CARLOS ALCARAZ NADAL
Sul Corriere della Sera Gaia Piccardi intervista Carlos Alcaraz, indicato sempre più spesso come il nuovo Nadal. Gli chiede se i paragoni lo infastidiscono.
«Sui social, da un paio d’anni, è tutto un paragone. Io cerco di non farmi distrarre troppo: penso a me, al mio tennis, ai miei miglioramenti».
In realtà, dice, sono molto diversi.
CARLOS ALCARAZ AS
«Io sono di Murcia, lui di Maiorca, lui è mancino e io no, io da bambino ero tutto tranne che un guerriero: ero mingherlino, piccoletto, poco potente. L’opposto di Nadal…?»
Su Sinner:
«Jannik è forte. È un top 10, ha vinto 5 titoli, non è tanto significativo che io l’abbia battuto (al Master 1000 di Parigi, l’anno scorso) né che l’abbia scavalcato in classifica. Ogni match ha storia a sé. Sognavo di ritrovarmi nella sua posizione, dopo Miami sono addirittura davanti a lui. È molto forte anche Berrettini, da cui ho perso a Melbourne. Ecco, rispetto a Jannik, il servizio di Matteo è una bomba».
Cosa fa quando non gioca a tennis?
«Mi piace il golf, il padel, il calcio con gli amici, adoro stare a casa a fare niente. Oddio, niente: con tre fratelli, tennisti anche loro, stare con le mani in mano è dura!».
E sul primo incontro con Nadal:
CARLOS ALCARAZ
«A Barcellona, nel 2018. Siamo andati in campo a palleggiare, per me ha significato moltissimo: ero un ragazzino, il mio braccio all’inizio tremava. Giocare insieme in Davis (l’anno scorso me l’ha impedito il Covid) sarebbe fantastico. Però, ripeto: non imito nessuno, ognuno ha la sua storia e io sto cercando di capire qual è la mia».
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