1 - IL PESO SUL CONCLAVE DELLO SCANDALO PEDOFILIA I CASI IN IRLANDA E USA
Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"
Forte di 11 cardinali, la componente statunitense del prossimo Conclave è la più consistente dopo quella italiana. Anche per questo molti vaticanisti inseriscono Timothy Dolan, vescovo di New York e capo della chiesa cattolica nordamericana, tra i papabili. Ma sulla chiesa Usa pesa da anni l'ombra dello scandalo dei preti pedofili: una questione destinata a contare nella scelta del successore di Benedetto XVI e non solo per quanto successo al di là dell'Atlantico.
ARCIVESCOVO TIMOTHY DOLANIeri è tornato sotto i riflettori il caso del cardinale belga Godfired Danneels, messo sotto inchiesta tre anni fa per il sospetto di aver occultato centinaia di casi di abusi sui minori. E alcuni gruppi di fedeli hanno chiesto di nuovo le dimissioni del cardinale irlandese Sean Brady, accusato di non aver bloccato i molti sacerdoti pedofili di cui, pure, aveva saputo (la vicenda risale agli anni 70 e Brady si difende sostenendo che allora, quando partecipò alle indagini ecclesiastiche, non aveva i poteri per intervenire).
IL CARDINALE DOLAN ARCIVESCOVO DI NEW YORKMa la chiesa più scossa dalla tempesta della pedofilia è sicuramente quella americana, dove gli episodi denunciati sono ormai migliaia. Il caso più eclatante, del quale anche il Corriere si è occupato nei giorni scorsi, è quello del cardinale Roger Mahony: l'ex arcivescovo di Los Angeles invitato a gran voce da molti gruppi cattolici (ai quali ha fatto da megafono anche il settimanale Famiglia Cristiana) a restare a casa, rinunciando a partecipare alla votazione per il nuovo Pontefice.
Mahony, indagato dalla magistratura per le sue gravi omissioni, dovrà deporre in tribunale domani, prima di partire per Roma. Ma il cardinale californiano non è l'unico che in questi giorni è stato chiamato a testimoniare su casi di abusi sessuali.
Roger MahonyIeri è toccato proprio a Dolan, ascoltato a porte chiuse sui casi di pedofilia verificatisi nella diocesi di Milwaukee, in Wisconsin, della quale l'autorevolissimo prelato, chiamato da Barack Obama e Mitt Romney a benedire tanto la «convention» democratica quanto quella repubblicana prima delle elezioni presidenziali del novembre scorso, è stato capo per sette anni, dal 2002 al 2009.
A differenza degli altri cardinali, Dolan non ha gestito la diocesi mentre si verificavano i casi di pedofilia. Anzi, venne mandato a Milwaukee per cercare di riparare i danni e ridare prestigio alla Chiesa dopo lo scandalo. Ma oggi il cardinale deve fronteggiare i rilievi degli avvocati di 350 delle 570 persone che subirono abusi a Milwaukee e che lo accusano di non aver fatto molto per individuare e punire i responsabili e, soprattutto, di aver occultato (anche in un fondo per la gestione dei cimiteri) una parte del patrimonio della diocesi (120 milioni di dollari) che andava, invece, messo a disposizione delle autorità che avevano deciso una serie di indennizzi a favore delle vittime.
cardinal roger mahonyIeri non è trapelato nulla della testimonianza di Dolan, che è stata secretata. Ma di certo l'episodio non giova all'immagine del cardinale che del resto domenica, a fine omelia, nella cattedrale di San Patrizio, aveva risposto con un beffardo «dovete aver fumato marijuana» ai cronisti che gli chiedevano di una sua possibile elezione a Papa.
Dolan è diventato arcivescovo di New York nel 2009 e due anni dopo il suo successore a Milwakee ha dichiarato la bancarotta della diocesi. Un espediente per evitare di pagare indennizzi alle vittime dei preti pedofili adottato anche da altre sette diocesi degli Stati Uniti.
Insomma, il «team Usa» non si presenta al Conclave nella luce migliore. Tra i suoi undici cardinali (quasi il 10 per cento del sacro collegio), ce n'è anche un terzo, l'ex arcivescovo di Filadelfia Justin Rigali, che arriva a Roma inseguito dall'ombra dello scandalo: formalmente ha lasciato l'incarico per motivi di età, ma secondo molti è stato «dimissionato» per aver ignorato le responsabilità di 37 preti pedofili. Né il suo caso, né, tantomeno, quello di Dolan, sono, comunque, lontanamente paragonabili allo scandalo Mahony il cui comportamento è stato pubblicamente condannato anche dal suo successore, l'attuale arcivescovo di Los Angeles Josè Gomez.
Mitt Romney Vs Obama2 - L'AVVOCATO CHE DIFENDE LE VITTIME USA "ANCHE IL PAPABILE DOLAN DEVE SPIEGARE"
Arturo Zampaglione per "la Repubblica"
Sua Eminenza, risponda: quando e come è venuto a conoscenza che Lawrence Murphy, un sacerdote della sua ex arcidiocesi, aveva molestato sessualmente 70 bambini sordomuti di un collegio vicino a Milwaukee? E dopo quanto tempo ha denunciato quel caso alle autorità? Duro e implacabile, Jeff Anderson, l'avvocato che da 28 anni difende le vittime dei preti pedofili, non si è fatto scrupoli, né ha avuto timori reverenziali, nell'interrogare mercoledì sera Timothy Dolan.
Obama Romney lultima sfida tvCardinale da un po' meno di un anno e da quattro «arcivescovo della capitale del mondo», come una volta Giovanni Paolo II chiamò New York, Dolan, 63 anni, è, tra gli americani, quello che ha le maggiori possibilità di diventare Papa. È anche il presidente della conferenza episcopale americana. Ma poco prima di salire sull'aereo per Roma, dove saluterà Benedetto XVI e parteciperà al conclave, anche lui è stato sottoposto a un imbarazzante interrogatorio sullo scandalo che ferisce, sconvolge e dissangua la chiesa d'oltreoceano.
Di fronte ad Anderson e all'avvocato della chiesa di Milwaukee, Frank LoCoco, Dolan ha ricostruito per tre ore la storia passata e ha spiegato il suo comportamento quando, tra il 2002 e il 2009, era arcivescovo di Milwaukee. È probabile che il cardinale conoscesse già la domanda più difficile: perché aveva versato 20mila dollari a due sacerdoti sospettati di pedofilia in cambio delle loro dimissioni? Perché non li aveva fatti arrestare?
Certo, erano anni difficili per la diocesi: tant'è vero che ora ha 575 richieste di risarcimento di altrettante vittime degli abusi del clero (di cui un terzo rappresentati dall'avvocato Anderson). E, dopo aver pagato già 9 milioni di dollari di spese legali, il successore di Dolan in quella arcidiocesi del Wisconsin, Jerome Listecki, ha portato i libri in tribunale. Ha paura di rimanere senza un soldo: come del resto altre sette diocesi americane che hanno avviato le procedure fallimentari.
Andersen, qual è stato il risultato della deposizione del cardinale Dolan? Ha forse aperto nuovi scorci sui problemi della chiesa sulla pedofilia e sull'impegno per risolverli?
«È stato molto importante per capire come gli abusi contro i bambini siano stati gestiti, o malgestiti, dalla chiesa di Milwaukee. Non posso dire di più sui contenuti della deposizione, perché sono coperti dal segreto, come anche i documenti della diocesi: ma ho chiesto ufficialmente che vengono resi pubblici al più presto».
Come spiega tanti interrogatori di cardinali americani, proprio adesso, alla vigilia del Conclave? Le ricordiamo che questo sabato ci sarà quello dell'ex-arcivescovo di Los Angeles, cardinal Roger Mahony, che, pur essendo considerato un progressista, è stato esonerato da ogni compito dal suo successore, ed è accusato di aver protetto - o quanto meno, non liquidato - i preti pedofili.
«La giustizia sta facendo il suo corso: non c'è nulla di anomalo nella deposizione del cardinale Dolan. E quello di Milwaukee non è certo un caso isolato. Su 177 diocesi americane 177 sono state coinvolte dallo scandalo: come dire? Tutte».
Ci perdoni: non si tratta della solita "esagerazione" americana?
«Spesso all'estero non si capisce la portata del fenomeno: qui negli Stati Uniti siamo di fronte a una sistematica violazione dei diritti dei bambini, le cui cause vanno cercate nei rapporti gerarchici imposti dal Vaticano su tutta la chiesa. Invece di denunciare subito alle autorità locali i reati di pedofilia di un sacerdote, i vescovi e gli arcivescovi hanno insabbiato tutto aspettando istruzioni da Roma. Che hanno sempre tardato ad arrivare».
Certo i dati sono inquietanti. A dispetto della linea di "zero tolerance" introdotta da tempo, la Chiesa cattolica americana ha già pagato dai 2 ai 3 miliardi dollari di risarcimento danni alle vittime delle molestie. Come dire: metà del valore della Fiat. Secondo uno studio commissionato proprio dalla conferenza episcopale, ci sono state 11mila denunce contro 4392 sacerdoti, cioè contro il 4 per cento del totale del clero.
Ma non era già cambiato qualcosa con l'arrivo di Benedetto XVI?
«No, è cambiato ben poco, siamo sempre alle prese con sotterfugi e insabbiamenti. Per secoli i Papi hanno imposto il loro potere su quello temporale. E fin quando la chiesa non ammetterà le sue colpe e riconoscerà che i vescovi devono rispettare, prima di tutto, le leggi delle nazioni, e poi le gerarchie ecclesiastiche, non ci sarà una soluzione duratura».