Marco Galluzzo per corriere.it
GIORGIA MELONI PNRR
Un tavolo di maggioranza per decidere l'agenda delle riforme e delle priorità dell'anno appena iniziato. Nei prossimi giorni a Palazzo Chigi decideranno in quale formato, ma la decisione di Giorgia Meloni è quella di mettere nero su bianco il timing del programma di governo il prima possibile. Anche per sciogliere metodo e merito della riforma costituzionale, sui poteri dell'esecutivo, che resta in testa agli obiettivi del centrodestra ma che può prendere strade diverse, dal presidenzialismo sino a un premierato con poteri rafforzati ed elezione diretta del presidente del Consiglio.
Chiusa la maratona sulla legge di Bilancio, che è stata anche una corsa contro il tempo, a Palazzo Chigi si mettono a punto le prossime tappe dell'azione dell'esecutivo. E si smentiscono resistenze rispetto alla riforma delle autonomie regionali che il ministro Calderoli sta portando avanti: nessuna incomprensione con la Lega e la conferma che la riforma è fra gli obiettivi indicati nel programma di governo, che Meloni intende onorare e perseguire nel modo più corretto, ma anche più spedito possibile. Se qualcuno ha ravvisato una resistenza della presidente del Consiglio sull'argomento, considerando anche la ravvicinata scadenza elettorale delle Regionali e che storicamente si tratta di una bandiera della Lega, ha visto male.
ROBERTO CALDEROLI
Anche per una semplice considerazione,fanno notare i ministri più vicini alla Meloni: «Al Nord ora siamo noi maggioranza». Quello delle bandiere politiche è dunque un falso problema.
Riforma delle autonomie e riforma costituzionale viaggeranno su tempi e procedure istituzionali diversi fra l'altro, quindi nessuna sovrapposizione e nessun pregiudizio sui tempi della prima, basta fare i passi giusti per incanalarle entrambe, con il necessario confronto che si aprirà con le forze dell'opposizione e gli attori istituzionali che verranno coinvolti.
Ma il provvedimento forse più importante, e più ravvicinato, sarà a fine mese un decreto legge sul Pnrr, il Piano di ripresa e resilienza finanziato dall'Unione europea, sul quale a fine anno sono stati raggiunti dal governo gli obiettivi che mancavano, ma sul quale è in corso di negoziazione con la Commissione europea un percorso di modifiche legate sia alle risorse economiche che ad alcuni obiettivi originari.
ROBERTO CALDEROLI GIORGIA MELONI
Un negoziato che stanno portando avanti anche altri Paesi dell'Unione, che vede il ministro Raffaele Fitto in costante contatto con il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, e che sarà accompagnato fra qualche settimana da un corposo provvedimento in cui verranno modificate sia la governance attuale del Piano - fra le altre cose si ridurranno le duplicazioni di alcune strutture ministeriali, cercando rendere più efficiente la macchina e la regia di un lavoro molto complesso che nei prossimi mesi entrerà nella fase attuativa - sia le norme e le procedure attualmente vigenti, cercando al massimo di semplificare la messa a terra delle opere. In queste ore sia al dicastero di Fitto che a Palazzo Chigi stanno confluendo una serie di proposte di modifiche legislative che arrivano da tutti i ministeri coinvolti, certamente cambieranno le norme autorizzative in più settori, ambientali e amministrative, puntando ad azzerare il gap che ha sempre visto il nostro Paese molto indietro nella capacità di spendere concretamente i fondi europei.
giorgia meloni roberto calderoli.
Norme che coinvolgeranno quasi certamente i poteri delle Soprintendenze, i tempi delle Conferenze di servizi, la procedura della Via, la valutazione di impatto ambientale, cercando di ridurre al massimo i tempi di apertura dei cantieri. In un provvedimento a parte invece potrebbe confluire quella modifica del reato di abuso di ufficio, che attualmente costituisce spesso un deterrente alla firma degli atti della Pubblica amministrazione, e che la stessa Meloni ha più volte richiamato.