Anticipazione da “L’Espresso” (www.lespresso.it)
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Una società privata come tutte le altre. Così si presenta la Africa Oil and Gas Corporation, meglio nota come Aogc, piccola azienda che negli ultimi mesi si è ritagliata un ruolo da protagonista nel settore petrolifero del Congo Brazzaville, quarto produttore di oro nero dell'Africa nonché nazione tra le più povere e corrotte al mondo.
La scalata della Aogc è stata possibile grazie al governo di Denis Sassou Nguesso, il dittatore che l'anno scorso, senza nessuna gara pubblica, le ha affidato quote di quattro giacimenti operati dall'Eni, la più grande società controllata dallo Stato italiano. Un regalo milionario per l'azienda congolese, i cui proprietari sono finora rimasti sconosciuti.
SASSOU NGUESSO
Il mese scorso, come aveva raccontato "L'Espresso", l'Eni non aveva voluto rivelare i nomi dei soci del suo partner africano, ma aveva assicurato che «risultavano azioniste quattro persone fisiche, tra le quali non vi erano pubblici ufficiali».
paolo scaroni and denis sassou nguesso eni
Oggi “l'Espresso” nel numero in edicola e online su E+, può rivelare l'identità dei quattro, e tra questi ci sono due pubblici ufficiali del regime che governa da oltre 40 anni nell'ex colonia francese: Lydie Pongault, consigliere del presidente Sassou Nguesso per la cultura; Dieudonné Bantsimba, capo di gabinetto del ministero del Territorio. I loro nomi sono scritti in un documento che ricostruisce la struttura di controllo della Aogc al 2005. Ancora oggi sono citati sul sito Internet della società come presidente e amministratrice.
Interpellata sulla presenza dei due nell'azionariato di Aogc, l'Eni ha fornito questa versione: «Le cariche di Bantsimba e Pongault, in ambito rispettivamente di territorio e cultura, non sono ritenute in conflitto con la posizione di soci, considerate le diverse aree di attività che nulla hanno a che vedere con il settore dell'oil & gas».
POZZI PETROLIFERI IN CONGO