giorgia meloni marco marsilio a pescara 3
DAGOREPORT
Il 53,5% che ha dato la vittoria a Marco Marsilio ha un nome e cognome: Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila che, in cambio di una candidatura alle europee, ha convinto a portare alle urne un bel numero di fratellini d’Italia, che non avevano nessuna voglia di votare un presidente che l’Abruzzo lo vede da cinque anni solo via smartworking dalla sua casa di Roma.
LUCIANO D'AMICO
Il 46,5% dello sconfitto Luciano D’Amico va addebitato alla caduta libera del Movimento 5 Stelle: 18,4% alle politiche del 2022, domenica 7%): è successo che mentre in Sardegna gli elettori del Pd hanno votato la contiana Todde, la vecchia guardia protestataria grillina non si è presentata alle urne per mettere la croce su Luciano D’Amico.
giuseppe conte alessandra todde elly schlein
Per molti pentastellati, quello con il Pd di Elly Schlein, è solo un ‘’campo-lardo”. Ma il camaleontico Conte sa bene che senza una alleanza con i Dem non toccherà mai palla e il suo sogno-ossessione di ritornare per la terza volta premier se lo può mettere in quel posto.
Il previsto tracollo della Lega (7,5%) si sposa con il successo di Forza Italia (nel 2022, 13,4%; 11,1% nel 2022), dimostrazione che i leghisti abruzzesi sono dei liberali che non hanno nulla a che vedere con il mal-destro Salvini. Ma la Melona ha poco da cantar vittoria: alle politiche del settembre 2022 ha raccolto il 27,7%, domenica in Abruzzo ha ottenuto il 24,1%.
matteo salvini francesca verdini
Ma il vero problema è un altro: la Ducetta sa benissimo di avere piantato alle costole un Capitano degradato a piantone. Quali saranno le sue mosse? Con il Carroccio sulle barricate, possiamo aspettarci di tutto, di più.
Per la prossima tornata delle Regionali in Basilicata, terra che è sempre stata governata dalla sinistra eccetto all’ultima tornata, che si terranno il 21 e il 22 aprile, per il dem Angelo Chiorazzo non sarebbe difficilissimo sconfiggere l’ex generale Vito Bardi, di Forza Italia, che punta alla sua riconferma. Come in Sardegna, occorre presentarsi uniti, ma i pentastellati rifiutano di votare Chiorazzo, il quale nell’incontro che ha avuto ieri con Conte ha dato la sua disponibilità a farsi da parte. Ma c’è un ma: “Se posso scegliermi il sostituto”.