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    ACQUA AZZURRA - MARTINENGHI FA LA STORIA E CONQUISTA L'ORO NEI 100 RANA AI MONDIALI DI BUDAPEST (APPROFITTANDO DELL'ASSENZA DI SUA MAESTA' ADAM PEATY) - DOPO IL BRONZO A TOKYO, UN SUCCESSO CHE DA' CONTINUITA'. GIA' IN SEMIFINALE AVEVA AVUTO SENSAZIONI POSITIVE: "E' STATA LA GARA IN CUI HO FATTO MENO FATICA A QUESTI LIVELLI" - E GIOVEDI' TOCCHERA' ALLA PROMESSA BENNY PILATO CHE TORNA DOPO IL FLOP OLIMPICO...


     
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    Arianna Ravelli per il corriere.it

     

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    Tete Martinenghi non si è mai nascosto, non è proprio il tipo, basta vedere il video di presentazione che sparano sul maxischermo della Duna Arena al via della sua gara: prima mima un pistolero e poi fa il gesto di bere (forse sottintende che si beve tutti gli avversari): è quello che fa. Oro nei 100 rana in 58’’26 davanti all’olandese Kamminga e all’americano Fink.

     

    «Sono stati i 100 rana in cui ho fatto meno fatica a questi livelli», era stato il suo commento con sorriso alla semifinale chiusa con il miglior tempo. Beh, il termometro delle sue sensazioni era corretto. Se il re Adam Peaty non c’è ci dispiace per lui (che, povero, si è fratturato un dito del piede), ma come fece Simona Quadarella che vinse il Mondiale a Gwangju approfittando dell’assenza del fenomeno Ledecky (e domani c’è l’ennesimo capitolo di questa sfida nella finale dei 1500), lo stesso fa il varesino, figlio di orafo che con i metalli preziosi comincia a prendere confidenza: bronzo a Tokyo, addirittura oro qui.

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    Il ritorno di Benny Pilato

    È una ragazza in trasformazione, e a 17 anni non potrebbe essere diversamente, Benny Pilato: non è quella che l’anno scorso qui agli Europei di Budapest nei 50 metri faceva segnare il record del mondo, ma non è neanche più quella che a Tokyo è uscita delusa dopo il flop nei 100.

     

    «Sinceramente non ci penso più, siete voi che ci date così tanta importanza ma una gara sbagliata può succedere. Dai miei primi Mondiali (quando vinse l’argento nei 50, ndr) sono passati quattro anni ma sembrano molti di più, sono cambiata tanto. Qui sono tranquilla». Quello che non cambia è lo spirito e il percorso prudente di crescita, sotto il controllo di Vito D’Onghia l’allenatore che non è allenatore di professione e che conosce tutti i segreti di Benny. In genere, nelle trasferte internazionali, lui la deve seguire da casa.

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    «Arriverò giovedì, come spettatore, visto che per fortuna alle gare è tornato il pubblico, ma sono fiducioso che in futuro potrò esserci anche a bordo vasca - racconta da Taranto - ci sarò in tempo per la gara dei 50. Comunque le fa bene cavarsela senza di me, è tutta esperienza che la irrobustisce. Tokyo? È stata un’Olimpiade strana, abbiamo capito cosa non ha funzionato: qualcosa abbiamo cambiato, ma si vede che doveva andare così, in fondo fosse stata nel 2020 non avrebbe neanche partecipato».

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