Ivo Caizzi per il “Corriere della sera”
JUNCKER E CONTE
Per la prima volta in Europa due donne sono state scelte per guidare la Commissione europea e la Bce. Il Consiglio dei 28 capi di Stato e di governo dell' Unione Europea, a Bruxelles, ha designato la ministra della Difesa tedesca, l'europopolare Ursula von der Leyen, per succedere al lussemburghese Jean-Claude Juncker, e la numero uno francese del Fondo monetario di Washington Christine Lagarde, sempre di centrodestra, per subentrare a Mario Draghi all' Eurotower di Francoforte. Il premier liberale belga Charles Michel ha vinto la corsa per presiedere il Consiglio dei governi e al ministro degli Esteri socialista spagnolo Josep Borrell è stata affidata la responsabilità della politica estera dell'Ue.
FRANS TIMMERMANS
Ora c'è da passare l'approvazione dell'Europarlamento, dove il gruppo socialista è apparso abbastanza deluso rispetto alla candidatura originaria a presidente della Commissione del compagno di partito, l'olandese Frans Timmermans, che verrebbe solo mantenuto nel suo attuale ruolo di primo vicepresidente dell'istituzione di Bruxelles, insieme alla «promossa» commissaria liberale danese Margrethe Vestager.
I socialisti verrebbero parzialmente compensati con la prima metà del quinquennio di presidenza dell'Europarlamento, che deve essere votata oggi a Strasburgo. È stato scelto David Sassoli del Pd, che cederebbe poi la poltrona al popolare tedesco Manfred Weber.
david sassoli
Von der Leyen è considerata una fedelissima della cancelliera Angela Merkel, che è uscita quindi vittoriosa dal summit, dopo la sconfitta iniziale dell' affossamento del suo precedente pacchetto con Timmermans presidente.
Ancora più soddisfatto si è mostrato il presidente francese Emmanuel Macron, che ha aperto la strada a von der Leyen per conto dell'alleata di Berlino, ottenendo in cambio la Bce per Lagarde e di fatto anche il Consiglio per il belga francofono Michel, molto ben visto a Parigi.
Il premier Giuseppe Conte, che aveva bloccato il «pacchetto» con Timmermans insieme ad una decina di altri leader, tra cui i quattro di Visegrád (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia), ha moderatamente e pragmaticamente apprezzato l'esito del negoziato, ricordando che il governo M5S-Lega è fuori dalle tre «famiglie politiche» (popolari, socialisti e liberali), orientate a costituire la maggioranza nell' Europarlamento e le più influenti nell'assegnazione delle europoltrone.
CHRISTINE LAGARDE
Conte ha anticipato di aspettarsi ora «una vicepresidenza della Commissione europea», preferibilmente con il portafoglio della «Concorrenza», e di mantenere «un posto nel board della banca centrale» dopo l' uscita di Draghi. Il premier si aspetta poi oggi il via libera della Commissione europea sui conti pubblici per il 2019, allontanando così i rischi di una proposta di procedura d' infrazione.
ursula von der leyen 4
«È importante che siamo stati capaci di decidere con grande unità perché riguarda la nostra futura capacità di operare», ha commentato soddisfatta Merkel sulle nomine approvate. «Questo accordo è il frutto di un'intesa franco-tedesca profonda», ha rivendicato apertamente Macron. E anche nei palazzi di Bruxelles il «pacchetto» è stato visto come la conferma della linea tradizionale di Berlino e Parigi, che quasi sempre puntano a far guidare l' Ue da politici di seconda e terza fascia, sempre disponibili a restare in sintonia con i governi della Germania, della Francia e dei Paesi loro alleati.