Francesco Persili per Dagospia
covelli cover
“Adesso prendi il Telegatto, infilamelo dentro, poi ruotalo, le orecchiette che girano mi fanno impazzire”. Chi avrebbe mai pensato che quel feticcio degli anni ruggenti del Biscione potesse diventare un sex toy? Alfredo Covelli, produttore cinematografico, sceneggiatore e regista. Nel suo primo romanzo (“Il Libro nero dei Parioli”, Castelvecchi) scodella il racconto di una penetrazione coi baffi, del Telegatto naturalmente. Una pagina stracult che si candida di diritto al ‘Bad Sex Award’, il premio per la peggiore scena di sesso descritta nei romanzi.
Sarà il cognome dell’autore che ha il sapore inconfondibile delle migliori commedie vanziniane ma l’affresco del quartiere esclusivo, “nel senso che esclude chi non conosce, chi non gli appartiene” riesce a strappare stupore e più di un sorriso. La microcar per pischelli ‘Aixam 105 Extralusso’ resta una delle poche certezze della vita come piazzale delle Muse, il capodanno a Cortina, la “faccia da perdente” di Zarate e la Lazio (l’autore è tifosissimo biancoceleste). E la sera sgommavamo a piazza Ungheria.
telegatto
Le finte bionde, le foto su 'Parioli Pocket' che rimandano labbra a culo di gallina e l’immagine di una perfezione ritoccata con Photoshop, le colazioni al 'Cigno', i vizi e i vezzi della razza pariola già elencati da una pubblicistica esausta rappresentano la parte più convenzionale di una commedia umana che si srotola tra villa Ba (lestra) e le sedie di paglia del caffè Parnaso.
Zarate
Si racconta di un ragazzo dell’alta borghesia romana, figlio di un alto dirigente della tv, abituato dai genitori separati ad avere tutto ciò che desidera, finché suo padre perde la testa per una soubrette. A quel punto decide di annientarlo e inizia a scoprire i meccanismi che regolano quel microcosmo elitario. Il teorema del palloncino è una formidabile allegoria del potere: “Questo Paese è pieno di dirigenti che salgono e scendono ma non lo decidono mica loro perché ciascuno è attaccato al suo palloncino (un politico di riferimento, un’amante, una loggia o un’organizzazione religiosa): meriti e competenze sono secondari, perché è solo questione di elio. Più il palloncino è gonfio, più il dirigente si innalza…”.
parioli
Affari e marchette. Ninfette che si strusciano e carte che strisciano. In principio era la Banda della Magliana, l’elegante bordello della donna del Dandi, la palazzina di proprietà di “Patrizia” che si vede in “Romanzo Criminale”, poi è toccato alle baby squillo ricordare a tutta Italia “i passatempi del quartiere”. Prima erano due ma dopo che il barbiere accanto alla chiesa di piazza Euclide, frequentatissimo dagli universitari, è stato chiuso per sfruttamento della prostituzione per quelle stanzette al piano di sopra, “è rimasto solo il burraco”.
alfredo covelli
In un piccolo mondo “che non cambia e non cresce”, resiste la storia di Carlo Mazzantini, padre di Margaret, scrittrice di quartiere, che aderì alla Repubblica Sociale e si arruolò “a cercar la bella morte” nella Legione Tagliamento a soli 17 anni (“Forse a Salò ti ha fatto vedere la sua carta d’identità?”, dice il protagonista al nonno nel romanzo). E’ un quartiere “cannibale” che si nutre solo di se stesso e di storie che vanno oltre il tempo.
Come quella di Adriano, che qui nessuno chiama per cognome. Adriano è Panatta, l'esempio di cui andare fieri, il figlio del custode del Tennis Club Parioli che, aggrappato al palloncino del talento è salito sopra “i figli dei soci del circolo”. Vinse la Davis nel ’76 e in segno di protesta contro il dittatore cileno Pinochet si presentò in campo con la maglietta rossa. Una maglietta rossa "per essere diverso in un luogo dove tutti erano pericolosamente uguali".
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Ma perché a Rogoredo dovrebbero comprare un libro che parla di un quartiere di Roma? “I Parioli sono un po’ dappertutto, è una forma mentale, uno stato dell’anima - spiega Covelli durante la presentazione del libro alla "Feltrinelli" di viale Libia – i Parioli sono a Londra, a Parigi, ('VII Arrondissment'), a Milano. Anche se poi il libro vende solo a Roma. Se lo avessi intitolato ‘Il libro nero del quartiere’, come mi aveva consigliato mia moglie, non l’avrei venduto neanche qui”. Forse a Washington sì. Del resto, Luigi Moretti, l’architetto della palazzina “Girasole” in viale Bruno Buozzi è lo stesso che ha progettato l’albergo Watergate nella capitale degli Stati Uniti, l’unico posto dove sono riusciti a incastrare un presidente Usa. Non sapevano che era una succursale dei Parioli. Altrimenti sarebbero stati più attenti.
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