Estratto dell'articolo di Antonio Giustozzi per “la Repubblica”
OSAMA BIN LADEN AYMAN AL ZAWAHIRI SAID AL ADEL
Quando Al Zawahiri fu ucciso da un drone americano il 31 luglio scorso, molto si disse della possibilità che il suo vice Saif al Adel emergesse come successore, essendo il più credibile dei papabili. C'era però un problema: Saif da anni risiede in Iran, dove la Repubblica islamica gli offre protezione, ma di fatto lo trattiene anche come ostaggio al fine di assicurarsi una certa collaborazione.
In particolare, il regime iraniano ha imposto ad Al Qaeda di evitare attacchi contro l'Iran, che è abbastanza ovvio, ma anche di astenersi dall'attaccare gruppi e movimenti sciiti ovunque nel mondo musulmano. Oggi come oggi tra i ranghi di Al Qaeda serpeggia la convinzione, come nota un comandante attivo tra Pakistan ed Iran, che in questo rapporto l'Iran ci abbia guadagnato di più di Al Qaeda.
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Ayman al Zawahiri
L'Iran non permette ad Al Qaeda di usare l'Iran per condurre le sue attività jihadiste, ma solo come rifugio e corridoio di transito. Il rapporto tra Al Qaeda ed Iran rimane pertanto precario. Il comandante già citato non crede durerà più di un paio d'anni, perché gli iraniani hanno la tendenza a prevaricare e ci sono compromessi che Al Qaeda non intende fare, come per esempio abbandonare baluchi e arabi-iraniani al loro destino.
La maggior parte dei membri di Al Qaeda è contraria a questa alleanza contro natura, che vedono come una gabbia che previene il rifiorire dell'organizzazione che fu di Osama bin Laden. Gli iraniani non sembrano aver cercato di influenzare la selezione del successore di Al Zawahiri. Il ritardo nel completare il processo è attributo dalla fonte in parte alla difficoltà di coordinare il gruppo dirigente, disperso tra vari paesi africani, diversi paesi medio-orientali, tra cui appunto l'Iran, e l'Asia del Sud.
ayman al zawahiri
Al Qaeda a metà novembre non era nemmeno riuscita ad arrivare a selezionare una rosa ristretta di candidati, ma secondo il nostro comandante la maggioranza dei membri sarebbe a favore proprio di Saif al Adel, che vedono come l'unico che potrebbe rilanciare Al Qaeda e "vendicare Al Zawahiri". […]
In questo modo, l'Iran manterrebbe la sua influenza, mentre Al Qaeda riuscirebbe almeno ad uscire dall'imbarazzante impasse sulla nomina del successore di al Zawahiri in cui si trova da 4 mesi. Almeno finché lo Stato islamico rimarrà un nemico chiave per l'Iran, a Teheran converrebbe salvare Al Qaeda dal declino a cui sarebbe condannata, se la successione ad al Zawahiri continuasse a rimanere bloccata. [...]
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