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    AHI! TECH - CINGUETTII ASSORDANTI: IL GOVERNO TURCO CONTRO FACEBOOK E TWITTER


     
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    A cura di Andrea Andrei per Dagospia
    (Twitter: @andreaandrei_ )

    1 - CINGUETTII ASSORDANTI: IL GOVERNO TURCO CONTRO I SOCIAL NETWORK, MA FACEBOOK E TWITTER NON CEDONO ALLE RICHIESTE DI ERDOGAN

    Da "Mashable.com" (http://on.mash.to/14tVDOb) e "Reuters.com" (http://reut.rs/15G2Qdg)

    Così come è stato in Medio Oriente, anche nei movimenti di protesta in Turchia i social network stanno avendo un ruolo cruciale. È attraverso Facebook e Twitter infatti che viaggiano le notizie, le idee dei manifestanti, le immagini degli scontri, le repressioni della polizia.

    Se si vuole perciò mettere a tacere le rivolte, la prima cosa da fare è bloccare i social network. Ma per un Paese come la Turchia, cha ha a tutti gli effetti un piede in Europa, sarebbe una mossa clamorosa. Perciò Erdogan sta tentando una via diversa, e cioè quella della collaborazione con le reti sociali, con il fine di portarle dalla parte del governo.

    TURCHIA TWITTERTURCHIA TWITTER

    Ma per adesso non si sta rivelando una buona idea, perché sia Facebook che Twitter non ne vogliono sapere di stringere legami con le autorità.

    Il social network di Zuckerberg ha anche pubblicato un comunicato, nel quale si afferma con forza che Facebook non ha voluto cedere nessun dato o informazione nonostante le pressanti richieste da parte del governo. L'azienda conclude scrivendo che le uniche motivazioni che potrebbero spingerla a rivelare dei dati alle autorità turche sono le emergenze riguardanti i bambini o casi di vita o di morte.

    Non solo, Facebook afferma di essere molto preoccupata per le politiche attuate dal governo sulla richiesta di dati personali, e che tali preoccupazioni saranno espresse direttamente ai rappresentanti della Turchia che visiteranno la Silicon Valley questa settimana.

    La situazione di Twitter è ancora più complessa. Il social network dei 140 caratteri infatti, a differenza di Facebook, non ha nemmeno un ufficio legale nei confini della Turchia. Ieri perciò è arrivata la richiesta ufficiale da parte del governo di istituire un ufficio di rappresentanza nel Paese. Secondo le autorità turche, infatti, in questo modo per il governo è molto più complicato mettersi in contatto con Twitter per far rimuovere dei contenuti o chiedere dati degli utenti.

    Pare che il social network non abbia però intenzione di accontentare Erdogan, il che pone Twitter in aperto contrasto con il governo turco. Quest'ultimo già da tempo aveva manifestato insofferenza per i "cinguettii".

    Ma non solo, perché anche Google e la sua controllata YouTube sono finite sotto il mirino delle autorità turche, che hanno minacciato di bloccare le piattaforme se l'azienda di Mountain View non avesse provveduto ad aprire un ufficio legale in Turchia, come la legge del Paese prevede.

    MICROSOFT POSTE ITALIANEMICROSOFT POSTE ITALIANE

    Google ha ceduto, ma Twitter non vuole fare lo stesso, e adesso si teme che il social network possa essere bloccato.


    2 - MICROSOFT E POSTE ITALIANE INSIEME SULLE "NUVOLE": FORNIRANNO SERVIZI INTEGRATI DI CLOUD COMPUTING PER I PROFESSIONISTI

    Un "accordo per la digitalizzazione del Paese": ecco come Microsoft e Poste Italiane definiscono la collaborazione sui servizi di cloud computing che verranno offerti a professionisti, Pmi e Pubblica amministrazione.

    A queste realtà sarà proposto di integrare i servizi di PEC, Firma Digitale e Conservazione Sostitutiva offerti dalle Poste con quelli di Microsoft Office 365, tramite il quale è possibile utilizzare tutti i più famosi programmi di scrittura e calcolo Microsoft per poi poter salvare i propri documenti online e poterli recuperare sempre e ovunque.

     

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