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    AFFITTOPOLI NON FINISCE MAI - CASE NEL CENTRO DI ROMA A 10 € AL MESE - CACCIA AI DIRIGENTI COMUNALI COMPIACENTI - L’EX ASSESSORE CATTOI: "E’ UNA SITUAZIONE INCANCRENITA" - IL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEL COMUNE (59.466 BENI, IL PIU' IMPORTANTE D'ITALIA) ANNASPA TRA GLI SCANDALI


     
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    TRONCA TRONCA

    ROMA, CASE IN CENTRO A 10 EURO AL MESE

    Laura Serloni per “la Repubblica - Roma”

     

    Cifre da pizza e birra. A Roma per una casa a Borgo Pio, a due passi dal Vaticano, si pagano 10.20 euro; mentre per un alloggio con vista sui Fori Imperiali si arriva a 23.36 euro. Prezzi al mese, decisamente inferiori ai valori minimi di mercato. A scoperchiare la nuova Affittopoli degli appartamenti del Comune di Roma è il commissario straordinario del Campidoglio, Francesco Paolo Tronca.

     

    AFFITTOPOLI AFFITTOPOLI

    Dall’indagine a tappeto su tutti gli affitti nel centro storico «sono stati estrapolati 574 dati — scrivono da Palazzo Senatorio — ed è emerso che i canoni risultano ampiamente inferiori ai valori minimi di mercato». Insomma case prestigiose, affittate per pochi euro. Ora il Comune cerca i responsabili, quei dirigenti comunali che si sono occupati in questi anni del patrimonio, hanno stipulato i contratti e non hanno aggiornato i canoni di locazione.

     

     Ad occuparsi del censimento è stata la segreteria tecnica del neo commissario composta da una decina di funzionari e diretta da Carla Romana Ranieri, consigliere della Corte d’Appello di Milano. Il team di autorità —

     

    AFFITTOPOLI VIA DEI GIUBBONARI SEDE PD AFFITTOPOLI VIA DEI GIUBBONARI SEDE PD

    formato dai professori Aristide Police e Marcello Minenna, dal maggiore Massimo Pierangeli, il commissario capo Alessio Santorsa, il capitano Giovanni Andriani e il capitano Michele Melillo, da Francesca Rango, Giovanni Capelli, Pierpaolo Sileri e Fabio Cornacchia — è stato fortemente voluto da Tronca per stanare l’illegalità annidata nella burocrazia capitolina.

     

    Appartamenti in corso Vittorio Emanuele, dietro piazza Navona, affittati a 24,41 euro al mese; abitazioni in via del Colosseo per 25,64 euro. Sono solo alcuni esempi, perché in Campidoglio sono in corso ulteriori accertamenti per verificare se ci siano occupazioni abusive. Anche perché i conti non tornano: se si controllano i nomi di chi vi abita sono frequenti le discrasie fra gli intestatari dei contratti e gli attuali occupanti degli immobili. E nella lista dei furbetti figurano anche dei professionisti.

     

    La caccia ai responsabili è partita. Tronca vuole cercare di individuare «i dirigenti che si sono succeduti nella gestione del patrimonio e che hanno stipulato i contratti», omettendo «l’aggiornamento dei canoni di locazione» e sono in corso «eventuali azioni per recuperare la disponibilità dei beni in capo alla amministrazione». In altre parole si cerca di capire quali azioni mettere in campo per rientrare in possesso di questi appartamenti poco fruttuosi per le casse capitoline. Il lavoro di analisi, assicurano dal Campidoglio, proseguirà sull’intero patrimonio dell’amministrazione di Roma Capitale. E le carte saranno spedite in Procura.

    AFFITTOPOLI MARINO AFFITTOPOLI MARINO

     

    2. LUSSUOSI MA LOW COST QUEI 600 APPARTAMENTI CON CANONI MAI RIVISTI

    Laura Serloni per “la Repubblica”

     

    Un porto delle nebbie. Un carrozzone di burocrazie, giri di valzer nelle stanze dei bottoni, lacune, consuetudini tramandate negli anni dalle diverse amministrazioni: così il patrimonio immobiliare del Comune di Roma con 59.466 beni, il più importante d’Italia, annaspa tra gli scandali. Affittopoli è solo il più noto.

     

    «È una situazione incancrenita — spiega Alessandra Cattoi che da assessore al Patrimonio nella giunta Marino ha provato a mettere ordine nel mare magnum di censimenti, delibere, accordi alcuni risalenti agli anni ‘40 — L’oggi è solo il risultato di una serie di politiche che si sono accavallate in decenni ». Ci sono beni di proprietà del Campidoglio che vengono gestiti da fondazioni come il palazzetto medievale su via dei Fori Imperiali affidato ai Cavalieri di Malta nel 1946 per 24mila lire all’anno, riconvertite in 12 euro. Uno al mese.

     

    «È un caso eclatante — continua Cattoi — ma ce ne sono molti altri simili. Possiamo dire che hanno ristrutturato il complesso, lo tengono come un gioiellino e organizzano eventi di livello. Credo però ci sia un problema di principio: perché loro e non altri? Perché non dare l’opportunità anche ad altre fondazioni».

    TRONCA AFFITTOPOLI PD 9 TRONCA AFFITTOPOLI PD 9

     

    Poi ci sono immobili che vengono assegnati senza bando. «La prassi in Comune negli anni — sottolinea l’ex assessore — era che il sindaco disponesse di alcune strutture per darle ad associazioni, onlus o chi volesse ».

     

    Infine ci sono gli appartamenti, per lo più case vecchissime: oltre il 60% dislocate nel centro storico. Dal 2001 ad oggi il Campidoglio ne ha vendute migliaia, ne restano 700 ancora da alienare.

     

    E tra queste — nell’elenco redatto dagli uffici capitolini — si nasconde un patrimonio di gran pregio valutato come case popolari. Sono più di 40 anni che un inquilino, per di più senza averne diritto, si sveglia ogni mattina e fa colazione con vista Colosseo nella sua casa di 93 metri quadrati di via Labicana pagando solo 218 euro al mese.

     

    Non va peggio a chi per meno di 35 euro al mese si è aggiudicato 52 metri quadrati a corso Francia, oppure 91 metri quadrati a via dei Coronari, dietro piazza Navona, a 154 euro. O ancora, ben 163 metri quadrati a piazza Trevi, proprio sopra la fontana progettata da Nicola Salvi, a neanche 410 euro al mese.

     

    Sono solo alcuni esempi, ma l’elenco degli immobili low cost è lunghissimo. Secondo un’indagine del Comune del novembre 2013 sono 597 le case a prezzi stracciati (295 residenziali e 302 commerciali) che fruttano a Palazzo Senatorio solo 2,2 milioni di euro l’anno e che con la vendita all’asta, ipotizzata dall’ex sindaco Marino, avrebbero invece portato nelle casse dell’amministrazione una cifra stimata in 247 milioni di euro.

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    «Ho fatto uno studio approfondito — ragiona Cattoi — non ho trovato nessun cognome eccellente. La verità è che il Comune se c’era una situazione di disagio dava la prima casa libera, quelle popolari erano già piene ed ecco che si assegnavano alloggi in centro storico». La distorsione è gravissima, la materia ostile. «C’è un grande caos — riflette l’ex assessore — serve coraggio ».

     

     

     

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