Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
de ketelaere chelsea milan
Una cosa corretta per parlare del Milan di Londra è considerare gli assenti per infortunio, ma capire anche che hanno pesato molto di più le presenze sbagliate che erano in campo. Non c'è stato Leao, non abbastanza per causare la sua dote di rischio abituale. È mancato a Leao soprattutto Theo Hernandez, quello spazio matto e violento che sa pendere per lui a inizio di azione. Ma non c'è stato Bennacer, chiuso tra Kovacic e Mount, subito nervoso perché giocatore razionale finito dentro una partita irragionevole.
È mancato Tomori come da un po' succede. È mancato soprattutto De Ketelaere. Non è sua la colpa del piccolo disastro, ma è tutta sua la modestia prolungata di troppe prestazioni. Pensavo che la grande partita in Europa lo avrebbe scosso e aiutato a ritrovare un feeling con la sua classe, ma non è mai nemmeno apparso. La vera differenza è stata fisica. Il Chelsea è arrivato prima su tutti i palloni, vinto quasi tutti i contrasti.
charles de ketelaere rafael leao
Quando hai queste differenze devi aiutarti con una tecnica che stavolta il Milan non ha saputo trovare. Non è un problema la sconfitta, in casa del Chelsea si può perdere anche con tutti i titolari. È la partita soltanto subìta, piena di errori a lanciare un brutto segnale. Se De Ketelaere non entra in fretta nel gruppo, Tonali e Bennacer avranno sempre un avversario in più. E mancherà a lungo Saelemaekers che è da sempre l'equilibratore oscuro della squadra. Si complica il girone, ma è in testa il Salisburgo, non il Real.
L'avversario resta il Chelsea. Resta per Pioli anche una valutazione di fondo: quattro punti in tre partite sono pochi in un girone del genere. Era giusto aspettarsi complessivamente di più. Rabiot intanto si prende quasi per intero la responsabilità di rilanciare la Juve. Partita curiosa, dominata da una Juve in crescita, poi rimessa in equilibrio dall'ingresso dei quattro giocatori ebrei che avevano finito il loro digiuno religioso alle 19.30, e sono entrati quindi nella ripresa pesando sul gioco.
chelsea milan
Per un tempo hanno dominato le idee di Di Maria, i suoi palloni filtranti che la Juve, senza di lui, non ha nel repertorio. Un buon risultato, un nuovo inizio, due punti secchi presi a entrambi i gli avversari che l'hanno battuta nelle prime giornate. Non è una soluzione finale, ma era l'unica per cominciare un inseguimento serio. Curiosità finale: Haaland segna due gol subito e viene sostituito alla fine del tempo. È la fretta del calendario, ma al ragazzo basta.
Angel Di Maria Juventus