ULTIMO TANGO A PARIGI - MACRON E MELONI BY CARLI
DAGOREPORT
Passano i mesi ma non si affievolisce la tensione tra Palazzo Chigi e l’Eliseo. Da quando Giorgia Meloni è Presidente del Consiglio, le incomprensioni, gli sgambetti, le baruffe con Emmanuel Macron non sono mai mancate e ogni volta, a metterci una pezza, è dovuto intervenire il Quirinale.
Stavolta, però, davanti al mancato invito al Presidente francese alla conferenza internazionale per le migrazioni di Roma, persino i consiglieri diplomatici di Mattarella sono sbottati per la decisione di Giorgia Meloni: “La signora non si è evoluta”.
Della serie: l’antipatia personale e i pregiudizi antifrancesi continuano a prevalere sulla Ragion di Stato. La Ducetta è ferma alla prassi di Colle Oppio.
Lo stesso Mattarella non ha preso bene l’ennesimo sgarbo al suo caro amico Macron. D’altronde è stato Super-Sergio a tenere a battesimo, con Mario Draghi al suo fianco, il Trattato del Quirinale, che avrebbe dovuto rinsaldare i legami tra Italia e Francia. Da quel che si è visto negli ultimi mesi, una pia illusione.
sergio mattarella con emmanuel macron al louvre davanti alla gioconda
Il Capo dello Stato era a conoscenza dei piani del Governo italiano per la conferenza, ma si è ben guardato dal mettere bocca sulla "lista inviti".
I consiglieri del Colle hanno informalmente contattato la Farnesina, ricevendo, da Tajani e dai suoi, risposte evasive su una eventuale presenza francese: "Dipende dal presidente...sentite Palazzo Chigi..."
Pur avendo compreso che Giorgia Meloni non voleva avere l'ombra di Macron al vertice, il Quirinale ha preferito non fare pressioni. Nessuna richiesta esplicita alla Ducetta. Soprattutto perché il Quirinale non alza il telefono per sentirsi opporre un netto rifiuto...
Giorgia Meloni ora ha problemi più urgenti da risolvere rispetto al rapporto irrisolto con Parigi. La Thatcher della Garbatella deve gestire le prime criticità all’interno di Fratelli d’Italia. Tre quarti del partito sono appiattiti sulle sue posizioni e sono a lei fedeli. Il restante 25% comprende l’ala “milanese”, che fa capo a La Russa e a Santanchè, e quella romana, capeggiata da Fabio Rampelli.
DANIELA SANTANCHE E IGNAZIO LA RUSSA
Gran parte del partito, tradizionalmente giustizialista, non vede di buon occhio la permanenza al governo di Daniela Santanchè, indagata dalla procura di Milano per i conti della “Visibilia”, e freme anche per le accuse di stupro al figlio del mai paludato presidente del Senato.
A questo vanno aggiunte le uscite iper-garantiste del ministro Nordio, nominato in quota Fdi, ma che sembra più appartenere alla tradizione di Forza Italia.
MELONI SENZA VOX - VIGNETTA DI VAURO
A Donna Giorgia non va meglio in Europa, dove l’esito delle elezioni spagnole l’hanno costretta a deglutire un boccone amaro. L’imprevista rimonta dei socialisti di Pedro Sanchez, e il mancato exploit di Vox, con cui Meloni è alleata nell'eurogruppo Ecr, la costringono a rinculare, e aspettare notizie migliori dalle prossime elezioni in Polonia e Olanda.
Ps. Come Dago-dixit, prende corpo l’idea di un rimpasto di governo tra settembre e ottobre. Le voci da Palazzo Chigi sostengono che Giorgia Meloni, oltre alla Santadeché, voglia spingere Salvini a congedare il ministro dell’istruzione, Giuseppe Valditara, e convincere Tajani a scaricare l'impalpabile ministro dell’ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. La Ducetta vorrebbe accompagnare all’uscita anche il ministro dello sport, Andrea Abodi, da lei scelto in quota Fratelli d’Italia.
daniela santanche ignazio la russa SAMANTHA VOX - MEME BY EMILIANO CARLI GIORGIA MELONI ALLE PRESE CON I CASI LA RUSSA E SANTANCHE - VIGNETTA BY MANNELLI sergio mattarella emmanuel macron al louvre di parigi GIORGIA MELONI SANTIAGO ABASCAL
LA SCONFITTA DI VOX ALLE ELEZIONI IN SPAGNA - VIGNETTA BY MAURO BIANI SERGIO MATTARELLA EMMANUEL MACRON
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