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    “NON SONO MAI STATO SENTITO DALLA PROCURA” - GABRIEL NATALE CHRISTIAN HJORTH, ACCUSATO DELL’OMICIDIO DEL VICEBRIGADIERE CERCIELLO REGA, INVIA IL SUO MEMORIALE IN AULA - IL VIDEO DEL SUO INTERROGATORIO MENTRE ERA BENDATO E’ FINITO AGLI ATTI DEL PROCESSO - DISPOSTA UNA PERIZIA PSICHIATRICA SU FINNEGAN LEE ELDER COME RICHIESTO DALLA DIFESA DEL RAGAZZO, CHE IN QUEL PERIODO ASSUMEVA PSICOFARMACI - PERIZIA ANCHE SUI COLLOQUI IN CARCERE TRA ELDER, IL PADRE E IL SUO AVVOCATO, PERCHE'...


     
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    gabe natale finnegan lee elder 2 gabe natale finnegan lee elder 2

    Daniele Autieri per “la Repubblica - Edizione Roma”

     

    «Ero confuso, disorientato, senza energie, completamente stralunato». Parole che Gabriel Natale Christian Hjorth ha affidato al suo memoriale, inviato alla procura di Roma e rimasto fino a ieri segreto. Un documento rivelato dallo stesso ragazzo americano nel corso della terza udienza del processo che lo vede accusato dell'omicidio del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega insieme al presunto autore materiale dell'atto, Finnegan Lee Elder.

     

    gabe natale e finn elder appostati in attesa di cerciello gabe natale e finn elder appostati in attesa di cerciello

    «In questo memoriale - ha dichiarato ieri Natale collegato in video conferenza dal carcere - scrivo tante cose che mi sono state dette e che mi sono state chieste mentre ero bendato» . Dalla sua cella nella casa circondariale di Regina Coeli, il californiano di origini italiane ha preso carta e penna per raccontare cosa accadde il 26 luglio scorso nelle stanze del nucleo investigativo dei carabinieri di via in Selci, mentre era bendato e legato. Da allora, nonostante fosse persona offesa nel processo sulla benda, Natale non è mai stato interrogato sul fatto. «Non sono stato sentito dalla procura - ha spiegato - e per questo ho mandato un memoriale».

     

    GABE NATALE GABE NATALE

    Dichiarazioni che diventano immagini attraverso il video girato con il suo cellulare da Andrea Varriale, un documento di 45 secondi nel quale il testimone chiave di quanto accadde quella notte pone domande al principale accusato, in una stanza dove si riconoscono almeno altri sei carabinieri. E proprio ieri, nel corso dell' udienza, il pubblico ministero Maria Sabina Calabretta ha prodotto in aula il video, che è stato quindi acquisito agli atti del processo, dopo che nella prima udienza del 26 febbraio scorso la richiesta di acquisizione era stata sollevata dai legali di Gabriel Natale, Fabio Alonzi e Francesco Petrelli, a cui però si era opposto il procuratore aggiunto Nunzia D' Elia.

     

    finnegan lee elder finnegan lee elder

    Un video che - secondo quanto spiegato ieri dal pubblico ministero - è stato inviato nuovamente alla procura il 29 febbraio scorso, in una versione definita "integrale", quindi più ampia della precedente per confermare la tesi degli inquirenti secondo la quale il video è stato girato per identificare il ragazzo attraverso la sua voce. Da ieri il video del bendaggio è a tutti gli effetti un atto del processo.

     

    Processo che - nell' udienza a porte chiuse per l' emergenza coronavirus - ha riservato altre novità. La prima è la disposizione di una perizia psichiatrica da parte della corte su Finnegan Lee Elder come richiesto dalla difesa del ragazzo, che in quel periodo stava assumendo psicofarmaci. La seconda è un' altra perizia disposta dalla corte d' Assise sui colloqui svolti in carcere tra Elder, il padre e il suo avvocato, sui quali sarebbe stata depositata agli atti una traduzione non conforme al significato delle conversazioni.

     

    FINNEGAN LEE ELDER FINNEGAN LEE ELDER

    Alle spalle rimane la posizione iniziale dei due ragazzi - non sapevamo che fossero carabinieri - che è stata rinnovata anche ieri, mentre il processo veniva rinviato al 29 aprile quando il primo ad essere ascoltato sarà il colonnello Lorenzo D' Aloia, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri. A lui la procura affiderà il compito di blindare la ricostruzione investigativa che punta, non solo a provare la consapevolezza, ma anche la premeditazione dei due americani che sono accusati dell' omicidio di Mario Cerciello Rega avvenuto nella notte del 26 luglio scorso. E proprio quello della consapevolezza che Varriale e Cerciello fossero due carabinieri, sarà il campo principale su cui si consumerà la battaglia giudiziaria.

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