Marco Gasperetti per il Corriere.it
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«Giù le mani, lo zaino è mio. Lasciatemi in pace, andate via», ha gridato l’amico. Lorenzo ha capito subito che cosa stava accadendo. Stefano aveva bisogno di aiuto, i bulli lo stavano minacciando. E anche se non poteva vedere quei prepotenti e neppure capire quanti fossero ha deciso di intervenire. Per un attimo ha pensato che se lo avessero aggredito non avrebbe potuto difendersi e neppure scappare. Perché loro potevano guardarlo in faccia, lui no. Lorenzo, nome di fantasia, è cieco dalla nascita. Così questo ragazzino, uno studente di 16 anni, ha fatto cinque passi in avanti con le mani tese verso quelle voci. E ha gridato anche lui, più forte che mai: «Giù le mani, preponenti, giù le mani dal mio amico».
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Il seguito della cronaca è da incubo. I bulli, almeno due, non hanno fatto un passo indietro. «Sapevano che Lorenzo era cieco, ma non si sono fermati — hanno raccontato i testimoni —. L’hanno offeso, spintonato e poi l’hanno colpito al volto con una raffica di pugni». Lui, stordito, ha cercato di difendersi. Ma da chi, da che cosa? I pugni volavano da ogni direzione e lui non li vedeva. Stremato, si è accasciato a terra. L’aggressione è avvenuta la notte di venerdì ad Arezzo, nel parcheggio Pietri, a due passi dal centro storico. Qui c’è un locale frequentato d’estate da moltissimi ragazzini.
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Quella sera c’erano anche due bulli, 16 e 17 anni, niente scuola, niente lavoro. Erano a caccia di qualche «preda», per lo più bravi ragazzi da minacciare. Poi, in cerca di sigarette, si sono avvicinati a Stefano (nome di fantasia), 16 anni, e gli hanno intimato di dare loro il suo zaino. «Non ci penso nemmeno, è mio e non ho sigarette, non ho mai fumato», gli ha risposto. I bulli si sono guardati negli occhi, hanno abbozzato un sorriso strafottente e poi hanno cercato di prendersi quello zaino, iniziando a frugarci dentro. Ed è stato in quel momento che Lorenzo ha deciso d’intervenire.
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I testimoni raccontano di una aggressione violenta, senza pietà. Pugni, calci. Un fendente ha raggiunto in pieno volto lo studente e gli ha spezzato un dente. Pare che qualcuno abbia gridato loro di fermarsi, perché quel ragazzo era un non vedente. E sembra che la risposta sia stata un «me ne frego». Quando alcuni ragazzi hanno cercato d’intervenire, finalmente, e hanno chiamato la polizia, i bulli sono fuggiti.
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Hanno tentato di nascondersi per un paio di giorni ma gli agenti della Squadra Mobile di Arezzo diretta dal vice questore Pietro Penta li hanno identificati e denunciati alla procura dei minori di Firenze per lesioni personali aggravate. Ieri mattina le loro abitazioni sono state perquisite e i loro smartphone sequestrati: non è escluso che abbiano filmato le loro violenze. Impassibili, i due bulli non hanno neppure chiesto scusa. I genitori di Lorenzo sono sconvolti. Ma anche orgogliosi del loro figlio. Ha rischiato tanto, ma ha difeso un amico. E questa è proprio una bella notizia.
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