di interesse nazionale. Poi certo c' è il verdetto su Roma dopo Mafia Capitale.

     

    RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE

    «Porterà via molto tempo e non volevamo svilire l' importanza della chiusura del Jobs Act», fanno sapere dal ministero del Lavoro. Con questi quattro decreti attuativi, già approvati dal Consiglio dei ministri di giugno e poi licenziati ai primi di agosto dalle commissioni parlamentari con parere consultivo non vincolante, in effetti la legge delega sul lavoro nota come Jobs Act è completata.

     

    Ma la mancata approvazione definitiva di oggi autorizza qualche dubbio sui nodi lasciati aperti. A partire dal discusso controllo a distanza sui lavoratori. Per finire con il congedo parentale ad ore da rendere strutturale, come più volte ribadito dallo stesso ministro. Passando per le nuove regole sulla cassa integrazione, in parte contestate dai sindacati. Alle altre sui disabili che consentono l' assunzione nominativa, senza rispettare la graduatoria predisposta dai centri per l' impiego e stilata anche tenendo conto della gravità dell' handicap. Senza trascurare le norme volute per impedire l' odiosa pratica delle dimissioni in bianco.

     

    cesare damiano manifestazione cgil cesare damiano manifestazione cgil

    «Spero proprio che il governo tenga conto dei punti di accordo trovati con le commissioni parlamentari su tante questioni importanti, a partire dai controlli a distanza», chiede Cesare Damiano, ex ministro e presidente della commissione Lavoro della Camera. In questo caso, il tema non è solo la privacy del lavoratore che può essere sorvegliato da remoto tramite videocamera, ma anche seguito via tablet, smartphone, badge, computer, portatile, mail.

     

    La questione sensibile riguarda piuttosto l' uso dei dati raccolti anche a fini disciplina- ri, cioè per licenziare il lavoratore. La soluzione trovata dalle commissioni Lavoro è quella di distinguere tra strumento che si installa e dispositivo che si mette in tasca. Nel primo caso la telecamera - si chiede di tornare alle norme originarie dello Statuto dei Lavoratori del 1970. E dunque consentire la ripresa dei lavoratori per la salvaguardia del patrimonio aziendale o la sicurezza degli impianti.

     

    la firma di renzi sul jobs act la firma di renzi sul jobs act

    Ma solo dietro accordo sindacale ed escludendo l' uso dei filmati come causa di licenziamento. Nel secondo caso - tablet e smartphone - si lascia la norma nella versione del governo: controllo sì, senza accordo, ma con informativa al dipendente e possibilità anche di licenziare, utilizzando i dati raccolti.

     

    Tra le modifiche quasi certe ai decreti c' è la conferma del congedo parentale ad ore, in scadenza a dicembre, reso strutturale. E dunque per sempre. Poi lo slittamento al 2016 dell' Anpal, la nuova agenzia di collocamento così attesa, ma penalizzata dal caos sui dipendenti delle Province cancellate che lavorano nei centri per l' impiego. Sulla cassa integrazione, la Uil con Guglielmo Loy chiede di rivedere l' ipotizzata riduzione nella durata. «Troppo flebile la ripresa».

     

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