Fabio Martini per la Stampa
CARLO CALENDA
Una "caccia" così accurata, e al tempo stesso così sfortunata, non si vedeva da anni nella politica italiana.
Per selezionare la disponibilità a correre come sindaco di Roma nella primavera del 2021, Nicola Zingaretti ha sondato - in prima persona, o attraverso ambasciatori discreti - autentici big della politica nazionale e delle istituzioni: un ex presidente del Consiglio come Enrico Letta; il presidente del Parlamento europeo in carica, David Sassoli; il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri; il capo della Polizia Franco Gabrielli.
campidoglio
Hanno tutti risposto di no. Negli ultimi giorni la sorpresa: molto dietro le quinte, ha fatto sapere ai vertici del Pd, di essere disponibile a parlarne, un big che invece non era stato interpellato: Carlo Calenda, romano, un personaggio con la grinta e lo spessore "giusti" per una sfida così impegnativa come la riconquista del Campidoglio.
Ma Calenda, per l'ininterrotta vis polemica anche verso il Pd e perciò considerato incontrollabile, non è ben visto da Nicola Zingaretti e neppure dal principale "influencer" del partito, Goffredo Bettini. Sta di fatto che, mentre l'"ufo" Calenda era in avvicinamento, è scattato del tutto inatteso un annuncio: il segretario del Pd romano Andrea Casu ha convocato una riunione della coalizione di centrosinistra per «costruire insieme la riscossa politica della Capitale» attraverso lo strumento delle «primarie che sono nel nostro Statuto e nel dna del centrosinistra».
calenda
Annunciare le primarie per scegliere il candidato sindaco di tutto il centrosinistra è di fatto un tentativo per scoraggiare Calenda? Di sicuro è un via libera a tutti coloro che in qualche modo hanno dato la propria disponibilità a correre in caso di primarie, personaggi che in città con strafottenza un po' romanesca sono stati già battezzati come i "sette nani". In realtà si tratta di donne e uomini che, pur non essendo "famosi", sono quasi tutti sperimentati e con un riconosciuto spessore politico locale.
Sarà il vincitore delle primarie a correre per il Campidoglio? O un eventuale, futuro accordo con i Cinque stelle farà convergere su un candidato di mediazione? Una sola cosa è certa: dopo aver dimissionato un proprio sindaco, Ignazio Marino, con una sottoscrizione di firme davanti ad un notaio, Roma per il Pd resta una città strategica.
cirinnà
Da una trentina d'anni sono romane gran parte delle personalità di prima linea: Nicola Zingaretti, Goffredo Bettini, Paolo Gentiloni, Roberto Gualtieri e in precedenza Walter Veltroni, Massimo D'Alema, Francesco Rutelli. Alle primarie se la giocheranno la senatrice del Pd Monica Cirinnà, 56 anni, paladina dei diritti (da lei prende nome la legge sulle "unioni civili") ma con un lungo periodo trascorso in Consiglio comunale; il docente universitario Giovanni Caudo, 55 anni, già assessore all'Urbanistica in Campidoglio; Amedeo Ciaccheri, 31 anni, presidente dell'ottavo Municipio, vicino a Leu; Tobia Zevi, 37 anni, il candidato con minori esperienze politiche. Nei prossimi giorni potrebbero aggiungersi altri candidati, ma Cirinnà fa subito uno scatto.
Pare possa contare sulla simpatia di Goffredo Bettini e quanto a Paolo Cento, di Sinistra Italiana, annuncia: «Noi appoggeremo Ciaccheri, ma siamo pronti a valutare la candidatura di Cirinnà per le sue battaglie, oltreché per la conoscenza che ha della città dopo diverse consiliature in Campidoglio». Se non interverranno novità, le primarie potrebbero svolgersi il 3 dicembre.
Bettini e Zingaretti