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    NON SERVE PARMITANO, BASTANO GLI ATLETI ITALIANI CHE ANDARONO A WUHAN NELL'OTTOBRE 2019 PER CONFERMARE I SOSPETTI SUL CORONAVIRUS A NOVEMBRE. E ORA IL COPASIR BUSSA ALLA PORTA DEL PREMIER: ''CHIEDERMO CONTO AI SERVIZI SEGRETI'' DELL'''AVVERTIMENTO'' RICEVUTO SULLA DIFFUSIONE DI UN NUOVO MORBO GIÀ L'ANNO SCORSO


     
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    C. Ant. per “la Verità

     

    luca parmitano nello spazio luca parmitano nello spazio

    L' epidemia di coronavirus era esplosa a Wuhan due mesi prima che il governo di Pechino e l' Organizzazione mondiale della sanità (Oms) rivelassero al mondo l' esistenza della nuova malattia? È lo scenario che già ai primi di maggio sembrava emergere dalle testimonianze di alcuni atleti che dal 18 al 27 di ottobre parteciparono ai Giochi mondiali militari nella metropoli cinese.

     

    luca parmitano al tg2 luca parmitano al tg2

    Lo schermidore Matteo Tagliarol ha raccontato al Messaggero che «moltissimi nella delegazione italiana si sono ammalati di influenza, tanto che c' erano problemi con le scorte di medicine. Quando sono rientrato ho avuto la tosse, la febbre, per tre settimane». «A Wuhan», ha concluso, «eravamo in sei nello stesso appartamento continua la testimonianza dello spadista azzurro e ci siamo ammalati tutti».

     

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    Ma Valerio Aspromonte, il campione di fioretto delle Fiamme Gialle che era nella stessa stanza di Tagliarol, ha ricordi differenti: «Non ho avuto alcun sintomo influenzale: febbre, tosse, niente... E posso dire lo stesso dei miei compagni di stanza. Compreso Matteo che non mi sembra stesse male. Non ho visto atleti moribondi in giro per il villaggio. Che era enorme e pulitissimo, compresi bar e mensa». Insomma, testimonianza contraddittorie, ma che avevano già sollevato una serie di dubbi sulla possibilità di retrodatare i primi casi di virus e quindi comprendere chi lo abbia nascosto per mesi.

     

    Ovviamente, l' intervento del colonnello dell' Aeronautica militare, Luca Parmitano, apre un nuovo scenario da prendere in considerazione. Le intelligence occidentali sapevano già a novembre dell' esistenza di una bomba virologica e non si sono mosse? Sul tema anche se di sponda si era già mosso pure il Copasir a metà aprile.

     

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    «Il comitato», scriveva Formiche.net, «ha acceso due riflettori sull' epidemia da coronavirus. Il primo riguarda le implicazioni connesse con la app Immuni. Il secondo, invece, il documento secretato presso il ministero della Salute. Il Comitato ha chiesto l' audizione dei ministri della Salute, Roberto Speranza, e dell' Innovazione, Paola Pisano, ma anche del direttore del Dis, il generale Gennaro Vecchione, e di Roberto Baldoni, vicedirettore per la cybersicurezza del Dis».

    RAFFAELE VOLPI RAFFAELE VOLPI

     

    A comunicarlo era stato il presidente del Copasir, il leghista Raffaele Volpi, informando che il Comitato chiederà l' immediata acquisizione del documento secretato. L' analisi del comitato ha prima portato a verificare l' assenza di un piano segreto occultato agli italiani o almeno all' assenza di un piano prima dello scoppio della notizia. Al tempo stesso i parlamentari addetti alla sicurezza nazionale hanno avuto modo di verificare che la nostra intelligence non fosse stata informata del virus in tempi non sospetti, cioè prima del 2020.

     

     

    «Abbiamo ottenuto tali informazioni, ma è chiaro che dopo aver ascoltato le dichiarazioni del colonnello Parmitano, ci muoveremo per comprendere in che contesto debbano essere inquadrate», spiega alla Verità, Adolfo Urso, vice presidente del Copasir, «e soprattutto se elementi di servizi stranieri abbiano informato le rispettive controparti italiane». Insomma, si preannuncia una nuova tornata di convocazioni e non si esclude che tra i convocati possa esserci direttamente Giuseppe Conte, che ai servizi mantiene ancora piena delega.

    adolfo urso adolfo urso

    Magari saprà spiegare perché a dicembre Beppe Grillo si sia presentato in pubblico con una mascherina dicendo di voler scansare il virus. Quale ambasciata l' avrà informato?

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