DAGOREPORT
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
Il motivo per cui il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sostiene che la prossima legge finanziaria non sarà lacrime e sangue è perché al Mef si sono ritrovati, inaspettatamente, un bel tesoretto di almeno 10 miliardi di maggior gettito fiscale.
Questa montagna di denaro si deve al lavoro alacre di Ernesto Ruffini a capo dell’Agenzia delle Entrate, che incrociando i dati fiscali, sfruttando la fatturazione elettronica, l’utilizzo dei pagamenti digitali e i vari concordati, ha portato a casa un bel gruzzolo dalla lotta all’evasione, con la convinzione di riuscire a recuperare ancora più denaro nei prossimi mesi (si parla di 30 miliardi).
giorgia meloni a casa italia parigi 2024
Certo, il tesoretto dà ossigeno al Governo Ducioni, ma non basta a dribblare i legacci del nuovo Patto di Stabilità e senza un accordo quadro con la Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen per alleggerire le condizioni del piano di rientro del debito, con l'obiettivo di diluirle in più anni, la Melona non va da nessuna parte.
Passaggio ineludibile di questa trattativa sarà la ratifica del Mes (a cui l’Italia, unico dei 27 Paese dell’area Euro che non ha ancora dato l’ok) che Meloni e Salvini vedono come uno spauracchio.
I robusti assegni del Pnrr, ricevuti da Bruxelles, danno a Giorgia Meloni, a Giorgetti e al Tesoro, l’illusione di avere qualche cartuccia da usare in vista della prossima finanziaria, ma la premier e il suo ministro avranno conteggiato anche i futuri costi della “messa a terra” dei progetti legati al Recovery?
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI - DEF - VIGNETTA DI ELLEKAPPA
Considerando che 4 gare su 5 sono impantanate tra procedure burocratiche elefantiache e oggettiva difficoltà del “Sistema Italia” di spendere questa mole di denaro, sarà necessaria, anche in questo caso, una proroga: se Bruxelles non concede all’Italia di poter superare il limite previsto del 2026 per il compimento dei progetti Pnrr, per noi saranno dolori.
E non potremo, questa volta, neanche giocare di sponda con la Francia, che a differenza nostra, non solo ha ricevuto meno Pnrr dall’Ue, ma ha preso sostanzialmente soltanto i “grants”, cioè i sussidi che non dovranno essere restituiti con gli interessi e non vanno ad ingrossare il debito pubblico.
ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia
A preoccupare Palazzo Chigi è anche la situazione disastrosa in cui versa la sanità italiana: non ci sono coperture per snellire le liste d’attesa, e persino nella ricca ed efficiente Lombardia o si ricorre alla sanità privata o si aspetta un anno, anche per un esame di routine. Alla faccia dell’autonomia differenziata.
A proposito, la velocità con cui il comitato promotore ha raccolto in pieno solleone le firme per indire il referendum abrogativo (il mezzo milione necessario per procedere alla richiesta è in dirittura d’arrivo) ha sorpreso il Governo, che ora trema: se il referendum, promosso e sostenuto da quasi tutte le opposizioni (più gran parte di Forza Italia), dovesse raggiungere il quorum, per la maggioranza si profila una scoppola epocale.
meloni scholz
Altri calci in culo per il governo rischiano di arrivare dalle regionali in Liguria, Umbria ed Emilia Romagna, dove il campo largo potrebbe presentarsi compatto.
Giuseppe Conte ha provato a contendere a Elly Schlein il trono dell'opposizione ma una volta che è stato randellato alle elezioni europee, ha cambiato musica.
Da avvocato abile e pragmatico, l'ex azzeccagarbugli dello Studio Alpa ha prima deciso di trasformare il psico-movimento grillino in un partito radicalizzato sul territorio senza avere tra i piedi la norma demenziale del secondo mandato, quindi ha sfanculato quella macchietta che è diventato Beppe Grillo e ha accettato il ruolo di junior partner del Pd stringendoo accordi con la segretaria multi-gender per arrivare a candidature comuni per le tre regioni impegnate con l'elezione dei governatori.
E alla combriccola si è subito aggiunto quel gigolò da balera di Matteonzo Renzi, dall'alto del suo ennesimo fallimento nel progetto di costruzione del Terzo Polo, subito sconfessato da Marattin e altri cento di Italia Viva: a settembre è previsto il congresso che deciderà il loro futuro. Mentre Carlo Calenda, con la sua Azione, è in trattative con Tajani per traslocare in Forza Italia.
All’orizzonte, per Meloni e Giorgetti, si raddensano anche altre nubi, provenienti questa volta dalla Germania, dove la recessione in atto rischia di avere pesanti contraccolpi su tutto il comparto industriale del Nord-Est, che tradizionalmente fa affari con i colossi tedeschi.
Tutto è in movimento ma la vera minaccia per Giorgia Due-Meloni non è la politica ma l'economia. Qualche anima pia ricordi ai Fazzolari di Palazzo Chigi che per cacciare da Palazzo Chigi nel 2011 il premier Silvio Berlusconi, pur forte della maggioranza in Parlamento, bastò all'Unione Europea ordinare ai mercati di demolire il governo a colpi di spread.
THE ECONOMIST - COPERTINA CON URSULA VON DER LEYEN, GIORGIA MELONI E MARINE LE PEN - LE TRE DONNE CHE PLASMERANNO L'EUROPA stima affluenza referendum autonomia - sondaggio noto per repubblica GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN ursula von der leyen e giorgia meloni a forli GIORGIA MELONI IN CINA - VIGNETTA BY MANNELLI - IL FATTO QUOTIDIANO