Marilù Musto per “Il Messaggero”
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Il coltello affilato era puntato al fianco. «Sono incinta, vi prego», aveva detto Adele con un filo di voce prima di svenire a terra. Quando la donna si era girata facendo scorgere il pancione di sette mesi, i due rapinatori, poco più che maggiorenni, avevano sgranato gli occhi. Via il coltello, via la sciarpa dal viso: erano fuggiti a bordo di uno scooter.
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Nella notte, però, Adele, incinta di 25 settimane, ha perso il bambino. Lo spavento per la rapina l'ha tormentata per tutte le ore successive. E così, la visita dal ginecologo ha svelato il peggio: il battito del figlio non c'era più. La rapina è avvenuta martedì sera, in una stradina di San Felice a Cancello.
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IL MARITO
«Mia moglie è distrutta - ha detto Giuseppe, marito di Adele - è a pezzi. Negli ultimi due anni ha perso due bambini e questa cosa non ci voleva proprio. Spero si riesca a riprendere presto, specialmente per Antonio, il nostro primo figlio che ha visto la madre disperata. Al momento, abbiamo deciso insieme di non denunciare quanto è accaduto, nei prossimi giorni ci penseremo».
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È il tempo del lutto e della riflessione. San Felice a Cancello, paese-cerniera fra il casertano e Nola, è una zona franca, terra di «conquista» di balordi che godono di una via di fuga facile: da un lato Maddaloni, dall'altro Nola. Al centro, la strada che porta nel beneventano.
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«In zona ci sono alcune telecamere private di videosorveglianza - riprende il marito di Adele - Vorrei guardare negli occhi questi ragazzi, mia moglie ha detto che sono giovanissimi». La rapina si è consumata a pochi metri dall'abitazione di Adele. Si tratta di una traversa della centralissima via Napoli a San Felice.
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Lei si era accorta di essere seguita da due ragazzi, forse minorenni, in sella a uno scooter vecchio tipo di colore grigio, solo quando è arrivata sotto casa. In verità, aveva avuto uno strano sentore davanti a un negozio di abbigliamento a pochi passi dalla sede del Comune: i due gironzolavano attorno alla sua auto, una Hyundai; in un primo momento, non ci aveva fatto caso. E invece, Adele, di professione segretaria in un'azienda, ieri mattina è diventata una preda.
IL COLTELLO
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I due criminali si sono avvicinati alla donna che stava rincasando dopo una giornata trascorsa a casa dei genitori. Appena scesa dall'auto le hanno puntato un coltello suoi fianchi. «Dacci le chiavi dall'auto, altrimenti ti ammazziamo»: queste sono state le parole dei due, prima che la 45enne si accasciasse a terra perdendo parzialmente i sensi. La paura le ha giocato un brutto scherzo.
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Uno dei due ha riacceso il motorino e, facendo un cenno col capo al compagno, ha deciso di scappare in direzione della strada principale. Una conoscente, che stava passeggiando con un bambino, ha soccorso Adele. Qualche ora dopo, la donna ha cominciato ad avere forti dolori addominali; il marito, che intanto era stato avvertito da una sorella che vive sullo stesso pianerottolo ha trasportato d'urgenza la moglie al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Alfonso Maria de' Liguori di Sant'Agata de' Goti, dove è stata dimessa dopo qualche ora.
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Rientrata a casa, nella notte, i dolori sono continuati e dopo aver contattato telefonicamente il ginecologo di fiducia, Adele ieri mattina è stata sottoposta a una visita d'urgenza.
Purtroppo, il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso del bambino. Ha avuto un distacco di placenta e di conseguenza un aborto spontaneo. La minaccia di aggressione potrebbe aver procurato un dolore talmente forte da farla abortire. Adele avrebbe messo alla luce il piccolo Francesco Pio, secondogenito dopo undici anni dal primo. Ora, il sogno si è sciolto come neve al sole.