Massimo Sideri per www.corriere.it
HUAWEI
Anno 2020, piena pandemia. L’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump tuona pubblicamente contro la cinese Huawei, leader mondiale delle reti di telecomunicazioni: no al 5G cinese. Il Canada e la Gran Bretagna si allineano. L’Europa no.
Ora la Cnn con un’inchiesta esclusiva ha scoperto che non era una banale questione commerciale o una strategia di supremazia tecnologica: alcune reti cinesi situate già in territorio americano sarebbero «capaci di intercettare le comunicazioni militari americane» sino al punto, riferisce l’indagine dell’Fbi, di «bloccare le procedure legate all’arsenale strategico e tattico nucleare».
Il leak proprio ora
LA GUERRA DI DONALD TRUMP A HUAWEI
Non può essere un caso che il leak sia arrivato proprio ora: dopo 5 mesi di guerra russa in Ucraina, sebbene a singhiozzo, l’incubo di una escalation militare è emerso nelle parole dei falchi di Putin. E se quanto trapela dall’Fbi fosse vero la Cina di Xi Jinping avrebbe in mano il potere più temibile: la capacità di bloccare l’effetto deterrenza delle testate nucleari nei due blocchi contrapposti.
HUAWEI
Huawei ha smentito di avere queste capacità. E lo stesso governo cinese ha detto di non poter operare nello spettro esclusivo del ministero della Difesa Usa. Ma i precedenti non mancano: nel 2017 l’FBI bloccò un progetto faraonico per costruire un giardino nel punto più alto di Washington grazie a 100 milioni regalati generosamente da Pechino agli amici americani. I servizi segreti si insospettirono leggendo che la pagoda sita nel punto più alto della collinetta avrebbe dovuto essere assemblata con pezzi portati in territorio Usa dentro valigette diplomatiche. Storie da guerra fredda. Chiaramente il giardino non prese mai forma.
La finestra tecnologica
huawei
Le fonti dell’Fbi hanno ammesso con la Cnn che sarebbe molto difficile dimostrare che grazie alle antenne ci sia stato un effettivo furto di dati verso Pechino, ma la sola esistenza di questa finestra potenziale sulle procedure militari più segrete degli Stati Uniti è più che sufficiente per lanciare un allarme sulla sicurezza nazionale.
Come già per l’escalation negli investimenti sul nucleare militare che, andando a ritroso, si scoprono partire già con la presidenza di Barack Obama, anche le indagini sui tentativi cinesi di introdurre tecnologie di contro spionaggio in territorio americano risalgono all’era precedente a quella di Trump.
xi jinping con il ceo di huawei ren zhengfei
Ma notizie sulla tecnologia Huawei erano già trapelate all’interno dell’amministrazione di Trump prima della presa di posizione pubblica dell’allora presidente sul 5G, anche se nessun funzionario era autorizzato a parlarne direttamente vista l’indagine in corso. Nel 2020 il congresso americano aveva anche approvato un budget di 1,9 miliardi di dollari per smantellare tecnologie Huawei e Zte già funzionanti nelle zone rurali e meno sospette dell’ entroterra Usa, anche se nessuno di quei lavori risulta essere stato portato a termine.
thomas miao con virginia raggi all'inaugurazione del nuovo ufficio huawei di roma
La Fcc, l’autorità per il controllo delle comunicazioni, ha ricevuto oltre 24 mila richieste di smantellamento di reti cinesi, un’operazione che richiederebbe 3 miliardi di dollari.
Il dubbio sull’Europa
Se la tecnologi cinese dovesse sul serio permettere il blocco delle operazioni militari più delicate cosa dovrebbe fare l’Europa? Molti Paesi, Italia compresa, hanno acquistato massicciamente tecnologia cinese e in particolare di Huawei. Non c’è traccia di una simile finestra tecnologica potenziale per ora, ma viste le trasformazioni in corso sul fronte geopolitico (e geomilitare) l’Europa dovrà seguire con attenzione l’evoluzione dell’indagine dell’Fbi.
huawei huawei huawei 2