Estratto dell'articolo di Giuliana Ferraino per il “Corriere della Sera”
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Dopo la storica sentenza che il 5 agosto ha condannato Google come monopolista, per aver usato metodi vietati dalle leggi antitrust, per mantenere il dominio del suo motore nelle ricerche e nella pubblicità online, arriva un’altra accusa pesante contro la società di Mountaview, che coinvolge anche Meta. Un’inchiesta del Financial Times ha smascherato un accordo segreto siglato l’anno scorso a danno degli adolescenti tra Google (e il canale YouTube), e il gruppo di Mark Zuckerberg, che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp.
L’intesa tra le due Big Tech rivali prevedeva di collaborare a un progetto di marketing,indirizzando ai ragazzi trai i 13 e i 17 anni una campagna pubblicitaria su YouTube, per spingerli su Instagram, eludendo le regole di Google che vietano il marketing personalizzato ai minorenni.
L’espediente? Identificare i teenager, a cui erano dirette le inserzioni, come «sconosciuti». Meta puntava così a recuperare l’attenzione e il tempo dei ragazzi minorenni sottratti dalla concorrente cinese Tiktok, mentre Google cercava di accrescere i suoi ricavi pubblicitari in un momento in cui l’Ai minaccia di ridimensionare il suo predominio online.
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Spark Foundry, una filiale americana del gruppo francese Publicis, ha collaborato con i due gruppi californiani ideando la campagna pilota lanciata in Canada tra febbraio e aprile di quest’anno e, dopo il successo riscontrato, negli Stati Uniti a maggio. Il piano prevedeva inoltre di espandere il programma di marketing sui mercati internazionali e la promozione delle altre app di Meta, inclusa Facebook. […]
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