Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per “la Repubblica”
carlo nordio al senato
Una riforma della giustizia in otto articoli ma con cinque piccole grandi novità, quella votata ieri dal Senato e ora all'esame della Camera. Un testo che è anche la prima significativa rotta impressa dal ministro Carlo Nordio e perciò ha segnato una maggioranza variabile, con i voti di Azione e Italia Viva sommati al destra-centro nel nome del garantismo (104 sì contro 56 no).
Via l'abuso di ufficio
In sé, un reato che non interessa la generalità della popolazione, perché tocca soltanto i comportamenti di chi ha incarichi pubblici. Ed è sicuramente un reato "evanescente", come il ministro Guardasigilli non dimentica mai di dire, perché a fronte di migliaia di procedimenti aperti, le condanne alla fine sono pochissime. Nel 2021, sono state 4. 745 le iscrizioni nel registro degli indagati; 18 le condanne in primo grado.
CARLO CALENDA E MATTEO RENZI
Il reato è talmente "evanescente", secondo Nordio, che non c'era nulla da fare se non abrogarlo perché «il rischio di un'indagine ha alimentato all'interno della pubblica amministrazione la burocrazia del non fare e la paura della firma». Nordio ha voluto fortissimamente quest'abrogazione contro buona parte della sua maggioranza (erano più che perplessi dentro Fratelli d'Italia e Lega), i magistrati, i professori, e pure Bruxelles. Ma nulla l'ha fermato. […]
Trafficanti di influenze
intercettazioni
Il secondo reato che il ministro ha voluto picconare è il "traffico di influenze", ovvero le operazioni ambigue di affaristi, lobbisti e facilitatori vari. Con la cura Nordio, il traffico di influenze resterà reato nei casi in cui «la mediazione è illecita quando finalizzata a far compiere un reato ad un pubblico ufficiale. Viene mantenuta l'ipotesi della mediazione consistente nella costituzione di una provvista «in conto corruzione». Restano le condotte più gravi.
Non ci sta il senatore Roberto Scarpinato, magistrato prestato al M5S: «Grave – dice – l'amputazione del reato di traffico di influenze illecite, tipico di faccendieri della peggior specie. È una legge che favorisce la proliferazione delle lobbies illegali».
Il trio in toga
CARLO NORDIO
La norma che avrà probabilmente maggiore impatto sugli uffici giudiziari, che ha forse fatto meno discutere, ma che in fondo denota la più profonda sfiducia di Carlo Nordio nelle toghe italiane, riguarda l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Attualmente, è sempre disposta dal giudice monocratico; in futuro dovrà essere una decisione collegiale di 3 magistrati. Quando la pubblica accusa chiederà gli arresti domiciliari, continuerà ad essere sufficiente un solo magistrato.
L'interrogatorio preventivo
Alla collegialità dei magistrati, si accompagna un'altra innovazione significativa: obbligo per il pm di interrogare una persona prima di richiedere gli arresti (salvo mafia, terrorismo o reati gravi, e poi quando ci sia rischio di fuga o di inquinamento della prova). […]
I bavagli
carlo nordio 9
Cambierà l'informazione di garanzia: dovrà riportare una descrizione sommaria del fatto su cui si indaga (oggi non prevista) e dovrà tutelare maggiormente l'indagato, garantendo la riservatezza del destinatario. Negli atti non dovranno essere riportate le conversazioni e i dati relativi a soggetti non coinvolti dalle indagini (tranne quando sono considerati rilevanti per il procedimento).
Nella richiesta di misura cautelare del pm e nell'ordinanza del giudice non dovranno essere indicati i dati personali di soggetti terzi, non indagati, salvo che ciò sia considerato indispensabile per l'esposizione. Il giudice dovrà stralciare le intercettazioni che contengono dati relativi a soggetti diversi (laddove non essenziali). Infine, i giornalisti potranno riportare gli atti dei magistrati per sintesi, non integralmente e nemmeno per estratto.
LA SPESA PER LE INTERCETTAZIONI - LA STAMPA CARLO CALENDA E MATTEO RENZI carlo nordio 8