Samuel Moretti per www.lastampa.it
VANNA GIUSTETTI - APERIMASCHERINA
Popolo dello spritz, la quarantena è finita. E se proprio non potrete fare a meno, ora che la Fase 2 si scalda con i locali a pieno ritmo, di godervi un sospirato happy hour, almeno fatelo indossando una «Aperimascherina». Occhio però: non la troverete in qualche elenco dei dpi approntato dal governo, non figura in alcun Dpcm o protocollo regionale.
TUTTI ASSEMBRATI PER L'APERITIVO A CAMPO DE' FIORI la mascherina pac man per mangiare al ristorante
Per procurarvene una dovrete chiedere a Vanna Giustetti, che l’ha inventata per ingannare la lentezza delle lancette in questa quarantena prolungata. «L’idea è venuta per caso da una chiacchierata con mio figlio Diego, anche se in realtà stavo pensando a una mascherina per i fumatori», racconta la donna, che insegna Stilismo all’Università popolare e nel piccolo progetto ha messo la sapienza conquistata in decenni di esperienza sul campo.
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L’aperimascherina funziona così: simile nella forma a qualunque altro dispositivo, ha una finestrella assicurata da un velcro. Basta aprirla, infilare la cannuccia e richiuderla. Ma quel che conta è il materiale: «L’ho realizzata con un tessuto impermeabile, traspirante e idrorepellente. Al contrario della maggior parte delle mascherine, che non garantiscono protezione totale per sé e gli altri, la mia ha una tenuta stagna, sullo stile delle Ffp2, e la parte interna foderata».
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E anche la finestrella del bevitore ha un sistema a prova di droplet: una volta chiusa all’esterno con il velcro, dentro ci sono altri tre stati protettivi. Per un aperitivo a prova di contagio persino nella ressa dei Navigli: «In caso di assembramento è una soluzione pratica per proteggersi», aggiunge Giustetti. Che ha messo nel conto di poter ricevere qualche richiesta: «Sono pronta a realizzarne altre, il problema di questi tempi è reperire il materiale necessario, soprattutto il tessuto e i fermagli per assicurare la parte alta attorno al naso. Finora mi sono arrangiata con ciò che avevo in casa».
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Per realizzare un’aperimascherina lei impiega circa un’ora e mezzo e finora le ha fatte per la famiglia. Ma in caso di richieste, chissà, potrebbe farsi dare una mano «dalle mie ragazze», come le chiama lei, dell’Università popolare, esperte in disegno tecnico applicato all’abbigliamento: «L’attività per ora è ferma, stiamo valutando se riprenderla per concludere i corsi rimasti in sospeso». Nell’attesa c’è tutto il tempo di godersi un aperitivo in sicurezza: «Il mio preferito è un buon bicchiere di vino, ma mi rendo conto che non è un genere da poter bere con la cannuccia. Dovrò inventare una mascherina compatibile con il Prosecco», scherza. Insomma: Alla salute.
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