RAFAH NADAL - MEME BY EMILIANO CARLI
ISRAELE SMENTISCE, NETANYAHU NON PARLERÀ A CONGRESSO USA IL 13/6
(ANSA-AFP) - L'ufficio di Benjamin Netanyahu nega la presenza del primo ministro israeliano il 13 giugno a Washington per tenere un discorso al Congresso americano, come invece riportato ieri dai media statunitensi Punchbowl News e Politico.
L'ufficio di Netanyahu afferma che la data del discorso del premier israeliano a Washington "non è stata definita" e che non sarà il 13 giugno, perché interferisce con le festività ebraiche. Lo riportano i media di Israele.
ISRAELE: INCENDI AL CONFINE COL LIBANO DOPO ATTACCHI HEZBOLLAH
(ANSA-AFP) - Intensi incendi boschivi sono scoppiati ieri sera nel nord di Israele poco dopo gli attacchi di razzi e droni di Hezbollah dal vicino Libano, costringendo l'evacuazione parziale di una città. "Unità dei vigili del fuoco stanno lavorando per spegnere" i roghi, afferma la polizia israeliana aggiungendo che diverse case a Kiryat Shmona sono state evacuate.
VIDEO DEGLI OSTAGGI ISRAELIANI IN MANO AD HAMAS
L'esercito comunica di aver inviato rinforzi per sostenere i pompieri, sopraffatti dalla portata degli incendi. "Sei soldati riservisti delle Idf sono rimasti leggermente feriti a causa dell'inalazione di fumo e sono stati trasferiti in un ospedale per ricevere cure mediche", ha aggiunto l'esercito. "Le Forze di difesa israeliane hanno preso il controllo sui luoghi dell'incendio e in questa fase nessuna vita umana è a rischio", viene specificato. L'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che sta monitorando da vicino lo sviluppo degli incendi.
DOMATI GLI INCENDI AL NORD DI ISRAELE DOPO I LANCI HEZBOLLAH
(ANSA) - L'esercito e i pompieri israeliani dopo 9 ore di lavoro sono riusciti a mettere sotto controllo gran parte dei vasti incendi divampati da ieri nel nord del Paese a causa dei razzi e dei droni lanciati dagli Hezbollah dal Libano.
benjamin netanyahu Benny Gantz
Undici persone - tra cui sei riservisti dell'Idf - sono rimasti intossicati dal fumo degli incendi. Si stima che almeno 1000 acri di terreno siano stati coinvolti dall'incendio. Undici le persone - tra cui almeno 6 riservisti dell'esercito - sono stati ricoverati per l'inalazione del fumo.
GAZA: MEDIA, 3 MORTI IN RAID DI ISRAELE SU CAMPO PROFUGHI BUREIJ
(ANSA) - L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che tre persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in un bombardamento israeliano che stanotte ha colpito una casa del campo profughi di Bureij, nel centro della Striscia di Gaza. Il bilancio delle vittime nell'enclave palestinese dal 7 ottobre è di almeno 36.479 morti e 82.777 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito dal movimento islamista Hamas.
benjamin netanyahu yoav gallant benny gantz
CONFERMATA LA MORTE DI ALTRI QUATTRO OSTAGGI L'IRA DELLE FAMIGLIE: DOVEVANO ESSERE SALVATI
Estratto da “La Stampa”
L'esercito israeliano ha confermato la morte di quattro ostaggi israeliani a Gaza, i cui corpi sono ancora nella Striscia. Chaim Peri, 79 anni, Amiram Cooper, 84, Yoram Metzger, 80 e Nadav Popplewell, 51 anni, erano tenuti insieme nell'area di Khan Yunis e sarebbero stati uccisi nello stesso momento diversi mesi fa.
BENJAMIN NETANYAHU - MEME BY EDOARDO BARALDI
[…] La moglie di Cooper, Nurit, è stata rilasciata da Hamas il 23 ottobre, mentre la moglie di Metzger, Tamar, il 28 novembre.
La nuora di Yoram Metzger, Ila, è una delle leader dell'associazione delle famiglie degli ostaggi che chiede un accordo per il rilascio degli israeliani. Il 18 dicembre, Hamas ha diffuso un video con Peri, Cooper e Metzger, e a marzo ha affermato che i tre erano stati uccisi dagli attacchi israeliani.
Popplewell è stato visto in un video di Hamas il mese scorso. Con i quattro di ieri, l'esercito ha ora confermato la morte di 41 dei restanti 120 ostaggi ancora detenuti da Hamas, tra le 251 persone rapite il 7 ottobre. [...]
NEGOZIARE CON IL DIAVOLO
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”
BENJAMIN NETANYAHU ALL ONU DENUNCIA IL PROGRAMMA NUCLEARE IRANIANO
Non c’è scelta senza costi in Israele, non c’è decisione senza il dilemma: prima gli ostaggi o prima la sicurezza del paese? Tutto va al di là dei calcoli politici, della volontà del premier Benjamin Netanyahu di rimanere attaccato ai suoi alleati problematici di estrema destra – il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-gvir, e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich – e riguarda piuttosto come il paese si è trovato nella necessità di fare una proposta di accordo rischiosa per vedere tornare gli oltre centoventi israeliani rapiti il 7 ottobre e concedere il cessate il fuoco dentro alla Striscia di Gaza, secondo un piano che è stato descritto dal presidente americano Joe Biden venerdì sera e che ha seguito a una proposta israeliana.
VIDEO DEGLI OSTAGGI ISRAELIANI IN MANO AD HAMAS
Nonostante le rettifiche di Netanyahu, israeliana la proposta lo è davvero: due settimane fa, dopo la pubblicazione del video che mostrava il rapimento delle ragazze dalla base di Nir Oz, sanguinanti, con le mani legate, trascinate dai terroristi di Hamas verso le jeep dirette a Gaza, era stato proprio il premier a dare alla squadra di mediatori israeliani il mandato di formulare una nuova proposta di accordo, prendendo in considerazione di assecondare molte delle richieste di Hamas.
benjamin netanyahu
I negoziatori avevano portato la proposta al gabinetto di guerra […]: tutti avevano accettato la nuova proposta, anche il ministro degli Affari strategici Ron Dermer, stretto collaboratore del premier, di rado contrario alle sue posizioni. Tutti, il premier per ultimo, avevano accettato, ma la proposta prima di essere condivisa con il resto del governo è stata mandata agli Stati Uniti, ai mediatori egiziani e qatarini e anche a Hamas.
Prima di tenere il suo discorso, Biden non aveva raccontato fino a che punto avrebbe delineato il piano, neppure l’ambasciatore israeliano a Washington, Michael Herzog, sapeva quanto oltre si sarebbe spinto […]. Il capo della Casa Bianca aveva deciso di andare davanti alle telecamere e raccontare di un piano in tre fasi che gradualmente porterebbe alla liberazione di tutti gli ostaggi e al cessate il fuoco permanente nella Striscia di Gaza.
biden netanyahu 2
Un piano costoso per Israele che di fatto accetta tutte le condizioni di Hamas tranne una: il cessate il fuoco permanente immediato. Secondo la proposta israeliana la prima tregua dovrebbe durare sei settimane.
Le proposte sono sempre soggette a interpretazioni, non sono accordi fatti e firmati, servono a far ripartire le trattative, per questo e non soltanto per motivi di politica interna, dopo l’annuncio di Biden, Netanyahu ha precisato che ci sono differenze tra il piano raccontato da Washington e quello delineato in Israele. “Biden ha collegato il cessate il fuoco temporaneo della prima fase a quello permanente della seconda, dando un forte segnale della fine della guerra, ed è un dettaglio non piccolo”, ha detto al Foglio Nahum Barnea.
noa argamani ostaggio di hamas
Barnea è un giornalista dello Yedioth Ahronoth, una leggenda del giornalismo israeliano ed è convinto che non ci sia trucco nella decisione di Biden di parlare per primo […]. […] Per Biden durante le sei settimane di tregua bisognerà negoziare la seconda fase e se la seconda fase non verrà raggiunta, il cessate il fuoco verrà esteso.
Questo rischia di mettere Hamas nelle condizioni di ritardare la liberazione degli ostaggi, legando Israele alla minaccia di non rivederli più. Ieri Netanyahu ha detto che i negoziati per la seconda fase cominceranno entro il sedicesimo giorno di tregua e se Israele avrà prove del fatto che Hamas sta costringendo i mediatori a discorsi infruttuosi allora i combattimenti riprenderanno.
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Secondo Barnea, “Biden non fa pressione su Israele, ma su tutti gli altri: su Hamas che comunque ancora non si è seduto al tavolo dei negoziati, e su Qatar ed Egitto affinché a loro volta ottengano un accordo serio da Hamas”.
La politica israeliana è litigiosa di natura, per costituzione, e in tempo di guerra, con il paese dilaniato da una scelta tanto difficile, le ossessioni politiche di una maggioranza che ha poco in comune, non aiutano. I sondaggi dicono che Netanyahu sta recuperando consensi e forse deve temere le elezioni meno di qualche mese fa. Se il governo cadesse, con Smotrich e Ben-gvir pronti a togliergli il sostegno […], il premier avrebbe già pronta una nuova maggioranza, costituita dall’ex capo di stato maggiore già nel gabinetto di guerra, Benny Gantz, dal leader del partito Yesh Atid, Yair Lapid, dal suo ex ministro Gideon Sa’ar, e dall’eterno alleato-rivale Avigdor Lieberman, che da anni è pronto a creare e distruggere i governi di Bibi.
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Questo paracadute politico costituito da rivali acerrimi del premier si è messo a disposizione con una richiesta: elezioni anticipate, ma non immediate. Prima c’è da risolvere il dramma del paese, la situazione a Gaza e la guerra a nord, dove i combattimenti con Hezbollah stanno aumentando, sono furiosi, alcuni dei villaggi ormai evacuati sono circondati dalle fiamme.
[…] Nella proposta israeliana e nel piano delineato da Biden non c’è la risposta a una domanda: che fine farà Hamas? Secondo alcuni retroscena israeliani, il capo della Casa Bianca e Netanyahu si intendono più del previsto, a porte chiuse il secondo è più incline al compromesso, quando apre la porta, cambia.
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[…] Netanyahu ha promesso la distruzione di Hamas, non ottenendola potrebbe controbilanciare l’insuccesso con la normalizzazione storica dei rapporti con l’Arabia Saudita, come già accaduto quando aveva promesso che Israele avrebbe annesso i territori dell’area C della Cisgiordania e dimenticò la promessa per l’avvio degli Accordi di Abramo. Fu una decisione oculata e con meno responsabilità rispetto a quella che è chiamato a prendere ora.
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Nel racconto di questi giorni di annunci mancano però dei personaggi: nessuno dei leader di Hamas ha parlato e Yahya Sinwar potrebbe avere buone ragioni per continuare la guerra. Con il 7 ottobre ha ucciso milleduecento cittadini israeliani nei kibbutz che continuano a restituire corpi, come quello di Dolev Yahud, identificato ieri; ha rapito più di duecento persone, alcune uccise durante la prigionia, come Nadav Popplewell, Amiram Cooper, Yoram Mezger, Haim Perri, la morte di tutti e quattro è stata annunciata ieri, i loro corpi sono ancora nelle mani dei terroristi; e nonostante la devastazione, è riuscito a trascinare Israele in un pantano di accuse internazionali, a ricucire la causa palestinese, a rafforzare il gruppo in Cisgiordania e davanti alla possibilità di indebolire ancora di più lo stato ebraico potrebbe volere altra guerra, altri morti a Gaza, altre proteste in Israele.
israeliani presi in ostaggio da hamas 2
VIDEO DEGLI OSTAGGI ISRAELIANI IN MANO AD HAMAS
il video di hamas con gli ostaggi keith siegal e omri miran 1
La proposta di accordo è di fatto dettata da Hamas, l’aggressore che non è detto sia pronto ad accettare. La pressione internazionale unilaterale diretta contro Israele ha reso Sinwar il padrone di ogni mediazione e il maestro di una lezione pericolosa.
I TRE OSTAGGI ISRAELIANI UCCISI DA HAMAS - Amit Buskila - Shani Louk - Itzhak Galarenter
israeliani presi in ostaggio da hamas 6 ragazzi al rave in fuga dai miliziani di hamas nel deserto 2 ragazzi al rave in fuga dai miliziani di hamas nel deserto 3 ragazzi presi in ostaggio da hamas durante il rave 2 israeliani presi in ostaggio da hamas 4