Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
putin assad
Ai diplomatici non piace parlare di «fallimento» e preferiscono spesso paludarlo con parole, dichiarazioni e formule volte a rassicurare, dare un senso di burocratica normalità. Eppure, se si tiene conto delle voci «ufficiose» che vengono dai partecipanti al summit sulla Siria tenutosi ieri nella capitale austriaca e si ascoltano le dichiarazioni alla conferenza stampa conclusiva del segretario di Stato Usa John Kerry, del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, dell' inviato dell' Onu Staffan de Mistura, le conclusioni appaiono davvero poco rassicuranti.
putin obama
Mentre in Siria si continua a combattere e morire, la diplomazia non riesce a trovare una formula convincente che permetta di garantire finalmente la tenuta del cessate il fuoco, già tante volte annunciato e sempre violato, il quale dovrebbe spianare la strada agli aiuti dell' Onu tra le popolazioni assediate e infine al processo politico mirato a costruire un governo di transizione.
john kerry vladimir putin
«Oggi, come molte altre volte nell' ultimo anno, russi e americani durante la riunione sono passati da una prima fase di burocratica esposizione delle loro mutue posizioni, al violento alterco in cui si sono anche rinfacciati a vicenda i massacri e le violazioni di qualsiasi convenzione internazionale commessi dai loro reciproci gruppi di combattenti protetti, al tentativo di un compromesso, che in verità dice poco, ma permette in qualche modo di tenere in vita il negoziato diplomatico», ha confidato al Corriere uno dei diplomatici europei presenti ai colloqui.
L ESECUZIONE DI UN FEDELE DI ASSAD DA PARTE DI RIBELLI SIRIANI
Al cuore dello scontro tra Mosca e Washington, e dei loro reciproci alleati, resta il destino di Assad. Gli americani continuano ad accusarlo dei gravi bombardamenti contro civili e ospedali, specie nella zona di Aleppo. Per i russi il presidente siriano è invece simbolo di sovranità organizzata «nella lotta al terrorismo». Non potendo accordarsi sui temi di principio, si guarda allora alle modalità per alleviare le sofferenze dei civili.
L ESECUZIONE DI UN FEDELE DI ASSAD DA PARTE DI RIBELLI SIRIANI
Nei prossimi giorni dovrebbero riprendere i convogli Onu in aiuto a 18 zone assediate (di cui 16 da parte delle forze pro Assad). Il comunicato finale specifica che, nel caso gli aiuti venissero bloccati, si procederà a lanci aerei. Ma restano vaghi tempi e modalità della ripresa del negoziato politico.