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    ABBIAMO SPIANATO UNA PRATERIA AI MILIARDARI RUSSI IN ITALIA, E ORA È TROPPO TARDI PER TORNARE INDIETRO - IL 13% DEL PETROLIO RAFFINATO IN ITALIA ARRIVA DALLA ISAB DI PRIOLO, IN PROVINCIA DI SIRACUSA. UN TEMPO APPARTENEVA A ERG, ORA È DI PROPRIETÀ DELLA SVIZZERA LITASCO SA, CONTROLLATA DA LUKOIL, DELL’OLIGARCA RUSSO VAGIT ALEKPEROV, EX MINISTRO DELL’INDUSTRIA DELL’UNIONE SOVIETICA E ORA QUARTO UOMO PIÙ RICCO DEL PAESE…


     
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    Fausta Chiesa per www.corriere.it

     

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    «La raffineria funziona a pieno regime, non c’è nemmeno un quarto d’ora di cassa integrazione, ma si lavora con il punto interrogativo perché l’allungarsi dei tempi della guerra preoccupa tutti».

     

    Siamo a Priolo, sulla costa a Nord di Siracusa, e a parlare è Fiorenzo Amato, sindacalista interno e segretario della Filctem Cgil locale. Siamo in Sicilia, ma la proprietà della Isab (Industria Siciliana Asfalti e Bitumi) l’ultima raffineria costruita e avviata in Italia, è della Lukoil, secondo produttore russo di petrolio.

     

    vladimir putin vagit alekperov vladimir putin vagit alekperov

    La Isab — anzi, le due Isab, l’impianto Nord e quello Sud un tempo appartenenti a Erg — è di proprietà della svizzera Litasco SA, controllata da Lukoil, posseduta in maggioranza dall’oligarca Vagit Alekperov, quarto uomo più ricco del Paese e già vice-ministro dell’industria petrolifera e del gas dell’Unione Sovietica.

     

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    Le sanzioni internazionali finora non hanno colpito l’energia, come il petrolio e il gas, ma le pressioni da parte degli Stati Uniti ci sono e in futuro l’embargo potrebbe colpire anche qui. Anzi, comincia già a colpire. «Il problema finora — spiega Amato — ha riguardato la scontistica delle fatture delle imprese fornitrici, come le aziende che fanno i lavori all’interno della raffineria, che la banca non anticipa più». Le sanzioni hanno già colpito i sistemi di pagamento con la Russia.

     

    Da Lukoil il 13% del petrolio raffinato in Italia

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    Così al momento le conseguenze riguardano l’indotto, ma se le sanzioni dovessero estendersi all’energia il nostro Paese avrebbe un problema in casa sua. Non soltanto perché si fermerebbero i mille dipendenti e i 2.500 lavoratori dell’indotto, oltre che la mobilità su strada della regione e buona parte di quella nazionale.

     

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    Isab è la più grande raffineria italiana in termini di capacità, e rappresenta quasi un quarto (circa il 22%) della capacità di raffinazione complessiva del Paese, secondo i dati dell’organismo dell’industria petrolifera Unem, di cui è socia. Nel 2019, prima che la pandemia di Covid-19 intaccasse la domanda di energia, la produzione ammontava a 10,6 milioni di tonnellate, il 13% del totale italiano. L’impianto dà lavoro a circa mille persone, che diventano 2.500 considerando i lavoratori dell’indotto.

     

    Lukoil in Italia dal 2009

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    La sua importanza va ben oltre il numero dei lavoratori. Lukoil è una delle compagnie petrolifere più importanti al mondo per riserve di greggio. È sbarcata in Italia nel 2009 e da ottobre ha iniziato a operare sul mercato italiano, importando e distribuendo prodotti raffinati dal gruppo (gasoli, plastiche, paraffine, lubrificanti e altri) e crescendo nel segmento della distribuzione.

     

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    La possibilità di caricare presso la raffineria mette a disposizione una gamma di prodotti extra rete, dal gasolio auto al gasolio per riscaldamento e produzione energia elettrica, da benzina agricola a Gpl miscela e propano. Capo-fabbrica a Priolo è Oleg Durov, direttore generale, che il 29 marzo ha incontrato le Rsu per annunciare il nuovo vice-direttore generale che succederà a breve all’ingegnere Bruno Martino: è l’ingegnere Enzo Maurizio Montalbano.

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