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    AIR FRANCE SMENTISCE PER DUE VOLTE LA NOTIZIA-BOMBA LANCIATA DAL “MESSAGGERO” DI CALTARICCONE - LA COMPAGNIA FRANCESE NON SAREBBE INFATTI INTENZIONATA A RILEVARE LA RESTANTE QUOTA DI ALITALIA (IL 75%), PERCHE’ NON UN EURO - INTANTO PERÒ IL TITOLO DI IMMSI GUADAGNA IL 18% IN BORSA - AIR FRANCE PER ORA È IMPEGNATA AD APPROFONDIREIL SUO IMPEGNO NEL MERCATO DEI VOLI LOW-COST...


     
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    Marco Moussanet per "Il Sole 24 Ore"

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    Air France smentisce l'esistenza di negoziati con i soci italiani di Alitalia e annuncia di non avere in programma l'acquisizione della compagnia, almeno in tempi brevi. Era stato il quotidiano Il Messaggero a scrivere di trattative «avanzate» tra il gruppo francese e la cordata degli azionisti (o almeno alcuni di loro) che a fine 2008 aveva investito circa un miliardo per rilevare l'ex compagnia di bandiera. Il quotidiano romano ipotizzava un accordo in base al quale Air France (che di Alitalia ha il 25%) avrebbe rilevato le quote con un «premio» del 20%, presumibilmente in cambio di una partecipazione nel gigante francese. Sabato prossimo, 12 gennaio, scade infatti il periodo di «lock up», durante il quale i soci italiani non possono cedere i loro titoli. Dal 13 saranno invece liberi di vendere.
    In seguito alle voci su una possibile intesa tra le due società ci sono stati ieri significativi movimenti in Borsa. In particolare le azioni della Immsi di Roberto Colaninno (che di Alitalia, non quotata, ha il 7,1%), sono salite del 18,2% a 0,54 euro.

    SPINETTASPINETTA

    Ma da Parigi è arrivata una doppia, ufficiale, smentita. Il numero uno di Air France, Alexandre de Juniac, ha negato che ci siano trattative con tutti o alcuni dei venti soci italiani, ma soprattutto ha aggiunto che «il gruppo in questo momento ha mezzi finanziari molto limitati che non consentono di realizzare operazioni importanti». Per il momento, insomma, di rilevare il 75% di Alitalia - o comunque di assumerne il controllo - non se ne parla.

    D'altronde già a metà dell'anno scorso il gruppo francese aveva sostenuto che il dossier Alitalia non sarebbe stato aperto prima del 2014 o 2015. Se nel frattempo qualcuno vuole vendere, può ovviamente farlo. Se ci riesce, visto che i conti della compagnia non sono dei più allettanti per gli investitori, industriali o meno.

    Meno netta è stata però la smentita di Lazard che secondo indiscrezioni sarebbe l'advisor di Air France-Klm nell'operazione. La banca d'affari si è infatti solo limitata a dichiarare di non poter fare commenti sulla questione.

    COLANINNO E RAGNETTICOLANINNO E RAGNETTI

    Il tema Alitalia-Air France è stato affrontato anche a livello politico, in questo debutto di campagna elettorale. L'ex premier Silvio Berlusconi - che nel 2008, con l'aiuto dell'allora amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera, fu tra i principali sostenitori dell'Alitalia "privata" - ha ribadito che oggi rifarebbe «la stessa scelta». «Il nostro Paese - ha detto - non può non avere una propria compagnia di bandiera. Se Alitalia fosse caduta nelle mani di Air France tanti turisti sarebbero finiti a visitare i castelli della Loira invece delle nostre città d'arte».

    Al riguardo, ha dichiarato invece Mario Monti, «non abbiamo posizioni astratte o dogmatiche, bisogna vedere quali alternative ci sono e quali sono le prospettive economiche e finanziarie di Alitalia». «Non voglio improvvisare una risposta - ha aggiunto - anche perché si tratta di uno dei rarissimi problemi che non sono emersi durante i 13 mesi del mio Governo».

    Una smentita ufficiale è arrivata anche dalla stessa Immsi. In una nota, pubblicata su richiesta della Consob, la finanziaria «smentisce l'esistenza di trattative in corso» per la cessione del 7,08% della compagnia di bandiera «confermando le dichiarazioni già rilasciate da Air France.

    Air France prosegue intanto con il piano di ristrutturazione Transform 2015, che dovrebbe consentire di ridare redditività entro fine 2014 al suo settore breve e medio raggio (fino a 3,5 ore di volo, Mosca e Tel Aviv per capirci). L'ultima iniziativa è stata presentata proprio ieri, con lo sdoppiamento dell'attuale tariffa «economy». E, di fatto, l'ingresso della compagnia nel mondo del low cost (dove il gruppo è già presente con Transavia, la cui flotta passerà da 8 a 22 aerei).

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    A partire dal 6 febbraio (ma le prenotazioni sono già possibili) gli utenti avranno a disposizione un'offerta «classic» (cioè quella tradizionale) che partirà da 69 euro e una «mini», che partirà da 49 euro e sarà sempre più bassa di 20 euro rispetto alla «classic».

    Con questa formula i passeggeri non avranno più diritto a imbarcare gratuitamente il bagaglio (max 23 chili) nella stiva, il cui costo sarà di 15 euro se pagato al momento della prenotazione o di 30 euro in aeroporto. Il posto verrà inoltre assegnato automaticamente e potrà essere cambiato in aeroporto secondo la disponibilità. In futuro si potrà scegliere il posto, ma a pagamento. La tariffa «mini» non darà infine diritto all'accumulazione di miglia. L'offerta sarà proposta su 58 rotte, metà delle quali in Francia e nessuna in Italia.

    L'iniziativa e la smentita su Alitalia sono piaciute al mercato, che ha premiato il titolo Air France con un aumento del 3,6% (a 7,9 euro) rispetto a un Cac40 in flessione dello 0,7 per cento.

     

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