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    “VORREI PRENDERE IL TEMPO PER LA CODA” – ABO E LA BABELE DELLE AVANGUARDIE: A RIVOLI LA GRANDE MOSTRA DEDICATA A ACHILLE BONITO OLIVA - LUI DISSE A SUA MADRE CHE DA GRANDE AVREBBE VOLUTO FARE IL BAMBINO. E ADESSO CHE È STATO CELEBRATO CON TANTA MAGNIFICENZA COSA FARÀ DA GRANDE? “CRESCERÒ. NON MI PREFIGGO NULLA. HO SCOPERTO DI ME UN LATO DI SANTITÀ” – IL NUDO CON MOANA, LA TRANSAVANGUARDIA E QUEL SUO ESSERE “ANCHE UN PO’ CANNIBALE”…


     
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    Manuela Gandini per "la Stampa"

     

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    "Vorrei prendere il tempo per la coda», afferma Achille Bonito Oliva che è da sempre laicamente immerso nella vitalità del presente. Attorno a lui le sale del secondo piano del Castello di Rivoli traboccano di quadri, video, voci, libri, installazioni, documenti, impressioni, in una sovrapposizione dinamica di forme e di idee, in una vitalissima babele che ricostruisce live un pezzo di storia dell’arte, di costume e di politica dell’ultimo mezzo secolo.

     

    Si inaugura oggi la mostra a lui dedicata, A.B.O. Theatron. L’Arte o la Vita, curata da Andrea Viliani, elaborata su un concetto di Carolyn Christov-Bakargiev e Bonito Oliva, con la collaborazione di Marcella Beccaria, Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Stefano Chiodi, Paola Marino.

     

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    Nessun «amarcord», ma il vitale percorso intellettuale del critico che ha inventato nuove scritture espositive, ha scardinato i confini dell’arte ed è entrato istrionico nel mondo dello spettacolo. Che effetto le fa Bonito Oliva essere celebrato con questa enfasi? «Mi sento un osservatore. La mostra riguarda un’attività già svolta che non si può correggere, che è fatta! E devo avere l’onestà di guardarla senza scorrettezza. Cioè correzioni per strada».

     

    E gli errori di percorso? «Non esistono errori, per me l’errore corrisponde con “l’errare”, quindi col mio nomadismo. Sono un osservatore osservato, anche dagli altri, senza più vita privata».

     

    Welcome! Benvenuti in un viaggio nel tempo che non conosce divisioni tra passato e futuro e neppure prevedibili linearità, ma si estende lateralmente in ogni direzione. Questo è il pensiero, il comportamento e la pratica di ABO che degli Anni 70 parla di «Obliquità» e teorizza «L’ideologia del Traditore». «Il traditore – afferma - è una figura platonica. Perché guarda il mondo, vorrebbe cambiarlo e non agisce, vive tutto nella sua riserva mentale».

    ACHILLE BONITO OLIVA 9 ACHILLE BONITO OLIVA 9

     

    Eclettico catalizzatore delle energie artistiche più innovative degli ultimi decenni, nel 1973 organizza Contemporanea, una mostra nel parcheggio di Villa Borghese, a Roma, portando in Italia la Pop Art e Joseph Beuys, il Minimalismo e Fluxus. Squarcia così tutti i confini disciplinari e le «scuderie» dei mercanti. L’energia che sprigiona cambia i parametri della critica. Il suo percorso non è mai accademico: diventa membro del Gruppo 63, fa poesia visiva, viene chiamato da Argan a scrivere l’ultimo volume della sua Storia dell’arte, fa un libro con Roland Barthes e uno con J. L. Borges, partecipa a trasmissioni tv come Quelli della Notte, Caramba che fortuna.

     

    ACHILLE BONITO OLIVA 1 ACHILLE BONITO OLIVA 1

    Posa nudo per Frigidaire, si fa filmare nudo a fianco di una Moana Pozzi vestita e, sprezzante di ogni convenzione, sovverte il costume con una libertà assoluta. Unisce felicemente cultura alta e bassa senza alcun moralismo. La neo-presidente del Castello di Rivoli, Francesca Lavazza, è entusiasta: «Ci vuole coraggio, critica e libertà di pensiero per affrontare questo periodo. L’arte continua ad avere un ruolo non solo curativo ma prospettico, soprattutto in una location come questa nella quale inserire un personaggio come Bonito Oliva - con la sua sicurezza e capacità interpretativa trasversale - può esser di grande ispirazione». Tra le opere storiche c’è Luna (1968) di Fabio Mauri che è un’immersione soft nel polistirolo e Lo spirato di Luciano Fabro. Poi ci sono i suoi ritratti: metafora della sua persona e del suo ruolo di «Autocritico».

    Bonito Oliva by Vettor Pisani Bonito Oliva by Vettor Pisani

     

    C’è il doppio ABO di Sandro Chia, che lo presenta in veste da camera e da lavoro, oppure Schifano – che geloso del doppio di Chia – dipinge tre volti di ABO. E Michelangelo Pistoletto lo ritrae col sigaro nel suo quadro specchiante. Negli Anni 80 il critico inventa la Transavanguardia, il movimento dei faboulous five: Chia, Cucchi, Clemente, Paladino, De Maria, artisti impertinenti, selvaggi, svincolati dai padri. Il suo narcisismo non gli impedisce di stabilire con gli artisti un rapporto di affettività. «Non affettività – mi corregge - ma intensità. C’è una felice esasperazione, approfondimento, degustazione; perché sono anche un po’ cannibale».

    cucchi e bonito oliva roma 1990 cucchi e bonito oliva roma 1990

     

    La sua Biennale di Venezia del 1993 anticipò gli slittamenti geografici e politici a venire, spostando e sostituendo i confini nazionali dei padiglioni. Lui disse a sua madre che da grande avrebbe voluto fare il bambino. E adesso che è stato celebrato con tanta magnificenza cosa farà da grande? «Crescerò. Non mi prefiggo nulla. Ho scoperto di me un lato di santità».

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    Bonito Oliva by Ducrot Bonito Oliva by Ducrot Dorfles, Bonito Oliva e Umberto Eco Dorfles, Bonito Oliva e Umberto Eco achille bonito oliva achille bonito oliva bonito oliva franco angeli castellani e pino pascali bonito oliva franco angeli castellani e pino pascali BONITO OLIVA murales4 BONITO OLIVA murales4 BONITO OLIVA murales5 BONITO OLIVA murales5 bonito oliva bonito oliva bonito oliva visto dall'alto bonito oliva visto dall'alto achille bonito oliva achille bonito oliva arbore e bonito oliva arbore e bonito oliva Bonito Oliva Francesco Clemente Bonito Oliva Francesco Clemente Achille Bonito Oliva Achille Bonito Oliva Achille Bonito Oliva Achille Bonito Oliva XLV Biennale di Venezia 1993: (da sinistra) l’artista Enzo Cucchi, il gallerista Emilio Mazzoli, il filosofo e scrittore tedesco Ernst Junger (Leone d’Oro per la cultura) e Achille Bonito Oliva XLV Biennale di Venezia 1993: (da sinistra) l’artista Enzo Cucchi, il gallerista Emilio Mazzoli, il filosofo e scrittore tedesco Ernst Junger (Leone d’Oro per la cultura) e Achille Bonito Oliva Assemblea durante Arte povera + Azioni Povere, Amalfi (1968) - Da sinistra- Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Filiberto Menna, Gillo Dorfles Assemblea durante Arte povera + Azioni Povere, Amalfi (1968) - Da sinistra- Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Filiberto Menna, Gillo Dorfles Achille Bonito Oliva Filiberto Menna Achille Bonito Oliva Filiberto Menna Renato Nicolini con Achille Bonito Oliva Renato Nicolini con Achille Bonito Oliva dago e achille bonito oliva dago e achille bonito oliva achille bonito oliva ph sandro giustibelli 1981 achille bonito oliva ph sandro giustibelli 1981 achille bonito oliva my italy achille bonito oliva my italy achille bonito oliva alla vii biennale di parigi 1971 achille bonito oliva alla vii biennale di parigi 1971 cosa bolle in pentola achille bonito oliva cosa bolle in pentola achille bonito oliva roberto benigni achille bonito oliva nicoletta braschi foto di bacco (1) roberto benigni achille bonito oliva nicoletta braschi foto di bacco (1) Filiberto Menna,Bonito Oliva e Joseph Beuys Filiberto Menna,Bonito Oliva e Joseph Beuys Tommaso Trini, Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Filiberto Menna, Marcello Rumma. “Arte Povera + Azioni Povere,” Amalfi, Italia (1968) Tommaso Trini, Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Filiberto Menna, Marcello Rumma. “Arte Povera + Azioni Povere,” Amalfi, Italia (1968) achille bonito oliva my italy achille bonito oliva my italy Achille Bonito Oliva Gucci Achille Bonito Oliva Gucci Achille Bonito Oliva Achille Bonito Oliva BONITO OLIVA MOANA BONITO OLIVA MOANA

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