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    ABBIAMO SOPRAVVALUTATO I SERVIZI RUSSI – ANCHE LA FARNESINA L’8 MARZO AVEVA AVVERTITO I CITTADINI ITALIANI AD EVITARE ASSEMBRAMENTI A MOSCA PER IL RISCHIO DI ATTENTATI, DOPO GLI ARRESTI DEL GIORNO PRIMA. LA CASA BIANCA AVEVA LANCIATO L’ALLARME, MA PUTIN SE N’È FOTTUTO – IL BILANCIO DEI MORTI SALE A 115 – LE CELLULE ISLAMICHE DEL CAUCASO E LA FEROCIA DEI CECENI, CONSIDERATI I PIÙ "CATTIVI" TRA I RANGHI DELLO STATO ISLAMICO...


     
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    STRAGE MOSCA, SALE A 115 IL BILANCIO DEI MORTI

    attentato alla crocus city hall di mosca 18 attentato alla crocus city hall di mosca 18

    (ANSA) - E' salito a 115 morti il bilancio dei morti nell'attacco di ieri a Mosca. Lo scrive la Tass citando fonti investigative.

     

    FARNESINA AVEVA AVVERTITO L'8/3 DI EVITARE ASSEMBRAMENTI A MOSCA

    (ANSA) - Anche la Farnesina l'8 marzo aveva pubblicato sul sito 'Viaggiare sicuri' un avvertimento in cui invitava i cittadini italiani ad evitare gli assembramenti e anche gli "eventi culturali con grossa partecipazione" nella città di Mosca. Il 7 marzo era stato annunciato dalle autorità russe lo smantellamento di una cellula terroristica che stava pianificando un attacco in città. L'indicazione era stata resa pubblica dall'Unità di Crisi del Ministero degli Esteri. Le indicazioni dell'Unità di Crisi del ministero degli Esteri sono frutto innanzitutto di analisi e previsioni che tengono conto del comportamento nel tempo di gruppi terroristici o criminali in azione in diversi scenari globali.

     

    I PRESUNTI ATTENTATORI DELLA CROCUS CITY HALL - MAKHMADRASUL NASRIDINOV - RIVOZHIDIN ISMONOV -SHOKNINDZHONN SAFOLZODA - RUSTAM NAZAROV I PRESUNTI ATTENTATORI DELLA CROCUS CITY HALL - MAKHMADRASUL NASRIDINOV - RIVOZHIDIN ISMONOV -SHOKNINDZHONN SAFOLZODA - RUSTAM NAZAROV

     

    PUTIN SENTE LUKASHENKO, INSIEME IN LOTTA AL TERRORISMO

    (ANSA) - Il presidente Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, nella quale hanno discusso dell'attacco terroristico al Crocus City Hall. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, come riporta Ria Novosti.

     

    "Il presidente della Bielorussia ha espresso profonde condoglianze in relazione all'attacco terroristico di ieri a Mosca. Le parti hanno confermato la loro disponibilità a collaborare nella lotta contro il terrorismo", ha detto il portavoce del presidente russo.

     

     

    IL CAUCASO E LA DIASPORA DELLE CELLULE DELLO STATO ISLAMICO

    Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

     

    Ancora non c’è modo di verificare l’attendibilità della rivendicazione di Isis per il massacro di Mosca di ieri sera. Impossibile al momento dire con certezza chi siano i responsabili. Si può però affermare che il modus operandi dei terroristi e l’attacco contro civili inermi in un momento di forte ripresa della repressione interna da parte del regime di Putin — dopo le elezioni di pochi giorni fa e la necessità di controllo sulla popolazione in vista dell’intensificazione della guerra in Ucraina —, possono indurre a guardare con attenzione anche alla pista islamica.

     

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    Le cellule cecene erano tra le più feroci e militanti tra i ranghi del Califfato nel suo periodo di massima espansione nel 2014-16. I cristiani iracheni caduti sotto il loro controllo ne parlavano con terrore: erano spesso proprio i ceceni a eseguire gli interrogatori e le esecuzioni più feroci.

     

    Durante le battaglie contro le truppe di Bashar al-Assad erano ancora i ceceni a dare la caccia con maggiore determinazione ai soldati russi inviati da Putin per sostenere il regime. Quando poi, tra il 2017 e 2018, Isis venne battuto, parecchi analisti puntarono il dito sul pericolo rappresentato dai militanti che tornavano alle loro case nelle province musulmane della Russia.

     

     

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    Alcuni di loro formarono anche cellule agguerrite per cercare di scalzare il regime di Ramzan Kadyrov nella stessa Cecenia. Altri tornarono nelle repubbliche islamiche del Caucaso del nord dove molti dei profughi delle battaglie in Cecenia avevano trovato rifugio creando un attivo movimento locale e nel 2016 agivano sventolando le bandiere nere e gli slogan di Isis.

     

    Le stesse autorità di Mosca nel 2016 indicavano che la guerriglia locale potesse contare su oltre 5.000 elementi. Le loro azioni sono state sporadiche. Il 18 febbraio del 2018 un militante di Isis uccise cinque persone nella chiesa russa di Kizlyar. Altri scontri a fuoco sono avvenuti nel 2019 in Daghestan e sembra che alcuni elementi si siano spostati in Azerbaigian.

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