Giuliano Guzzo per "La Verità"
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Si può arrivare a ritirare un premio prestigioso osannando il diritto di aborto? In teoria, è un controsenso dato che la perdita, ancorché volontaria, di un figlio rappresenta comunque un dramma, come per decenni perfino il fronte femminista ha riconosciuto; in pratica, però, è quanto accaduto nelle scorse ore ai Golden Globes, la serata dei riconoscimenti statunitensi assegnati annualmente ai migliori film e programmi televisivi della stagione.
Nonostante l' ammonimento introduttivo del presentatore Ricky Gervais («Se stasera vincerete un premio, non fate discorsi politici.
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Non siete in grado di insegnare al pubblico nulla»), quasi nessuno degli attori premiati si è difatti risparmiato un piccolo comizio, da Joaquin Phoenix, premiato per Joker, il quale ha chiesto più impegno per combattere «questo clima impazzito», a Kate McKinnon, star di Saturday Night Live, che ha elogiato il coming out dell' attrice lesbica Ellen DeGeneres.
michelle williams e thomas kail
L' apice dell' inopportuno è però per l' appunto stato quello di Michelle Williams la quale, salita sul palco - peraltro in dolce attesa - per il premio di migliore attrice in una miniserie o film televisivo, non ha trovato di meglio che mettersi a esaltare, quasi fosse un vanto, il proprio precedente aborto.
michelle williams e la figlia
«Sono grata per il riconoscimento avuto grazie alle scelte che ho fatto», ha dichiarato l' attrice diventata famosa negli anni Novanta per aver interpretato Jen Lindley in Dawson' s Creek, «e sono anche grata di vivere in un momento per la nostra società, in cui esiste la possibilità di scelta».
A seguire, una sorta di apologia del diritto in vivere in modo disordinato ma autentico, come se la seconda cosa implicasse necessariamente la prima. «Se mi guardo indietro», ha infatti sottolineato la Williams, «posso vedere il segno della mia calligrafia dappertutto nella mia vita, disordinata e scarabocchiata, e in altri momenti attenta e precisa. Ma è tutto scritto di mio pugno.
sienna miller e kirsten dunst
Non sarei stata in grado di farlo senza la consapevolezza del mio diritto di donna, di scegliere quando e con chi avere un figlio».
Come c' era da aspettarsi, le dichiarazioni della bionda attrice non sono passate inosservate, scatenando incredule e roventi reazioni in Rete. Ma non solo. Nonostante la scontata ovazione di molti colleghi e gran parte del pubblico dei Golden Globes, c' è stato anche chi proprio non ce l' ha fatta a trattenere il proprio disappunto.
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Come l' autore ed umorista Tim Young, che non ha gradito l' accostamento tra successo e soppressione prenatale, quasi vi fosse un nesso obbligato. «Mi lascia perplesso», ha spiegato Young, «il fatto che Michelle Williams abbia affermato che non avrebbe avuto una grande carriera se non avesse abortito». Difficile dargli torto.
toni collette
L' aspetto più inquietante è che quello della Williams non è un caso isolato. Vantarsi pubblicamente di aver eliminato il figlio che si portava in grembo pare infatti stia diventando, tra le star, una sorta di moda. Basti pensare all' attrice britannica Jameela Jamil, la quale su Twitter nel dicembre scorso, poche settimane fa, ha scritto che abortire le ha donato una «vita meravigliosa».
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Con toni ancora più espliciti, prima di lei, era stata invece l' attrice Alyssa Milano a descrivere i suoi due aborti come una «grande gioia».
La sensazione è insomma che il mondo del cinema stia spingendo a più non posso in questa direzione. Che non sia solo una impressione lo prova il lavoro della sociologa Gretchen Sisson, curatrice Abortion Onscreen, un database dove vengono tracciati gli spettacoli in streaming, le pellicole e le serie tv statunitensi in cui si parla di aborto procurato.
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Ebbene, per il 2019 la Sisson - la quale, per la cronaca, non è pro life - ha catalogato 31 situazioni in cui si è parlato dell' aborto procurato, rilevando come in ben 26 di esse la perdita di un figlio sia stata presentata totalmente priva di conseguenze. Una passeggiata, insomma, se non perfino qualcosa di cui menar vanto. Michelle Williams docet.
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