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    “RUSSIA E CINA SI CHIEDONO, GOLOSI: CHI NON HA LOTTATO PER KABUL O ALEPPO PERCHÉ DOVREBBE SACRIFICARSI PER L'UCRAINA O TAIWAN?” – DOMENICO QUIRICO: “LA LEZIONE AFGHANA SARÀ DECISIVA PER IL VASTO MONDO CHE DETESTA L'OCCIDENTE. INIZIERANNO A IMMAGINARE UN MONDO SENZA DI NOI” - “HANNO VISTO L'UMILIAZIONE AMERICANA. IN QUEL MONDO TUTTO CIÒ SI CHIAMA SCONFITTA, NON RITIRATA. E VEDERE, IN QUELLE REALTÀ, CONTA E LIEVITA PIÙ CHE LE ANALISI DEL NEW YORK TIMES…” - VIDEO


     
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    DOMENICO QUIRICO DOMENICO QUIRICO

    Domenico Quirico per “La Stampa”

     

    Siamo ormai diventati fratelli separati dal terribile intreccio afghano di circostanze guerrigliere, dolori, invocazioni di aiuto, e sangue fotografato. Abbiamo abbandonato il nostro solo capitale laggiù, ovvero i giusti superstiti che avevano creduto nelle nostre belle bugie. Gli analisti del disastro già si accomodano per inutili e comode autopsie.

     

    talebani nel palazzo presidenziale talebani nel palazzo presidenziale

    Diciamolo adesso che siamo andati via: l'Afghanistan non ci piace, ci salta addosso, vuole montarci in groppa con i rimorsi per quello che non abbiamo fatto e potevamo fare, e schiantarci con la vergogna di una inimmaginabile sconfitta.

     

    soldati americani lasciano l'afghanistan 2 soldati americani lasciano l'afghanistan 2

    Abbiamo trattato i taleban come se fossero gramigna facile da estirpare con un mignolo e invece Noi, stagionati dell'Occidente, li abbiamo sempre guardati, gli afghani, con arroganza più che con propositi di fatica e di assistenza. Lo sventurato poi che si fa migrante diventa immediatamente meno simpatico.

    attentato all aeroporto di kabul 5 attentato all aeroporto di kabul 5

     

    Per questo sono già in azione le tartuferie dello zoo ideologico di oltreoceano, quelli che amano rintronarsi delle stesse parole. Per esempio: i taleban litigheranno, sono divisi una guerra civile, mullah pantofolati contro sansepolcristi forsennati del jihad, e la irrazionalità pasticciona di leader totalitari ci regaleranno la «revanche».

     

    i talebani festeggiano la fuga dei soldati americani. i talebani festeggiano la fuga dei soldati americani.

    Oppure: imbocchiamo dopo le cannonate la via diplomatica, ovviamente in accordo con alleati europei e Onu, tornati di moda. In fondo cosa sono venti anni? Insomma la scatola con dentro le stesse cose rivoltate: rinvii, mezze ansie e soluzioni di segatura. Soprattutto, farfuglia un riverito studioso che già mise a verbale la fine della Storia, dal ritiro americano non risulteranno conseguenze geopolitiche di rilievo.

     

    donna con il burqa in mezzo ai talebani che bloccano le strade per l aeroporto di kabul donna con il burqa in mezzo ai talebani che bloccano le strade per l aeroporto di kabul

    State quieti: l'Afghanistan è un niente. Si rilasciano certificati di buona condotta passata, presente e futura. E gli afghani? Non li sentiamo, non li afferriamo, immobili, come pietrificati in una già sfocata fotografia. Ne abbiamo per qualche giorno esaltato i lineamenti prima di confinarli opportunamente nella penombra. Rischiamo ci sfugga il filo conduttore, l'onda d'urto della umiliazione afghana.

    Shahab al-Muhajir Shahab al-Muhajir

     

    È con questo che dovremo fare i conti via via che l'esplosione di quanto è accaduto a Kabul, la sconfitta dell'Occidente, allargherà i suoi cerchi geografici svelandoci le conseguenze. Perché quelli a cui gli sbagli restano appiccicati addosso, per cui non c'è né revisione né seconde stesure, hanno visto la umiliazione americana, la fuga di notte, le armi abbandonate. In quel mondo tutto ciò si chiama sconfitta, non ritirata.

     

    i talebani festeggiano la fuga dei soldati americani 1 i talebani festeggiano la fuga dei soldati americani 1

    E vedere, in quelle realtà, conta e lievita più che le analisi del Nyt. L'onda d'urto: perché Kabul non è né un inizio né una fine ma un punto intermedio di un periodo che appare vicino al fulcro della Storia di oggi, quando ogni cosa, ogni possibile futuro è ancora in molti altri luoghi in bilico. La impossibile vittoria del jihadismo nazionalista basata sulla pazienza verrà osservata e giudicata da occhi diversi da quelli nostri, originari del potentissimo Occidente.

     

    Migrazione di massa dall'Afghanistan 2 Migrazione di massa dall'Afghanistan 2

    Da chi ha in comune non qualcosa di semplicistico che un tempo chiamavamo visione unitaria da terzo mondo, ma una conoscenza diretta di ciò che vuol dire essere deboli, una certa consapevolezza di come ci si sente a stare lì, in basso, alzando gli occhi per vedere l'eterno tallone che cala su di te. In questo vasto mondo formato da popoli di lunga agonia la sconfitta americana determinerà deduzioni gonfie di promesse: Washington non è più quella dell'ordine americano, adesso si succede al timone della Casa Bianca una sfilata di capitolardi, espressione di un integralismo diventato vecchio, smussato, infrollito.

     

    razzi su un auto a kabul razzi su un auto a kabul

    La rassegnazione dei super-potenti a occuparsi solo degli affari propri non è la più redditizia delle occasioni storiche da sfruttare? Per gli integralisti che vanno in guerra contro l'attualità armandosi di sanguinosi e ciechi assoluti in fondo l'Afghanistan non cambia molto: porteranno avanti le loro guerre senza darsi troppi pensieri su cosa convenga fare o non fare, con una immoralità perfetta.

     

    militari Usa IN afghanistan militari Usa IN afghanistan

    La lezione afghana sarà decisiva soprattutto per coloro che finora tentennavano, il vasto mondo che detesta l'Occidente potente, tracotante nell'affermarsi il migliore, maleducato. Inizieranno a immaginare un mondo senza di noi, la Storia riparte quando gli imperi abbassano le serrande perché non hanno più i mezzi per monopolizzarla. E poi ci sono gli eversori che hanno poltrona in tutti i «G» dei grandi, che non esercitano una attività omicida artigianale ma con efficienza multimilionaria, sorretti dalla buona parola, la Russia e la Cina. Si chiedono, golosi: chi non ha lottato per Kabul o Aleppo perché dovrebbe sacrificarsi per l'Ucraina o Taiwan?

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