DEFINIZIONE DI TERRORISMO NELLA TRECCANI
gideon azeke colpito a macerata
L’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine, mediante azioni quali attentati, rapimenti, dirottamenti di aerei e simili.
«MI HA SPARATO DUE VOLTE ADESSO VIVO NELLA PAURA»
Alessandro Di Marco per ''il Resto del Carlino - il Giorno - La Nazione''
Il terrore all' improvviso, davanti a un tabaccaio o alla fermata del bus. Il terrore che quei sei incolpevoli ragazzi all' ospedale di Macerata ancora hanno negli occhi quando i medici - uomini, prima ancora che dottori - cercano di dar loro forza perché, per fortuna, tutti se la caveranno. Qualcuno con prognosi un po' più lunga, ma nessuno, stando all' ultimo bollettino, con rischi di patologie permanenti. «Sono scioccata, impaurita, non so che fare».
LUCA TRAINI MACERATA
Un filo di voce, non di più, esce dalle labbra di Jennifer Otioto, 29 anni, una fuga dalla Nigeria e una nuova vita che ancora spera di trovare a Macerata dove abita da due mesi in un appartamento per migranti. Gli occhi, grandi e mesti, trasmettono un mix tra incredulità e smarrimento quando provano a fissare la finestra e gli ultimi spiragli di luce prima del tramonto.
jennifer otioto colpita a macerata
«Alla fermata del bus - racconta l' unica donna colpita dal killer - davanti alla stazione ferroviaria eravamo in parecchi ad attendere il pullman, italiani e stranieri, di cui almeno quattro persone di colore». Poi, di colpo, la più atroce e assurda delle scene da film d' azione. «Un' auto è passata lì davanti e un uomo ha sparato dall' interno della macchina, prima di fuggire. Un solo colpo: mi ha preso ad una spalla, dove ora il dolore è fortissimo».
Con la stessa forza che l' ha spinta in Italia a cercarsi un futuro, riesce a trattenere, seppure a stento, le lacrime anche quando mostra la ferita sotto la fasciatura e ti stringe la mano come per vincere il forte dolore. «Non so perché è successo tutto questo: è stato terribile», le ultime parole prima di chiedere, sempre in inglese e sempre sottovoce, di farle chiudere gli occhi.
spara sugli immigrati
Per riposare, certo, ma anche - almeno per qualche minuto - per togliersi i tanti, troppi cattivi pensieri figli di una mattinata sparigliata di totale follia. Due metri più in là, praticamente di fronte, nella stessa stanza del reparto di ortopedia è sdraiato il connazionale Gideon Azeke, un ragazzone di 26 anni che ora ha perfino timore di lasciare l' ospedale. «Forse domani (oggi, ndr) mi dimettono, ma io ho paura», ammette poco prima di mostrare la gamba destra dove la fasciatura fatica a contenere il sanguinamento.
Pochi minuti prima ha raccontato tutto ai carabinieri che per tutto il pomeriggio hanno fatto il giro dei reparti alla ricerca di deposizioni e testimonianze. «Ero uscito a piedi da solo per andare dal tabaccaio a comprare le sigarette.
macerata spari contro gli immigrati
All' improvviso una macchina si avvicina e un uomo inizia a sparare. Il primo colpo va a vuoto, il secondo mi centra ad una gamba.
Faccio appena in tempo a guardarlo in volto che lui e la sua macchina già non ci sono più». Ma le ferite che più faticano a cicatrizzarsi non sono quelle fisiche. «Vivo in Italia da due anni, non mi era mai successo nulla di simile. Ho sempre pensato che il vostro non sia un popolo razzista e vorrei ancora farlo, ma quello che mi è successo oggi non si può cancellare».
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