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    I "BABY INFLUENCER"? USATI PER LUCRARE SUI PEDOFILI - SECONDO LE INCHIESTE DEL "WALL STREET JOURNAL" E “NEW YORK TIMES”, ALCUNI GENITORI SENZA SCRUPOLI, CHE HANNO TRASFORMATO I PROPRI FIGLI IN BABY-STAR DEI SOCIAL, VENDONO LE IMMAGINI DEI MINORI IN COSTUME A PEDOFILI PRONTI A SPENDERE MIGLIAIA DI DOLLARI PER VEDERE LE FOTO "INTIME" DEI PICCOLI - IL METODO UTILIZZATO E' QUELLO DEGLI ABBONAMENTI PREMIUM CON FOTO "ESCLUSIVE", ACCOMPAGNATE DA BATTUTE A SFONDO SESSUALE DA PARTE DEGLI STESSI GENITORI...


     
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    Estratto dell’articolo di Raffaele D'ettorre per "Il Messaggero"

     

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    Crescono in vetrina, il loro amico del cuore è un obiettivo puntato addosso ventiquattro ore al giorno. Bambini e bambine dai dieci anni in giù. Sorridono, cantano, si tuffano in acqua costantemente inquadrati da genitori che, intorno ai profili Instagram dei propri figli, hanno costruito un vero impero fatto di partnership e collaborazioni con brand noti. Ma dietro la copertina patinata di quella vita perfetta ostentata sul web si nasconde un orrore che rischia di far crollare per sempre l'intero sistema dei baby influencer.

     

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    Sarebbero infatti centinaia gli account di minori gestiti dai genitori che implementano una funzione di abbonamento "occulta" che permette di accedere a contenuti esclusivi, principalmente immagini "provocanti" delle baby-modelle in questione.

     

    Oltre alle foto, in vendita per gli abbonati premium, anche sessioni di chat con le star del canale e la possibilità di chiedere foto dei minori in body o in costume. Per averle, i clienti più affezionati quasi tutti maschi adulti - sarebbero arrivati a spendere diverse migliaia di dollari.

     

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    A far emergere lo scandalo sono due inchieste del New York Times e del Wall Street Journal. Secondo quest'ultimo, sarebbero stati gli stessi gestori dei profili cioè i genitori ad assecondare le richieste degli abbonati, intrattenendoli con battute a sfondo sessuale sui figli e incoraggiando i minori a interagire con gli iscritti per «gratificarli». [...]

     

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    Più follower significa infatti più visibilità e partnership all'orizzonte per le baby star, che a loro volta attrarranno sempre più follower interessati ai contenuti "premium", in un circolo perverso difficile da spezzare. Sempre il New York Times (che per l'occasione ha analizzato 2,1 milioni di post su Instagram, monitorando mesi di chat online di sedicenti pedofili e intervistando oltre 100 persone tra genitori e figli) spiega come nasce questo fenomeno. «Quello che spesso inizia come un tentativo dei genitori di far decollare la carriera di modella di una bambina scrive il quotidiano newyorchese - può rapidamente condurre a un mondo oscuro dominato da uomini adulti. Molti dei quali ammettono apertamente di essere sessualmente attratti dai bambini».

     

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    Secondo il Wall Street Journal, Meta «sapeva» ma non avrebbe fatto abbastanza per arginare il problema, che ormai sarebbe strutturale: anche se la casa madre di Instagram ha da tempo sbarrato le porte ai minori di 13 anni, i genitori possono aprire per i figli i cosiddetti "profili mamma", dove si possono caricare foto dei bambini in costume e, come nei casi indicati dalle due inchieste, condire il tutto con battute allusive che rimandano ad altre piattaforme meno sorvegliate. […]

     

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    Quello dei figli in vetrina è un fenomeno che, nonostante i rischi annessi, sta prendendo sempre più piede anche in Italia. Tra i baby influencer più conosciuti dal pubblico, ma che nulla hanno a che vedere con le inchieste dei giornali americani, c'è Leone Lucia Ferragni, figlio di Fedez e Chiara Ferragni, con 100mila follower. Appena nato era già su Instagram. Tra i più seguiti in Italia anche i figli del modello Mariano di Vaio, Nathan (230mila follower), Leonardo (98mila) e Filiberto (85mila), che collaborano già con diversi brand.  […]

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