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    AL CAIRO C’È LA VENDITA DEI TAPPETI GRANATA – IL PRESIDENTE DEL TORO SI TROVA IN CASA CERCI E IMMOBILE (35 GOL IN DUE E 40 MLn DI VALORE) E ARRINGA I TIFOSI DAL GIORNALE DELLA JUVE, CHE HA LA META’ DI IMMOBILE. UNA PAGINATA ALL’INSEGNA DEL “VORREI, NON VORREI, MA SE I GIOCATORI PREFERISCONO ANDARE…”


     
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    Marco Ansaldo per "La Stampa"

    Presidente Cairo, cosa ha pensato domenica nel momento in cui Cerci ha piazzato la palla sul dischetto?
    «Ero ottimista, positivo. Lui di solito i rigori li segna».

    URBANO CAIROURBANO CAIRO

    E ricorda che parola le è sfuggita dopo l'errore?
    «Ma no. Nemmeno per un momento mi è passata per la testa un'idea che non fosse di comprensione per Cerci. Dire che era sconvolto è poco. Gli ho ricordato che anche i grandi campioni hanno sbagliato rigori molto più importanti».

    È troppo romantico attendersi che per farsi perdonare accetti di rimanere un'altra stagione al Toro?
    «Non deve farsi perdonare nulla, tanto più dopo due campionati molto buoni in cui ha inciso moltissimo nel gioco e sui risultati. Cerci si è assunto una responsabilità pesante all'ultimo minuto dell'ultima partita, magari era stanco ma ha fatto quello che doveva. E non è detto che vada via».

    ROSSI CONSOLA CERCI IN LACRIMEROSSI CONSOLA CERCI IN LACRIME

    Non è detto, però è probabile.
    «Niente è deciso, dovremo ragionare insieme. Non voglio negare a nessuno una opportunità di carriera dopodiché il Toro è più appetito di qualche tempo fa: se ci sono buoni giocatori che si offrono per venirci, chi c'è già si chieda se non sia proficuo restarci».

    Cerci da oggi è in Nazionale e andrà in Brasile. Quando avrete il tempo per parlare?
    «Esistono i procuratori e le telefonate. E se sarà necessario guardarsi negli occhi, fino al 5 giugno sarà in Italia e ci potremo vedere, senza disturbare il lavoro della Nazionale».

    Stesso discorso per Immobile?
    «La differenza è che l'uno è tutto nostro e l'altro no. Comunque voglio giocarmi fino in fondo questa partita con la Juve».

    Ventura, realisticamente, ha detto che quando arriva la proposta della vita è difficile trattenere chi l'ha ricevuta.
    «Infatti nessuno deve rimanere al Toro controvoglia. Una proposta la farò anch'io. Immobile è un po' come il Toro, sono due realtà in crescita e con il bisogno di confermarsi: se lo fanno insieme è più probabile che ci riescano».

    LESULTANZA DI ALESSIO CERCI IN TORINO ROMALESULTANZA DI ALESSIO CERCI IN TORINO ROMA

    Non è umano che Immobile voglia monetizzare in tutti i sensi una stagione straordinaria e che potrebbe non ripetersi più?
    «Non è come alla roulette quando ci si ritira con il piatto pensando che vada già bene così. Qui conta il lavoro, non la fortuna. Se a 24 anni Ciro si convince di aver già fatto la migliore stagione della vita sbaglia prospettiva: ne ha ancora dieci per fare meglio. I numeri li possiede: ha segnato gol straordinari come con la Roma e il Genoa, altri da goleador vero. Deve solo avere pazienza e lavorare bene».

    Parola di Ventura: «Per il futuro non è tanto importante chi va via quanto trovare chi li sostituisca con la stessa voglia di arrivare». È d'accordo?
    «Il mercato comincia ora, con qualche idea già nel cassetto per le conferme e per gli acquisti».

    Dopo questa stagione sarà più difficile far accettare ai tifosi una buona salvezza o al massimo la metà classifica?
    «Abbiamo mancato un obiettivo che poi non era il nostro di partenza: volevamo piazzarci nella parte sinistra del campionato e offrire un calcio di buona qualità».

    mil01 urbano cairomil01 urbano cairo

    Diciamo che nella tabella di viaggio siete in anticipo di una stagione?
    «In apparenza è vero ed è stata la stagione migliore da 20 anni. Ma preferisco vederla in altro modo e concentrarmi sulla necessità di consolidare quanto abbiamo fatto nei risultati, nel gioco che molti apprezzano, nella scoperta e nel lancio di giovani come Immobile, Darmian, El Kaddouri, Maksimovic o nell'aver portato ad un alto rendimento i Moretti, i Bovo, i Vives. Abbiamo riportato il Toro in una posizione che era normale negli Anni 60 e 70 fino allo scudetto. La sfida è mantenerlo».

    Presidente, la porta dell'Europa è davvero chiusa o rimane lo spiraglio della mancata licenza al Parma?
    «No, auguro al Parma che gliela diano. Sul campo ha conquistato un punto più di noi ed è quanto conta per me».

     

     

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