1 - TRUMP SPIAZZA IL G20 "VOGLIO LAVORARE ANCORA A LUNGO CON VOI"
Estratto dell’articolo di Federico Rampini per “la Repubblica”
IL G20 IN TELECONFERENZA
È il suo ultimo G20 ma non si direbbe. Donald Trump dà spettacolo, nel summit in teleconferenza sotto la presidenza dell' Arabia saudita. Agli altri leader dice: «Voglio lavorare con voi ancora a lungo, ci attende un decennio straordinario». Durante il discorso del re saudita si distrae per twittare le sue solite accuse: "Grandi rivelazioni in arrivo sui brogli elettorali in Georgia. Seguitemi!" Quando parla il premier britannico Boris Johnson lui si alza e se ne va. A giocare a golf.
Nessun addio agli altri leader, dunque: per Trump non è all' ordine del giorno, visto che continua a disconoscere la vittoria di Joe Biden e a sabotare la transizione. Non poteva cambiare atteggiamento proprio in un summit multilaterale, istituzione verso la quale ha ostentato disprezzo nella sua presidenza. Molti degli altri leader riuniti virtualmente in quel vertice, hanno già congratulato il futuro presidente.
donald e melania trump
Qualcuno - sauditi in testa - rimpiangerà Trump, per altri la sua sconfitta è una liberazione. La più esplicita è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: ha auspicato che «gli Stati Uniti sotto la guida del presidente- eletto Joe Biden aumentino la cooperazione multilaterale» in aree come la salute e il cambiamento climatico sulle quali «non si sono impegnati ». […]
2 - LO STATO DELLA GEORGIA HA CERTIFICATO LA VITTORIA DI JOE BIDEN ALLE PRESIDENZIALI
joe e jill biden
Venerdì lo stato della Georgia ha certificato ufficialmente la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali dello scorso 3 novembre, assegnandogli i suoi 16 grandi elettori, che comunque non erano fondamentali per Biden per arrivare ai 270 necessari per diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti. Il risultato del riconteggio – deciso per lo stretto margine tra i due candidati – era già stato annunciato giovedì: il vantaggio finale di Biden sul presidente uscente Donald Trump è stato di 12.284 voti, qualche centinaio in meno di quelli contati la prima volta.
Sempre venerdì alcuni parlamentari statali del Michigan, Repubblicani, hanno incontrato Trump alla Casa Bianca. Secondo i media americani, dopo i fallimenti dei ricorsi legali contro la regolarità delle elezioni, Trump vorrebbe convincere i Congressi statali a maggioranza Repubblicana di alcuni stati in bilico ad andare contro alla volontà popolare assegnandogli la vittoria e i grandi elettori. Sarebbe una cosa mai vista, e un «sovvertimento della democrazia» secondo i giornali americani. Ma dopo l’incontro i parlamentari del Michigan hanno fatto sapere di non voler intervenire nel processo che certificherà il vincitore delle presidenziali. In Michigan, Biden ha vinto di oltre 150mila voti.
Trump biden
3 - FALLISCE LO "SCIPPO DEL MICHIGAN" DA PARTE DI TRUMP, GLI STESSI REPUBBLICANI RESISTONO ALLE SUE PRESSIONI
Estratto dell'articolo di Federico Rampini per www.repubblica.it
Fallisce lo "scippo del Michigan" tentato da Donald Trump. Due legislatori locali, repubblicani, hanno detto no all'estremo tentativo del presidente di stravolgere le regole e ribaltare il verdetto delle urne in quello Stato industriale del Midwest conquistato da Joe Biden. I due repubblicani convocati alla Casa Bianca hanno risposto con fermezza: secondo loro non c'è alcuna ragione per rovesciare il risultato elettorale. È uno smacco per il presidente, che sta esaurendo gli ultimi tentativi di non riconoscere la vittoria del democratico. [...]
donald trump joe biden
L'ultima carta che Trump tenta per ribaltare il verdetto delle urne, viene definita dagli storici un gesto senza precedenti. [...] Trump nella serata di venerdì aveva convocato alla Casa Bianca i rappresentanti repubblicani eletti nell'assemblea legislativa del Michigan, con un obiettivo: convincerli a designare dei "grandi elettori" che voterebbero per lui come presidente. Il problema è che i cittadini del Michigan hanno scelto Biden.
dibattito donald trump joe biden
Il piano di Trump è legato a una peculiarità del sistema elettorale americano: sostanzialmente, la scelta del presidente avviene a suffragio universale, formalmente invece si tratta di una sorta di voto indiretto. I passaggi sono due: prima ogni Stato deve certificare il verdetto delle urne; poi è l'assemblea legislativa dello Stato a designare i membri del collegio elettorale che travasano i voti dei cittadini a Washington e contribuiscono a designare il nuovo capo dell'esecutivo. In teoria quindi le assemblee legislative locali possono anche disconoscere la volontà dei veri elettori e designare dei "grandi elettori" di segno politico opposto. Sarebbe una tale violazione della volontà popolare, da giustificare i paragoni con un golpe. Trump ha sperato in questo scippo, perché diversi Stati-chiave che hanno votato per Biden hanno dei Parlamenti locali con maggioranze repubblicane: oltre al Michigan è il caso di Wisconsin, Pennsylvania, Georgia.
TRUMP E BIDEN
Quella di Trump è una corsa contro il tempo [...] entro l'8 dicembre gli Stati devono aver certificato i risultati, in modo che il 14 dicembre avvenga la conta a livello nazionale. Perché i Parlamenti dei singoli Stati ribaltino la volontà degli elettori, devono avere delle solide giustificazioni: brogli massicci, contese giudiziarie che impediscano di arrivare alla certezza del risultato. [...] Il sospetto in certi casi è che abbia voluto guadagnare tempo per avvicinarsi alla data dell'8 dicembre senza che gli Stati abbiano potuto certificare l'esito finale del voto, aprendo così allo scenario dello "scippo" in sede legislativa locale.