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«Mi chiamo Massimo Decimo Meridio. . . e avrò la mia vendetta, in questa vita o inella prossima». Chi può dimenticare questa battuta del film il Gladiatore che proprio questa settimana festeggia i 20 anni dalla sua uscita. Ma se tutti ricordano le scene epiche, in pochi sanno che le riprese del colossal furono un vero caos tra attori che minacciavano di morte la produzione e il decesso di uno dei protagonisti, stroncato da un infarto durante una gara di bevute.
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Al via con il botto
Le riprese si sono svolte tra Inghilterra, Malta, Italia e Marocco e sono state girate in sequenza.
La produzione iniziò a Bourne Woods, nel Surrey, la foresta dove i romani combattono contro l'orda barbara. Si tratta di una scena memorabile per la quale bisogna ringraziare il filma “salvate il soldato Ryan”. Il regista Ridley Scott lo fece vedere allo staff chiedendo loro che la battaglia fosse migliore di quella. Per renderla ancora più spettacolare a Scott venne permesso di bruciare una porzione di foresta. La Royal Forestry Commission, infatti, aveva previsto che la zona fosse deforestata e Scott si propose affinché la produzione finanziasse l'operazione.
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Le tigri sul set
Nella scena in cui Russell Crowe combatte contro Tigris delle Gallie, nell'arena vengono fatte entrare cinque tigri. Per evitare catastrofi c’era un veterinario armato di fucile e frecce tranquillanti in caso i felini avesse mostrato segni di nervosismo.
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Ossa rotte e infortuni
Crowe aveva 36 anni e dalla produzione gli era stato vietato di giocare a calcio per evitare gli infortuni. Ma questo non gli evitò una serie di problemi sul set tra cui una frattura all’osso dell’anca, una rottura del piede, uno strappo ai tendini di Achille e la perdita di sensibilità al pollice destro per due anni dopo una botta alla spalla. Senza contare i punti di sutura sul volto dopo essere finito contro un albero.
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Caos nella sceneggiatura
Lo spargimento di sangue sul set non ha nulla a che invidiare a quello sparso dietro la macchina da presa. Il film è passato attraverso tre scenografi e varie versioni che venivano cambiate anche poco prima del ciak. Una situazione che faceva infuriare Crowe convinto che il film sarebbe stato un disastro, rovinando la sua carriera.
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Crowe, infatti, era insoddisfatto del copione e ha più volte chiesto che fosse riscritto. In un primo momento si era anche rifiutato di pronunciare la frase: « E avrò la mia vendetta, in questa vita o nella prossima». Poi Crowe ci ha ripensato e ha detto allo sceneggiatore William Nicholson: «Le tue battute sono spazzatura, ma io sono il più grande attore al mondo e posso far sembrare buona anche la spazzatura».
La morte di Oliver Reed
Che tra Oliver Reed e Russell Crowe non scorresse buon sangue era noto a tutti sul set. Ma Crowe non c’entra nulla con la morte di Reed avvenuta a Malta.
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Quella notte Reed - dopo aver promesso a Ridley Scott che avrebbe bevuto solo nei fine settimana – accettò una sfida in una gara di bevute con dei marinai di un cacciatorpediniere britannico. Secondo i racconti ha bevuto otto pinte di birra chiara, una dozzina di shot di rum e mezza bottiglia di whisky prima di crollare sul pavimento del pub. È morto a 61 mentre veniva portato in ospedale a tre settimane dalla fine delle riprese.
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Visto che era un personaggio fondamentale per il film, una clausola nella copertura assicurativa avrebbe permesso ai registi di rigirare tutte le scene di Reed con un altro attore, e gli assicuratori avrebbero pagato circa 25 milioni di dollari. Ma Scott non ha voluto eliminare Reed dal film e alla fine le scene in cui compare sono state completate grazie alla tecnologia digitale.
Il temperamento di Crowe
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Che l’attore andasse in escandescenza con poco era cosa nota. Ma ci sono due episodi memorabili durante le riprese. Il primo quando alle 3 del mattino minacciò uno dei produttori: «Ti ucciderò con le mie mani». In un'altra occasione, Crowe invitò il regista e lo sceneggiatore David Franzoni a cena nella villa di proprietà di un militare vicino al confine tra Marocco e Algeria, dove alloggiava durante le riprese.
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Lungo la strada, i due furono fermati da una jeep dell'esercito con sopra il figlio di un generale che si lamentava chiedendo che Crowe lasciasse la villa poiché aveva "violato ogni principio del Corano". Non appena arrivano, Scott iniziò a urlare contro Crowe che di risposta li cacciò fuori di casa. Franzoni ricorda che Crowe era così arrabbiato alla prima proiezione del film che era pronto a "uccidere tutti".
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