Daniele Capezzone per la Verità
luca zaia
Ancora caos e altra confusione creata da Roma, con la riserva mentale di scaricare le responsabilità sulle Regioni, se qualcosa non dovesse andare per il verso giusto. È questo l' atteggiamento con cui il governo si è posto nell' incontro con le Regioni: la soluzione governativa - avvocatesca e levantina - è stata quella di dire che le ordinanze regionali devono ispirarsi ai «principi chiave delle linee guida», senza cioè essere vincolate a un rispetto letterale dei protocolli Inail.
NICOLA ZINGARETTI STEFANO BONACCINI
Mentre l' Inail ha fatto sapere per un verso che le sue sono «raccomandazioni», e che per altro verso una responsabilità dei datori di lavoro in caso di contagio dei dipendenti sussisterebbe solo in caso di dolo o colpa. Piccolissimi segnali di apertura, ma troppo vaghi, eccessivamente indeterminati, senza vere certezze per le imprese, e con una forte alea a carico delle Regioni, in considerazione del persistente potere statale di decidere marce indietro e nuove chiusure, con relativa inevitabile colpevolizzazione mediatica dei governatori. Senza dire, in caso di discrasia, del dubbio a carico delle imprese: affidarsi al protocollo Inail o a quello regionale?
nicola zingaretti stefano bonaccini
E infatti Luca Zaia, presidente del Veneto, è stato comprensibilmente duro: «Il provvedimento dice che possiamo applicare le linee guida regionali ma rispettando quelle nazionali, cosa significa? L' Inail ha fissato metri per spiagge e ristoranti, bisogna trovare una soluzione. Noi vogliamo aprire ma in maniera serena per non mettere nei guai imprenditori e lavoratori. Spero non ci siano sorprese, perché quando si lavora con Roma le sorprese sono sempre dietro l' angolo». Zaia ha fatto l' esempio delle spiagge per evidenziare alcuni paradossi: «Abbiamo cinque metri in spiaggia e in fabbrica un metro senza mascherina? Il ragionamento non sta in piedi. Pensate alle differenze degli arenili nei vari territori da Nord a Sud Italia, è impossibile fare una linea uguale per tutti, servono "abiti sartoriali"».
BONACCINI MANGIA A UN GIORNO DA PECORA
A sorpresa, anche il governatore dell' Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha fatto sponda con i governatori di centrodestra. Non è un mistero che Bonaccini punti a ritagliarsi un ruolo nazionale, anche interpretando - pur da sinistra - le preoccupazioni di alcuni settori produttivi: «Se le linee guida Inail fossero così rigorose che per un esercente, un barista, un ristoratore, un gestore di stabilimento balneare, diventasse praticamente impossibile aprire, è chiaro che la dicotomia tra la possibilità di apertura e quello che si deve osservare sarebbe un bel problema». Altra osservazione sul ritardo determinato da Roma: da qui a lunedì «avremo poche ore, pochi giorni. Per questo in Emilia-Romagna ci siamo messi avanti, augurandoci che le linee guida Inail non cozzino troppo con le regole che noi ci siamo dati. Il 18 è molto vicino».
Su un altro piano, i media vicini al governo hanno cercato di enfatizzare in termini polemici una inevitabile differenza di approccio tra il governatore della Lombardia Attilio Fontana e altri governatori di centrodestra. Con una certa strumentalità, alcuni hanno parlato di spaccatura, evidenziando la richiesta di omogeneità caldeggiata da Fontana («Per le riaperture serve una linea comune»). In realtà, tutto è fisiologicamente legato alla diversa condizione in cui si trovano molte Regioni: è comprensibile che Regioni con contagi praticamente azzerati vogliano accelerare, così come è altrettanto comprensibile la cautela del governatore della Regione più colpita, e che è anche la più rilevante economicamente. Nessun caso politico, dunque, se non per chi cerchi le pagliuzze a destra per far dimenticare le travi a sinistra.
zaia al congresso della lega conte zaia