SERGIO CONCEIC?AO
Antonio Giordano per il "Corriere dello Sport"
A quell’ora, con quel trambusto interiore, con il «dolore» d’essere stato sbattuto fuori dalla Champions League, con ciò che si scorgeva nel buio pesto, l’unica mossa per esorcizzare il dolore poteva essere una telefonata che introducesse alla chiacchierata definitiva: e Sergio Conceiçao, magari intorno alla mezzanotte o poco dopo, ha intuito che la sua vita avrebbe cominciato ad imbattersi in nuovi sentieri, a lui pure già un po’ familiari.
gattuso de laurentiis
La sua Italia, sinora, è stata meravigliosa, porta dentro di sé - vivi - i ricordi della bella epoque con la Lazio, le stagioni con l’Inter e con il Parma, sei anni e circa duecento partite che si sentono ancora: e però in quel preciso istante, nel «parliamone, dài» di Aurelio De Laurentiis, stava cominciando una nuova esistenza, tutta da scoprire, a bordo campo ma nella centralità d’un ruolo, allenatore del Napoli, pieno di fascino.
LA SVOLTA. Il Napoli, improvvisamente, ha rappresentato il suo futuro, una panchina che lo catapulta in una dimensione inedita e lo carica di responsabilità che però con il Porto gli saranno divenute familiari: e così, mica poi tanto a sorpresa, ha potuto cominciare a raccogliere i propri appunti e i bagagli.
SERGIO CONCEIC?AO
Tutto dev’essere cominciato a metà della settimana scorsa, magari poco prima, quando è mutato lo scenario fondato principalmente intorno a Massimiliano Allegri, conteso però dal Real Madrid, e poi eventualmente da sostenere con Spalletti o con Conceiçao, piombato come new entry nel casting internazionale allestito da De Laurentiis, che dal portoghese è rimasto colpito per una serie di svariati motivi colti in tv: le due partite con la Juventus, quelle con il Chelsea, l’1-1 con il Benfica e poi tutta una serie di video divorati per acquisire conoscenze più profonde. E poi: nessun problema di ambientamento, una lingua e abitudini a lui familiari e una squadra invitante, accattivante, buona per farci varie cose.
de laurentiis gattuso
LA RIMONTA. Conceiçao ha scalato le «gerarchie», ha avuto un primo approccio, ha chiacchierato (ovviamente) personalmente con De Laurentiis, dell’organico, della versatilità del proprio calcio (dal 4-4-2 in ogni sua variabile) e di un biennale da quattro milioni lordi a stagione. Dettagli assai marginali dinnanzi all’entusiasmo di potersi dedicare ad una esperienza intrigante, un’evoluzione del proprio percorso già arricchito dai due scudetti (una Coppa e due Supercoppe) con il Porto, dal quarto di finale in Champions League contro il Chelsea milionario di Abramovich.
SERGIO CONCEIC?AO
DESTINO SEGNATO. Con Gattuso, era finito da un bel po’, per la precisione il 24 gennaio, nella Verona «fatale» all’andata e poi pure al ritorno: e i 43 punti delle ultime diciannove giornate non avevano rimesso in discussione (mai) una sentenza scritta nella eccessiva diversità tra due uomini tenuti insieme dalla rispettiva esigenza di credere in qualcosa, la Champions. E se all’epoca, dopo aver sondato Benitez e Spalletti e ottenuto le loro adesioni, Adl lasciò cadere la tentazione per credere ancora in Gattuso, stavolta non ci sarebbero stati indugi nel lanciarsi in un progetto per il futuro sul quale puntare. Perlustrazioni ampie, dialoghi ricorrenti con Allegri, poi Galtier, mentre Conceiçao nella penombra stava avanzando, perché De Laurentiis voleva la certezza di non dover aspettare.
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ARRIVA. Ieri mattina, intorno all’ora di pranzo, la svolta almeno a livello mediatico e il crollo del silenzio intorno a una trattativa alla quale è stata impressa l’accelerazione necessaria e che è divenuta notizia attraverso il sito del Corriere dello Sport-Stadio: per la presentazione non bisognerà attendere poi tanto, dipenderà dai tempi «tecnici» necessari all’allenatore per congedarsi dal Porto, e domani (forse), in un albergo di Roma, poco distante dalla sede della Filmauro, De Laurentiis e Conceiçao dovrebbero comparire per la stretta di mano.
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